Poesie di Ilaria Sordi

Inediti
Scriveva di sé con i se
perché il potere delle ipotesi
apriva altri mondi sotto i piedi:
nel tuorlo espanso di un tramonto
il guscio rotto di un "Ciao"
pronunciato da chissà dove.
A sfioro sulla spalla
si è posata inaspettata
la tua voce di sole
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Sembrano quasi piovere le foglie
sopra gli occhi incollati al cielo
in un autunno che è mendace
promessa d'estate quando
sottosopra le lenzuola
stanno ancora appese ai balconi
ed un piccolo tempore smuove l'aria:
ho trovato in tasca un tuo biglietto,
gli auguri formali di tempi non sospetti
Chissà quanto contano le parole
nelle intenzioni dell'inverno
che tarda come i passi di chi
si attende inutilmente
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Forse anche i rami conoscono
il ciangottio sommesso dell'altrove
quando un tramestio nelle vene
si fa linfa a fior di pelle
nell'iperbole dell'amore: il cielo
ho lastricato di intenzioni
mentre decanta la malva nell'infuso
e gli occhi sono barche senza approdo
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Di più non domandare a quel tempo
appeso tra due ami al cielo
in dondolio d'amache e fianchi
quando al chiuso delle palpebre
il nido del presente era tutto
e più non affacciarti al futuro
con la fretta negli occhi
né al trascorso sentiero di risposte
C'è un'ora e c'è un qui in dono
senza prezzo di riscatto:
queste parole, un tetto, un gatto
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Qua in pianura ci sono mattini
di bruma e di campi deserti:
ogni zolla sgranata dal cielo
ha brevi sbadigli di luce
in quel limbo di bordura
tra città e campagna
dove gli occhi si attardano
dalla tangenziale il tempo
che basta per un armistizio con Dio

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Dalla silloge "La persistenza del cielo"
Chiedevo un sonno buono
senza il rovello dei tarli
Sulla guancia la bambagia
della quiete e una memoria
amniotica questo stare
in fetale posizione
un dondolio d'amore
Chiedevo un silenzio di ristoro
e un niente colmo alla misura
come quando da bambini
il bicchiere fino all'orlo
aveva il bilico dell'acqua
L' increspatura dei giorni
aveva intanto barchette di carta
da allunare sui davanzali
Chiedevo poi al cielo di durare


NOTE BIOBIBLIOGRAFICHE
Ilaria Sordi, nata a Piacenza il 22 marzo 1975, dopo gli studi classici si laurea in Conservazione dei beni culturali, si specializza poi presso la SSIS di Parma, opera per molti anni come guida turistica sul territorio piacentino e dal 2004 lavora come docente di lettere nella scuola secondaria di primo grado. Scrive in prosa e in versi. Ha pubblicato una prima silloge poetica Argilla e nuvole nel 2016 (Aletti), un breve romanzo a quattro mani Tre uova in una scatola da sei nel 2018 (di Ilaria Sordi e Lorenzo Bojola, Nencini editore) e una seconda silloge di liriche La persistenza del cielo nel 2019 (Lepisma Floema tra i poeti segnalati da Giuseppe Cerbino). Ha inoltre pubblicato vari testi in alcune antologie poetiche. Partecipa attivamente sui social perché crede nella condivisione della scrittura e nel confronto costruttivo tra autori e lettori.
E’ moderatrice del gruppo Fb “Poeti italiani del ‘900 e contemporanei”. In ambito scolastico si interessa a progetti e a percorsi di scrittura creativa.
Sposata e mamma di tre figli vive e lavora a Piacenza dove da alcuni anni insegna lettere presso la scuola secondaria di primo grado Italo Calvino.
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