(Redazione) - Nove inediti di Marco Brogi letti da Paola Deplano



Brogi, saggio fanciullo, ha uno sguardo innocente e profondo sulle vicende della vita. Originali, ma non stravaganti, le sue liriche per molti versi “filosofiche” pongono domande a cui chiunque può dare la propria risposta, senza intaccare la genuinità dell’intenzione poetica. Il suo non atteggiarsi a sapiente, ma esserlo nel profondo, è uno dei maggiori pregi di questo poeta che, con poche parole, crea e ci fa conoscere gli infiniti mondi nascosti tra le pieghe del banale quotidiano.
Per la Redazione de
LE PAROLE DI FEDRO
Paola Deplano
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Credo nella ciotola del cane
nella forma del pane
nell’avvolgibile che imbarca il mattino
credo nell’aria intorno alle altalene
nei poveri cristi
nelle parole che partono senza arrivare
credo nelle crepe di mio padre
nella liturgia del mettersi in ciabatte
in chi si offre volontario anche se trema
credo in chi va fuori tema
in qualsiasi tipo di maniglia
credo nell’accendigas, nell’accendino 
nel gesto nudo
e in tutto ciò che produce una scintilla

Sta piovendo. Il tetto tiene,
i vetri non si scompongono.
E’ una notte che partorisce sicurezza.
Il sistema di allarme sogna
di dormire fino a tardi.
Se non fosse per le infiltrazioni di assenza
e i morti che mi chiamano per nome,
sarei quasi felice.

Care parole vi scrivo
per chiedervi un aiuto.
Vengo al dunque.
Non avendo buone unghie
mi servono sillabe taglienti
per difendermi dalla mancanza di senso,
suoni che addormentino l’assenza,
frasi rosse, ma vanno bene anche gialle,
in caso di pioggia.

Ho cercato ovunque,
non c’è una gomma che cancella
il pensiero della morte.
Stamattina un ragazzo
palleggiava contro il muro.
Con gli avanzi dei suoi sogni
sognerebbe un paese intero.

La luna batte sul frigo.
La tenda rimane.
Indosso il tuo stesso abito
da sopravvissuto.
Nel recinto di queste parole
la ciabatta sogna
di correre la maratona.

E’ buona cura dimenticare,
almeno durante i pasti,
che stiamo ballando
sulla ringhiera del disastro,
ricordare che il sole prima
del tramonto non era finto. 

Non cade niente dal cielo
non una goccia di sole
non un grammo di azzurro
non una preghiera respinta
cade e accade tutto qui
nell’aria bassa
per il decollo dei sogni


Sempre un tetto tra noi e il cielo,
fatto di mancate partenze,
presagi, certezze di cera.
Tendo la vita ai fili della notte
e la lascio sventolare fino all’alba

E’ una domenica da cui si può ripartire.
L’ aria trasparente lascia intuire
le forme di una possibilità.
Nel parco ogni cosa è in attesa di qualcosa.
Siamo altalene che sognano il vento.

Diario di un ragazzo soldato


Dovete lasciarmi in pace.
Ho un libro da finire, una vita
da iniziare, un dolore da interrompere.
Il sonno di mia madre trema.
I suoi occhi sono vetrate di cattedrale
rigate dalla pioggia.
Dovete lasciarci in pace
noi ragazzi. E lasciare
in pace anche gli altri.
La morte già esiste,
perché inventarne un’altra.
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NOTE BIOBIBLIOGRAFICHE
Marco Brogi, senese, laureato in Lettere moderne, è giornalista a “La Nazione”. Autore di testi di canzoni e storie per bambini, ha pubblicato due raccolte di poesia: Il Paese Incantato (ritratti in versi di cantanti con disegni di Max Cavezzali) e Sorella Toscana: un cd più libro con il cantautore Nicola Costanti. Con il cantautore Mario Castelnuovo ha portato in giro uno spettacolo di canzoni e poesie. Sue poesie sono state recitate da Alessandro Haber e Alessandro Benvenuti. Con Il Paese Incantato è stato finalista del premio Narrazioni. Nel 2017 ha pubblicato il suo primo romanzo, Le tre Lune. Sempre con il cantautore Nicola Costanti ha scritto il musical Amori e storie sulla via Francigena.
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