Poesie inedite di Viola Bruno con nota di lettura di Sergio Daniele Donati

 

Siamo molto lieti di poter pubblicare delle poesie inedite della poeta Viola Bruno in cui è di tutta evidenza una profonda ricerca  - e con quali esiti! -  di contenuti armonici, anche nel descrivere elementi dissonanti dell'esistenza. D'altronde è tema molto caro all'autrice quello di una bellezza sottostante e, forse inglobante, le cose, una sorta di velo che ne permette non solo la lettura ed interpretazione ma, addirittura, la descrizione delicata dei loro elementi strutturali. 
Di tutta evidenza, pertanto, la spinta etica della scrittura di Viola Bruno che, tuttavia, si colora delle sfumature pastello di una delicatezza sovrana, contrariamente a quanto avviene per gran parte della poesia contemporanea ove temi come etica, sacro, rapporto con la trascendenza, sembrano poter essere solo descritti con la formula ad effetto di parole urticanti. 
Non è  - fortunatamente - il caso della poeta che si fa portatrice di un bello ritroso e celato, composto più di lievi domande che di risposte stereotipate e stereotipanti.
Un incedere, quello della Bruno, appunto delicato e leggero, ma di una leggerezza che, proprio per la sua lievità, è capace di sondare le profondità, i fondali di un mare in cui il bello è preminente. 
Non è forse questo uno degli elementi che, tornando ad un passato prossimo poetico, si dimostrano paradossalmente proprio per questo rivoluzionari?
Chi vi scrive ne è convinto davvero. Nulla di più sperimentale esiste che dare nuova luce, striatura inusitata a percorsi che odorano di antico e classico.
E in questo Viola Bruno manifesta una consapevolezza compositiva di lunga e profonda esperienza che contrasta l'abuso cui fin troppo spesso siamo testimoni di una parola il cui unico fine è l'effetto, dirompente sì, ma del tutto temporaneo.
Al contrario, le parole di Viola Bruno, proprio perchè levigate, lente e delicate appaiono destinare a durare e provocano un sottile effetto seduttivo che porta il lettore ad un costante ritorno verso di esse. 
Consigliamo pertanto di seguire questa poeta che - ne sono certo - continuerà a farci assaporare la delicata e fragile bellezza di un frutto raro e celato.

Per la Redazione de Le parole di Fedro
il caporedattore - Sergio Daniele Donati


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Le buone parole

Sui palmi si cerca
conforto dal buio

- Potrà mai un uomo
spogliare se stesso
dal vuoto sottratto
a vitali carezze?

Saranno piantati di sera
a lumi bruciati
quei morbidi semi
cui è tolta la buccia.

Saranno fiorite al mattino
le buone parole
gonfiate e rinate
all'umidità della notte.

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Una lupa

Disfatta nutrice
il seno regalo
allo zoppo
cui incespica il cuore

di latte l'amore
all'umano bisogno
concede salvezza

calore di madre
che irrora di vita la terra
Il buono che scuce la veste
al telaio della fame.





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Che l’umana tenerezza


Se io solo potessi
sottrarre al cielo le tempeste
sposterei dalla tua strada
tutti i sassi ad uno ad uno

Ma se nelle mie mani

non ho nulla di divino
altro non mi resta

che l'umana tenerezza:

nelle braccia come scudo
ripararti dalla pioggia
proprio al centro del mio al petto
consentirti un lungo attracco

e attraverso la mia bocca
consegnarti il mio respiro,
benché io ne resti senza.

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La figlia del boia

Di quelli che ho già perso
per la strada
ho nostalgia dei gesti
ancora nelle mani.

Ripetendo all'infinito
la condanna di mio padre
mormorio di non è nulla
- ci sarò
li trattengo già svanita
anteriore nel futuro

cancellati i loro occhi
tramortiti
dinanzi alla mia lama
calo giù la ghigliottina.

In fondo io
non ho mai detto addio

nemmeno a dio.




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Antica ferita


Ti regalo le mie fosforescenze
gli alberi sparuti sui miei argini

un'antica ferita
che ci assomiglia.

Speriamo insieme
la speranza.

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C'è un sentire come di foglia

C'è un sentire come di foglia
verde resistente
oltre ogni stagione.

Come di carne
di costola che resta
oltre ogni amputazione.

Nulla la linfa preserva,
cura, mantiene:
per mano in eterno
non tiene, soltanto
ti sfiora.

Schiacciate le spalle
dal peso
cerate agli orpelli
dei riti
l'istante che trema
non regge la sosta
- che fugge

ma il piede si posa
mancando la forza
e infagotta tre cose:
il dolore, la vita
forse anche la morte.


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Dall'abisso

La poesia non salva
solo distrae dall'abisso

È la palpebra
che lo cela agli occhi.



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NOTA BIOBIBLIOGRAFICA

Viola Bruno ha quarantatré anni e vive in Maremma. È costantemente in cerca di tutto ciò che dentro scavi, che funga da specchio e carrucola nel pozzo, che porti buio e luce in parti uguali, che smuova l'anima e la pancia.
Insegue la Bellezza ovunque: nella natura, prima di tutto, negli spazi aperti che consentono grandi respiri (ha comprato una casa al quinto piano, con un terrazzo che guarda le colline, l'alba e spesso la luna).
È cresciuta in riva al mare: non potrebbe vivere senza la sua voce, senza la sua consolazione. Lì torna ogni volta che può, specialmente in inverno, per ascoltarlo, per salutare il maestrale, per ringraziare la tramontana, quando lo alliscia come una coperta di velluto.
E poi c'è la musica, che la accompagna sempre, e l'arte, la fotografia. La Bellezza è il suo salvagente.
La sua prima silloge poetica, Di luce compressa è stata pubblicata da L'inedito Edizioni nel giugno 2023. Le sue poesie sono presenti anche in varie antologie della stessa casa editrice. È stata tra i finalisti al Premio Carrera 2023 ed ha ricevuto una Menzione d'Onore al Premio Città di Grosseto "Amori sui generis", nel 2024.




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