(Redazione) - Echi di Fedro (dialoghi poetici) - Daniela Stasi con Sergio Daniele Donati

 


Nasciamo tutti col nostro Libro sotto il braccio e le sue regole per decifrarlo.

Come in una infinita esegesi biblica, ciascuno è portatore di una propria esegesi della Verità.
Perché la Vita non è statica e definitiva; e i suoi segni, i simboli e gli ornamenti Mosè li vide fare allo stesso D-o quando ricevette la Torah sul Sinai.

Salmo 62 verso 12
"una parola disse D-o due ne ho udite".


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Mi ha da sempre affascinata, il rapporto che il popolo ebraico ha stabilito con il testo biblico: tanto da assumerlo a tratto centrale della sua identità.
Ogni ebreo è rivolto all’indietro alla Rivelazione; guardando però al Futuro. Quanto più sembra fuori dalla Storia quanto più è nel suo farsi!
L'interpretazione del testo sacro diviene così l'attualizzazione dell'assoluto.
La lettura ebraica delle scritture può considerarsi come il nostro DNA: quello di tutte le possibili stringhe di significato e significanti; le infinite interpretazioni del testo sono le variabili umane e le sue e nostre infinite libertà.
Ogni Maestro dell'esegesi ebraica ritenne la parola biblica capace di espandersi all'infinito, in un dispiegamento continuo del testo: ognuno alimentò un processo innovatore di lettura e comprensione del verso nel tentativo di stabilire un contatto sempre più profondo con i sensi della primordiale verità divina; alla quale attingere per collegarsi attraverso tutte le generazioni in un ininterrotto dialogo.
"Voltala e rivoltala tutto è in essa"
Emmanuel Lévinas sottolineò che ogni individuo è necessario per accogliere quello che viene dal-di-fuori: perché la Rivelazione suppone la molteplicità delle persone.
La molteplicità del senso verrebbe dalla molteplicità degli uditori, nei quali la Parola resta eterna.
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Ci sarà un perché

Ci sarà un perché, ci siamo ritrovati
insieme

in questo stesso spazio, d'esserci.

In un letterale peshat..
In una fantastica derash..
In una allegorica remez...
In una mistica sod...

Finiti sincroni, tra infiniti altri
giri di cielo
e mancati risvegli di sole; noi a
sfuggire,
tenendoci per mano, alla dimenticanza
della vita.

Invece, guardatevi adesso, nel prodigio del
vostro
e del mio respiro, levare all'unisono
lo stesso afflato!

(Daniela Stasi)


N.d.A.:
  1. La parola Dio viene scritta D-o, per sottolineare l’impronunciabilità del Sacro Nome.
  2. L’ermeneutica ebraica delle Scritture si è espressa in forme diverse, seguendo alcuni fondamentali principi di indagine:
  3. interpretazione peshat: piana, letterale, volta all’accertamento semantico del testo;
  4. interpretazione derash: fantastica, omiletica, soggettiva, svincolata dal significato letterale del testo:
  5. interpretazione remez: di tipo allegorico;
  6. interpretazione sod: di tipo mistico-allegorica.
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La sinagoga era gremita e piena di suoni di vita. Il Maestro mi osservava attento mentre riflettevo tra me e me sul destino del mio nome, il libro delle preghiere distrattamente tenuto, a braccia conserte vicino al torace.
Si avvicinò a me con cautela, come a non interrompere il flusso dei miei pensieri, ma a volercisi inserire e, con un lieve sorriso sulle labbra mi disse: «Tieni il libro più lontano dal tuo cuore, Sergio, se non vuoi che testimoni contro di te.».

I libri che leggiamo ci leggono, allo stesso tempo, e sono i testimoni di ciò che, troppo spesso, celiamo a noi stessi.
Per questo, cara Daniela, le tue parole mi hanno ispirato il testo che segue in risposta.
Spero tu possa tenerlo stretto...ma non troppo vicino al cuore.

(Sergio Daniele Donati)

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Prima del perché

Prima del perché il come
- un basso continuo
nell’incontro tra due ciglia -
Osserva, amica mia,
come si appoggia alla Bet
il principio della Resh
nella prima parola della creazione,
con quale delicatezza descriva
la sua esistenza; solo in relazione.
Ci sarà un perché, ci siamo ritrovati
insieme”
e il miracolo di un incontro
è nella ritrosia del cambiamento
che svela
- forse solo per un istante -
il sentiero timido
e argentino dell’inciampo

Perché voli il falco,
nelle screziature del tramonto
io non lo so.
So però che taglia
la falsa unità del cielo
in tangram che solo l’ermeneuta
esperto può ricomporre,
e spezza, lanciando fischi
alle sue prede nel deserto,
un silenzio antico
che il limite dei nostri lobi
confonde con voci d’acufene.

N.d.A.
  1. Bet e Resh sono lettere dello alef-bet (alfabeto) ebraico dagli immensi portati simbolici
  2. la prima parola che appare nella narrazione biblica è Bereshit e in essa Bet e Resh hanno un significato e un posizionamento preciso e denso di significati


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N.d.r: Il dialogo è composto da testi totalmente inediti (2024)
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DANIELA STATI - NOTE BIOBIBLIOGRAFICHE

Nata a Milano, dove vive e lavora, si è laureata in Architettura, ad indirizzo storico-critico; svolgendo la propria attività professionale nel mondo dell’editoria e della comunicazione.
La poesia  rappresenta, da sempre lo strumento principe delle sue istanze espressive su cui far convergere - per distillarle - tutte le parole elaborate nel corso dei suoi studi, specie in ambito filosofico e spirituale.
Le sue poesie sono presenti in alcune Antologie, tra cui, la più recente, quella curata da Giuseppe Vetromile; nell'ambito del progetto "Transiti Poetici": e "Riflessi - Rassegna critica alla poesia contemporanea" - Edizioni Progetto Cultura, a cura di Patrizia Baglione.
In Riviste di Poesia: Il Convivio; Periscopio; Inverso; Glicine e altre
Collabora al lit-blog Finestre, di David la Mantia.
Nel novembre 2023 è stata pubblicata la sua raccolta 'Il respiro del lombrico" (Il Convivio Editore)
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Commenti

  1. Daniela Stasi13/04/24, 12:20

    Ti sono grata Sergio, di poter intravedere, da una fessura, una preziosità occulta; oscura a molti ma esistente per tutti!🌹🙏

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  2. Davvero da starci sopra e leggerlo più di una volta…

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