Due poeti allo specchio (David La Mantia e Sergio Daniele Donati)

 


Abbiamo perso, amico mio. Perso
speranze acute, ceduto
il sangue da condividere,
accettato come servi risposte
cieche, inesatte, sporche
del dolore di secoli.
A che serve ora riconoscere
nelle parole, nella cute,
nei petali, nel vento
la banalità del nostro esistere?
Ormai i fiori sono caduti a terra
ed è tempo di silenzi, amico mio

David La Mantia - inedito 2022


Ho ascoltato, amico mio, la voce 
degli inascoltati in notti senza stelle,
e rivisto mille volte lo sguardo
perso di mio padre
a sentir parlar germanico.
Ho sentito sulla mia pelle il bruciore
d'un tatuaggio non voluto
e percepito sul mio braccio
numeri scomposti
raschiar via ruvidi il mio nome.

È vero, David, abbiamo perso
e mi sono perso almeno
sei milioni di volte
assieme a quegli sguardi inorriditi
dai fumi della Storia.

Là è caduto senza far rumore e delicato, 
il petalo della speranza. 

E chissà quali sentieri sotterranei
gli hanno permesso di concimare
di Silenzio, una parola nuova che trasuda
- goccia a goccia e lenta,
come resina da corteccia -
il lenimento dell'Antico  
su ferite troppo giovani
per esser dette, amico mio.

Sergio Daniele Donati - inedito 2022






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Commenti

  1. Che meraviglia, Sergio. Che bellezza.

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  2. Complimenti, David e Sergio. Emozioni pure. Ciao, Emanuela :)

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  3. Belle entrambe, molto diverse sul senso della perdita.
    Quella di Sergio è legata soprattutto alla brutalità della Storia che elimina il diverso, e la perdita è atto di sopprusi;David ne fa una perdita umana, in generale, di tipo ontologico, quasi ....
    Per questo i 2 testi si completano.
    bravi!!!

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    1. Grazie davvero di cuore per questo splendido commento

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