(Redazione) - Uno sguardo laterale - a proposito della raccolta "Trasformazioni" di Carlo Ricci Bertarelli (il Convivio editore, 2023) - estratto con nota di lettura di Sergio Daniele Donati


Le città sono luoghi - e tempi- di ossimoriche sensazioni. 
Per chi vi risiede rappresentano spesso il richiamo alla casa o al rifugio. 
Pur con tutte le idiosincrasie che vivere in una metropoli può rappresentare, esse, per chi vi abita sono il luogo della stasi, di un esserci, magari in contrasto, ma sempre presente e battente. 
Al contrario, per chi ha un rapporto sporadico od occasionale con la città -  o con una città in particolare -, essa rappresenta il luogo - ed il tempo -  della sacralità dell'attraversamento, dell'estraneità.
Ed anche in questo caso, con tutte le idiosincrasie che un attraversamento può rappresentare, le città divengono luoghi fecondi e forieri di intuizioni che al residente sono precluse.
Diventano, essenzialmente luogo di movimento della mente verso la comprensione di ciò che spesso chi abita la città perde, troppo preso nei propri affanni.

Nella sua raccolta raccolta "Trasformazioni" (il Convivio editore, 2023) Carlo Ricci Bertarelli traccia con una maestria alquanto inusuale questo rapporto di estraneità ed attraversamento fecondo in una Milano che chi vi scrive conosce, sin da piccolo, dall'altro lato della barricata; come abitante - ovvero come colui che ha fatto di un luogo il suo abitus.

E nel tracciare questi percorsi, che appunto meravigliano il residente, il lettore non può non sentirsi trasportato verso una riflessione sul suo rapporto con la parola che, appunto, contiene ossimoricamente entrambi i formanti di una comodità espressiva abituale e di un trascinamento verso un altrove presente e fecondo. 
Nell'avvicinarci alla parola, specie, se poetica, tutti noi dovremmo chiederci - sia come scrittori che come lettori - se in quell'istante in cui si crea il sottile filo di lino che lega la parola all'umano, stiamo percorrendo vie a noi sconosciute ovvero ci stiamo dondolando - ed anche questo è bene che sia, alle volte - su percorsi a noi noti e famigliari. 
D'altronde l'estraniamento del lettore/scrittore vale soltanto in quanto abbia come contro-altare un polo opposto in cui la parola diviene certezza e requie.
Non si può vivere nella continua sollecitazione dell'inusuale, per un evidente rischio di fare dell'originalità del dire l'unico parametro etico del proprio poetare. 
Ma, allo stesso tempo, non ci si può adagiare soltanto sul déjà vécu (o sul déjà écrit/déjà lu) perché la parola ha un bisogno vitale di essere irrorata del nuovo che batte alle sue soglie. 
Ecco, queste sono  le riflessioni di un milanese residente nel leggere i versi, ad avviso di chi vi scrive da non perdere, di un milanese attraversante. 
Per questo motivo siamo felici di poter pubblicare un estratto di una raccolta la cui lettura si consiglia a tutti con vigore. 

Per la Redazione de Le parole di Fedro
il Caporedattore - Sergio Daniele Donati

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ESTRATTO DALL'OPERA

*
Lamiere
nelle adiacenze di via Giotto
le auto ferme nello spiazzo 
stanno per tracimare. Energia potenziale pronta
a esondare in altro spazio. Nelle aderenze

quanto durerà il rotore?
È questa la formula
che regola l'universo!
Il modo appropriato 
d'innescare l'equilibrio
tra silenzio e rumore! Se questa

è la dettatura
se la meccanica è il traslare 
qual è il turgore adeguato per le cellule
in quest'ossessione dei corpi 
di trasformare;
quali sono gli argomenti
per non raggiungere presto
il punto di rottura?

In lontananza
vedo le scogliere biancheggiare
sento l'oceano 
urlare.


*
A Milano, a passeggiare in centro
è come passeggiare in salotto: 
un salotto ben arredato, curato.
Nelle vie eleganti del centro 
sembra di non uscire di casa 
passi di strada in strada 
come di stanza in stanza; 
s'intessono in uno spazio urbano
che giudichi come giusto, e intimo
proprio come è l'intimità della casa:
né troppo grande, né piccolo.

*
Come un eremita sui rottami 
dove s'è incagliato il Novecento

l'altoforno che sgruppava è rotto
il rivo di metallo asciutto
sotto una pioggia densa.

Né malinconia né trepidazioni

tra scorie
tra mattoni

il futuro è un fiore tagliente 
che s'affila sulla groppa del giorno

altre sorgenti scaveranno
altre foci:
altre trasformazioni.
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NOTIZIE BIOBILIOGRAFICHE 
TRATTE DALLA QUARTA DI COPERTINA

CARLO RICCI BERTARELLI, nato a Viterbo, (formazione di carattere ingegneristico all'Università La Sapienza di Roma) fin da giovane ha nutrito la passione per la Storia e la Letteratura, in particolare la Poesia. Passione che ha ritrovato negli ultimi anni, tanto spingerlo a partecipare, con successo, a vari Premi Letterari, e la successiva pubblicazione di alcune raccolte di Poesia. Ricordiamo, tra gli altri, il Primo posto assoluto al Premio "Caffè delle Arti" nel 2021 con la silloge Trasformazioni: Milano, appunti di passaggio, e il Premio "Il Convivio", sempre nello stesso anno, con la raccolta In terra solcata-Innesti, poi pubblicata da "Il Convivio Editore". La stessa raccolta ha ottenuto il "Premio della Giuria" al Concorso Letterario per libri editi "Winning Book 2023". Nell'anno 2022 è da rimarcare il primo posto al Contest Letterario "Seven" nella sezione Poesia, il terzo posto al Premio "Il Giardino di Babuk-Proust en Italie" con la silloge inedita Effetti collaterali (della contemporaneità), risultando, la stessa, nella rosa dei finalisti alla IX Edizione del Concorso Letterario Internazionale "Città di Como".
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