Poesie tratte da "L’amore e tutto il resto - Poesie 1996-2022" (Interlinea Ed., 2023) di Andrea Temporelli

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LA SCIENZA DEGLI UMANI

Tutto ritorna qui la prima volta
oppure non esiste. Il bagnasciuga
restituisce vergini le veneri
e il sale smangia i nomi, li confonde.

I legni per esempio d’Argonauti
per la risacca della mareggiata
tornarono a fiorire nel Polesine,
tra il moto immoto delle acque e dei cieli.
E sono pali e reti per la pesca,
adesso, vele anonime da quando
non possono mancare mai il bersaglio
perché tutto è perfetto, non c’è scarto.

La scienza degli umani è proprio questa,
riciclare galassie e nebulose
in nuvole d’insetti o licenziare
i guerrieri silenti e disarmati.

Tutto ritorna qui la prima volta,
per la risacca della mareggiata.
Non possono mancare mai il bersaglio
i guerrieri silenti e disarmati.
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FINO A CHE SIA LIMPIDO

C’è un dettaglio importante in ogni storia
e un passaggio segreto anche per lui
da cui filtra la scena
di età in età come uno sparo
fino a rendere perfetta la vita
(tanto che potrebbe, svoltato l’angolo
serenamente anche morire):
      l’angelo
ritorna a fare piena
la gola coi ricordi,
a dare pena, erranza. Così lui
parole inumidisce
per l’umano poema che non sa
e va scrivendo,
segue un bambino in un regno di senso
chiedendosi non come sia ad alcuno
dato morire subito,
ma come gli altri continuino a vivere
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DOMINA

Tu sei gli anni più belli della vita,
gioventù che non torna,
e l’amore, l’amore senza fiato.
Tu sei slancio e ferita.

Presto sarai la piega delle labbra,
il solco accanto agli occhi e l’alta fronte.
Il tuo regno è di sale che corrode.

Sei la perdita in cui avanzo, il millennio
lasciato per un’epoca diversa.
Sei il proiettile puntato alle spalle
che non esplode.
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VERTIGINE

Il funambolo, passo dopo passo,
perfeziona la scienza di esibire
eleganza e potenza,
contrastare con l’arte la natura
e disinvoltamente
oscillare, voltarsi,
tenere in apprensione, prolungare
l’estasi della gente per stupire
con un oplà finale e far scoppiare
uno scroscio d’applausi,
mentre là in alto sembrerà bellissimo,
solo
come un eroe

Ma potrebbe,
in un punto imprevisto,
pensare al pubblico o a sé stesso mentre
lo coglie la vertigine
di sapersi sospeso
tra due diverse verità. Potrebbe
ripensare le prove, le cadute,
la sbarra che gli trema tra le mani
tremenda, immaginare
la goccia di sudore che lo acceca,
il boato che cresce come un’onda
con un tiepido ciac ciac di manine
ad applaudire il volo dell’eroe
che torna umano

Eppure non cadrà,
resisterà anche a quella tentazione,
se il trucco è che la fune
sia tesa come un dolore, e ripetere
che l’equilibrio è cieco,
è nell’orecchio, perso
in labirinti di minuscole ossa,
in un punto clamoroso di ascolto
in cui più non esisti, sei compreso.
(Ma tu, sotto il tendone
della metafora, non pensi mai
all’ebbrezza di uscirne?
Cammina dritto
su questa fune allora, se ci riesci:

là dietro, sì, là dietro, c’è chi sa i tuoi abbandoni)
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COMPITO

Quello che porta il compito alla cattedra
ha lo sguardo di chi
ha sbirciato fra le lenzuola e vuole
il suo bel voto.

Non è il momento dunque
di drizzare grafie
ricomporre sintassi. Imparerà
che scrivere col tempo non ha senso
c'è nello spazio quantissimo spazio,
che i suoi sono soltanto scarabocchi
e favole anche i numeri.

Questo è il momento di questo momento.

Così la poesia non è mai
quel che dice, ma dice quel che è.

Non alzate lo sguardo su di me.
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TI INCIDO ALLA RADICE

Ti incido alla radice
dell'osso occipitale
il nome da tradire
e tramandare. Ho cura
e maestria in questo.

Dai seni della dura
madre attingo l’inchiostro.
Le rune della stirpe
scaveranno l’Atlante
fino al nervo spinale.

Ne leggerai a suo tempo
la trama, accarezzando
la nuca ancora sporca
dalla creta di Dio,
cedevole alla forza
delle tue dita, figlio.

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Notizie biobibliografiche tratte da 
"L’amore e tutto il resto"

Figlio di un fiore e di un piccolo merlo, Andrea Temporelli con la poesia ha esplorato Il cielo di Marte (Einaudi 2005), prima di far ritorno alla Terramadre (Il Ponte del Sale, 2012), ma i conti con il mondo letterario contemporaneo li ha risolti con il romanzo Tutte le voci di questo aldilà (Guaraldi, 2015) e con il volume di interventi critici militanti Smarcamenti, affondi e fughe (Ladolfi, 2016).
Insegna nella scuola secondaria a Borgomanero (dove è nato nel 1973) e interviene su YouTube con un personale Dis/corso di scrittura creativa, che s’interroga sul senso della scrittura in un tempo in cui la società letteraria non esiste più. Se n’era già accorto nel 2005 quando, con il suo vero nome, aveva pubblicato presso Interlinea Poeti nel limbo. Studio sulla “generazione perduta” e sulla fine della tradizione.

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