LA TARANTOLA (UN RACCONTO DI LUANA MINATO - già apparso nell’antologia “Schegge e frammenti”, Terra d’ulivi edizioni, 2019)


Il racconto La Tarantola  che qui si presenta 
è già stato pubblicato nell’antologia “Schegge e frammenti”, 
Terra d’ulivi edizioni, 2019,  curata da Elio Scarciglia

LA TARANTOLA

Mattia Contini non amava i ragni e non li amava per un timore irrazionale, una paura infantile che riusciva a esorcizzare soltanto quando ne catturava uno e lo vedeva imbalsamato. 
Lo prendeva cautamente con un piccolo retino, facendo attenzione a lasciarlo intatto, poi lo rovesciava in un vasetto di vetro ben sigillato e quando era sicuro che l'animale fosse morto, lo ”imbalsamava“ con un metodo che aveva appreso consultando i forum entomologi. 
Solo in questo modo riusciva a tranquillizzarsi e a scacciare quell'idea assurda che gli veniva tutte le volte che ne vedeva uno, cioè di immaginare di essere lui la preda invischiata nei fili insidiosi della ragnatela e finire divorato nelle fauci di una aracnide a otto zampe. 
Con gli anni aveva collezionato diversi esemplari di Araneae ma questa sua ossessione l'aveva sempre tenuta per sé, per evitare che sua madre venisse a saperlo. 
Sapeva che non avrebbe capito perché lei i ragni li amava. 
Ricordava sempre il giorno in cui era rientrata a casa con un terrario che accoglieva un magnifico esemplare della specie ”Tarantola“ acquistato nel negozio di animali tropicali La Giungla. Un'idea bizzarra, raccontava ogni volta che le capitava, ma a cui non aveva saputo resistere. 

Quella sera, però, suo padre, il ragionier Carlo Contini, ebbe quasi un mancamento quando, dopo avere gustato il dessert al cioccolato servito con una buona dose di panna chantilly, vide la moglie togliere il telo nero che copriva il parallelepipedo di vetro per mostrare la sorpresa che aveva tenuto in serbo per lui. Sebbene avesse avuto dapprima un sussulto, il poveruomo non riuscì a tirar fuori una sola parola mentre la moglie spiegava che quel ragno, dall'aspetto poco rassicurante, era innocuo e affatto velenoso ed era considerato un “normale“ animale domestico. 
Pur essendo ormai abituato alle stranezze della moglie, sentì accapponarsi la pelle davanti a quella strana creatura, ma sapeva che sarebbe stato del tutto inutile contraddirla, perciò si rassegnò subito all'idea di dover tenere in casa il nuovo ospite. 
Così la tarantola divenne il passatempo prediletto della signora Contini che si occupava con grande solerzia dell'insolito animale. Mattia, invece, con la curiosità tipica dei bambini, si metteva in un angolo del soggiorno e osservava il ragno, ma tutte le volte ne aveva l'impressione che fosse lui a essere esaminato. 
Da qualche tempo gli capitava di fare strani sogni. Sognava ragni giganteschi e spaventosi. Entravano nella sua stanza imprigionandolo nella trama di una grande ragnatela per poi divorarlo oppure si vedeva trasformato in un bozzolo di un uovo di ragno avvolto da fili viscosi. Sua madre gli aveva spiegato che diverse specie di femmine ragno, dopo l'accoppiamento, uccidono il maschio e lo divorano per avere più nutrimento da offrire ai loro piccoli. 
Rabbrividì al solo pensiero ma non osò dirlo. Negli ultimi mesi aveva notato che suo padre rientrava sempre tardi da lavoro e sembrava molto occupato per accorgersi di quello che stava accadendo nella loro casa o forse semplicemente fingeva di non vedere per non rischiare di dover affrontare la moglie. Le loro vite apparivano imprigionate da fili invisibili, invischiate in una tela dalla trama complessa e insidiosa. Sua madre, invece, era impegnata nella cura quotidiana del terrario e della tarantola: controllo dell'umidità, pulizia, cambio dell'acqua e nutrimento. Piccoli grilli, scarafaggi e talvolta anche bisce e topini venivano introdotti per essere dati in pasto al ragno. Mattia assisteva al rituale del sacrificio con un terrore spasmodico. 
Vedeva la tarantola avventarsi silenziosamente sugli animaletti ancora vivi, catturarli con le sue appendici, iniettare il veleno paralizzante e liquidare la sfortunata vittima con le terribili zanne. Una mattina, però, un evento inaspettato cambiò il corso di quei macabri rituali domestici. Il terrario fu trovato misteriosamente vuoto. Il ragno venne cercato per tutta la casa ma non si trovò nessuna traccia. Fu chiesto l'intervento di esperti ma le ricerche risultarono inutili e la signora Contini, benché addolorata, alla fine dovette rassegnarsi definitivamente alla scomparsa della tarantola, anche se a malincuore. 
Così, per passare il tempo, aveva cominciato a seguire un corso di ricette di dolci nepalesi con grande soddisfazione di suo marito che era molto goloso e aveva ripreso a rientrare a casa presto. Un rinnovato clima familiare sembrava regnare di nuovo in quella casa. 
Anche il piccolo Mattia era molto impegnato con il suo nuovo passatempo che lo occupava per interi pomeriggi con grande soddisfazione dei genitori. Aveva ottenuto di avere uno spazio tutto suo dove aveva allestito il nuovo laboratorio di scienze. Sopra un grande tavolo Mattia poteva dare sfogo alla sua nuova passione. 
Aveva fatto acquistare tutto il necessario : un microscopio, dei barattoli di vetro, spilli, cartoni, bisturi, alcol etilico. 
Nessuno gli domandava cosa facesse esattamente in quel laboratorio né lui rivelò mai quali segreti custodisse un armadietto che teneva gelosamente chiuso a chiave.
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NOTE BIOBIBLIOGRAFICHE

Luana MINATOnata a Sassari, trascorre diversi anni della sua infanzia in Sudamerica, vivendo in diverse città colombiane. Si traferisce in Italia definitivamente negli anni ottanta. Compie studi umanistici, conseguendo la laurea in Lettere Moderne. Nel 2009 consegue il titolo di Dottorato in Letteratura italiana moderna e contemporanea alla Sorbonne Nouvelle, Parigi. Nel 2016 pubblica alcune poesie nella Collana Navigare anche in versione audiolibro. Ha partecipato a diversi concorsi letterari in occasione dei quali alcune poesie sono risultate finaliste e altre vincitrici di premi e pubblicate in antologie. Nel 2019 pubblica con la casa editrice Terra d’ulivi edizioni di Lecce una raccolta di poesie intitolata Sono io in ogni forma” e nel 2021 con la stessa casa editrice, la silloge Siamo fatti di sogni”. Ha pubblicato anche due racconti De profundis e La Tarantola, selezionati e inseriti nellantologia Schegge e frammenti”, Terra dulivi edizioni, 2019. Nel gennaio 2023 è uscita la nuova silloge intitolata “Memoria del silenzio” pubblicata da Giuliano Ladolfi editore.

Scrive e collabora con la rivista letteraria Menabò (Quadrimestrale internazionale di cultura poetica e letteraria). Da qualche anno partecipa alle iniziative del gruppo di Autori “Scriviamo con Carmen” dell’Associazione Resk You di Capoterra (Ca).
È stata inserita nell’”Almanacco di Poesia Italiana”, Secolo Donna 2022, a cura di Bonifacio Vincenzi, Macabor e nel volume numero cinque Italia Insulare “I Poeti” a cura di Bonifacio Vincenzi, Macabor, 2023.
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