"Nella patria di nessuno" - sei poesie inedite di Ilaria Palomba con nota di lettura di Sergio Daniele Donati

 


È davvero un piacere poter pubblicare su Le parole di Fedro sei poesie di Ilaria Palomba tratte dalla raccolta poetica ancora inedita "Nella patria di nessuno". 
Sono poesie, come potrete vedere, dal ritmo incalzante e battente in cui emerge quasi sempre, come per incanto, una domanda centrale attorno alla quale la poeta costruisce come una rete protettiva costituita da lemmi fermi e definitivi. 
L'effetto di un dire che si fa pietra di marca, miliare, è amplificato dalla ripetizione dei verbi, dalla preziosità degli scarsi, e proprio per questo centrali, aggettivi eletti nei testi e soprattutto nell'uso sapiente del modo verbale infinito, al posto del corrispondente sostantivo, che pone il testo in un quasi-tempo, in una dimensione, in altre parole in cui il tempo stesso ha un peso relativo, rispetto al significante veicolato dalle parole. 
Siamo dunque molto felici di potervi proporre questi testi come stimolo ad approfondire la lettura di una interessantissima poeta.

Per la Redazione de Le parole di Fedro
il caporedattore - Sergio Daniele Donati

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ESTRATTO
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La notte prima della crocifissione
guardammo le frane e la terra
guardammo l’algore dell’uomo
nessuno seppe chiedere perdono.
Perché sono tornata a te adesso?
Per sconquassare la ruggine
nelle mani o per non sapere.
Non ho coscienza delle piaghe
nell’altissimo cercare l’uomo
la via baluginante nella gioia
alla ferita succede l’abbandono.


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Non cedere al confronto
grava spurio l’ardore
e lo sparto taglia in sei
le squame le vene
le nostre cattedrali
il Cristo velato
le sigarette fumate
le braccia arrese alla foga
al lumierante giardino
al volo degli astori
mi sentivo smembrata
nel volto nel volo
senza gravi senza prede
ero murata e tentavo di estrarre
labente ogni crepa
al picco e al cratere nel paese
inventato della mente
al bucare la mente nel perdono.

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Hai combattuto con le ombre
hai trovato la quiete nel distacco
o forse è una menzogna
devi raccontarti la tregua
dalla via estinta la via estatica
adesso trami nelle vesti
stentate di madre tra i segni
di figlia del vento l’assalto
non potrei dirti altro
non potrei dirti cerca
ora come allora la spuma
iridescente del giorno
la crapula distorta
e questa tua vita
ancorata alle nuvole
non gettarla nell’urlo
dimentica il demente virgulto
dimentica il seme storpio
il venefico pianto nel confronto
resta nei rami e negli stormi
chiedi alla bora e ai giacigli
di accoglierti senza ferita.


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Ricorda in silenzio quella risacca
rinnova il barbaglio il corpo vuoto
nel silenzio la voce arroventata
non trova il luogo per nascere al giorno
i ceppi infuocati nella boscaglia
aulenti primule e iridi spurie
nel salmodiare della viva notte
nella tua voce il mio nudo silenzio
il mare non esiste e il bosco è fame
di un tuo sguardo nel gesto mai nato
pronubo d’ombra e cespi
del tuo sparire nello sparto
del mio corpo nel silenzio.

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Ricomincio ad amarti
dell’amore dei ciechi
degli insonni del non
sapere più se toccare
pareti vive
lo sguardo acceso in
tutto questo franare
il tuo nome si ripete
nei nomi degli amati
il deflagrante vuoto
dell’essere stata poi
morta sradicata
al sé all’io sbarrato
in pezzi - è illusione
la coscienza -
il senso aperto.

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Non viene forse la musica dal segreto?
Sai sempre portarmi oltre il diluvio.
Il giorno comincia nella silente attesa,
saprà il mattino arroventare i cieli?
Nel tuo canto solcato d’ore e ombre,
la via illuminata si apre al vivo fuoco,
e non dimenticarmi, amore, non dimenticare
la sospensione degli astri, la vitrea
luce ai sacrari dilaniati in sogno,
alle rivolte, alle buie sgranate furie.
Lei, nascosta allo sguardo, al perdono,
piccola cieca smisurata e ridente
nella notte siderale, nella patria di nessuno.

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NOTA BIOBIBLIOGRAFICA

Ilaria Palomba, scrittrice, poetessa, studiosa di filosofia, ha pubblicato i romanzi: Fatti male (Gaffi; tradotto in tedesco per Aufbau-Verlag), Homo homini virus (Meridiano Zero; Premio Carver 2015), Una volta l’estate (Meridiano Zero), Disturbi di luminosità (Gaffi), Brama (Perrone), Vuoto (Les Flâneurs); le sillogi: Mancanza, Deserto (Premio Profumi di poesia 2018), Città metafisiche (Ensemble), Microcosmi (Ensemble, premio Semeria casinò di Sanremo 2021; premio Virginia Woolf al premio Nabokov 2022); il saggio: Io Sono un’opera d’arte, viaggio nel mondo della performance art (Dal Sud). 
Ha scritto per La Gazzetta del Mezzogiorno, Minima et Moralia, Pangea, Succedeoggi. Ha fondato il blog letterario Suite italiana, collabora con le riviste La Fionda, Le città delle donne, Inverso, Versolibero.
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