Sguardi ritrosi



Adoro incontrare uno sguardo ritroso, 
l'attimo evanescente del suo distacco da uno dei miei volti, 
il vuoto che lascia in un etere denso di "eppure", 
senza null'altro chiedere, 
se non di poter ritornare 
al suo mondo fatato di sogno. 

Adoro incrociare uno sguardo ritroso, 
il permesso volatile che mi concede 
d'esser parte di un mondo che fugge, 
lasciando però flebili tracce
di un'intimità soffusa.

Gli sguardi ritrosi hanno la potenza delicata del petalo, del subitaneo struscio di un gatto sulle mie gambe, di un tocco di campane lontane in una notte stellata. 

Dello sguardo ritroso non conosci la sorgente, ti si rivela nel suo svanire, come  lume intermittente di lucciola solitaria.

Il mio è lo sguardo del gufo,  si posa e penetra fino a cogliere le profondità indicibili di ogni sua visione. 
Incapace di svanire repentino, il mio sguardo ha il goffo passo di chi scruta immobile nella notte.
Il mio è lo sguardo di un gufo. Uno sguardo che quando osserva si dimentica di sè.

Per questo adoro incrociare per brevi istanti gli sguardi ritrosi. 
Timidezze che mi indicano ciò che io non so ancora essere. 

Un petalo posato sul muschio del bosco incantato dei miei sogni.

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Foto di Man Ray
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