Il femminile (negli occhi di quest'uomo)


"Il femminile", dicevi.
"Il femminile", ascoltavo, e già la mia mente si perdeva.
Perché nel cuore di quest' uomo il femminile è voce nascosta, volto velato.
Nel cuore di quest'uomo il femminile è il lontano abbaiare di un cane; in una notte d'estate.

Un addio soffocato: perché? Perché io? Perché a me?

È una lucina accesa poi in sguardi nuovi - vieni, completami, colmami.
Nel cuore quest'uomo femminile non è mai evidenza, semmai emergenza, inciampo, canto e sussurro.
È velo, ricordo, urlo strozzato, affogato in pinte di birra.

Nel cuore di quest' uomo il femminile è apparizione e sparizione, separazione, assenza d'azione.
Sono mani tese verso un vuoto che acceca (è: mamma perché non torni ciò che eri? Perché non torni?)

"Il femminile", dicevi, "dobbiamo riscoprirlo".
E rallentava il respiro. Il mio.
Perché quella ri-scoperta nel cuore di quest' uomo è atto di coraggio; mai avuto prima, estremo e radicale.
È battaglia contro l'assenza, il nascondimento, quindi contro me stesso, contro il vuoto che mi abita.
È confessione nel bisbiglio, dire a se stessi ciò che si è per se stessi, parlare della necessità di argini di limiti; per sopravvivere a un detto despota.

Il femminile per me è imperativo a strapparmi dai volti maschere d'argilla nella speranza di una completezza nascosta, in un firmamento lontano.
È l'onere di scrivere, la fede nuziale con la parola, la Dea che mi sussurra di notte parole strane in lingua antica.

Per questo ho bisogno della tua narrazione dei vostri silenzi, e delle vostre pause.
Per poter appoggiare la testa sulle tue gambe accoglienti e respirare.
Io, quelle gambe, quelle voci e il mondo.


Testo e foto di Sergio Daniele Donati
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