Stanze della Moabita (in quattro versi)


T'allontani sempre più
dalla mia tristezza
e prendi il nome ch'io avevo
prima della nascita


Intanto io cedo
alla natura, indifferente,
essenze minerali
e spazi siderali


Si divarica la distanza
tra limbo e paradiso
e restiamo legati
dal solo filo del ricordo


Là ove prima esisteva
un noi fertile
cresce solitario
l'albero della testimonianza


E non c'è fine, né inizio
alla luce del sole che degrada.
Solo l'antichità d'un silenzio
che prepara nuova speranza


Coglieranno i frutti
d'un cammino dimenticato
la poiana del deserto
e la Moabita, davanti al pozzo.


Eleverà lei, come sempre,
il suo canto d'unione
che rende lo straniero
prossimo alla trasformazione.

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Foto e testo di Sergio Daniele Donati
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Commenti

  1. Ho letto "Il canto della Moabita" e noto con piacere che questa donna del deserto ha ancora molto da dire e da dare. Aspettiamo nel futuro un'edizione ampliata della silloge.

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    1. Grazie davvero dal profondo per queste magnifiche parole.

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