A proposito della raccolta di Enzo Cannizzo "Il cielo pende dai lampioni" (Algra Editore ,2020) - "non nota di lettura" di Sergio Daniele Donati

 





Dice il poeta Enzo Cannizzo (1)

2

ottobre ci prende per mano
tra i bagliori dei parabrezza
e lo schianto dolcissimo
di un altro mattino
piove in piazza roma una ragazza
si stringe al dizionario

e a me pare che in quest'assenza d'interpunzione prenda vita l'eterno gioco, quel nostro vivere il reale come una sequenza senza fine di immagini a cui, alle volte, non siamo in grado di dare che una descrizione minima, fugace.
Perchè nel dire senz'altro aggiungere brilla sempre un significato ulteriore e, se volete, un gesto che ridona libertà - quindi è gesto di liberazione - il lettore dalle sue stesse catene. 
C'è, in altre parole, nel dire senza attribuire che scarsi e incisivi aggettivi alle proprie parole, un'elevazione etica che lascia all'interprete il commento. 
E questo ci fa stringere, come la ragazza sotto la pioggia, alle parole, alla loro potenza liberatoria, soprattutto se le stesse ci vengono donate come una essenza in sé. 

E aggiunge il poeta:
13

quando il cielo è una candela 
e divampa al risveglio
l’incendio dei nomi e la musica cade

cede altrove 
dall’occhio di dio 
la trave marcia

l’azzurro è cieco ridotto ad arrotino 
con lenti scure tiene a bada l’abisso

non spaventa più che i passeri e i garzoni 
di barbiere col suo stridere di lame 
e ombre contro mole e freni di rotaia

e io sento il canto di altre voci, come memorie di sabbia, farsi strada nelle mie sinapsi. Altri poeti che cantano il sacro dalle viscere del quotidiano e coi quali Enzo Cannizzo intona un coro di rimpianto - e pianto - per il nostro saper cogliere lo stesso sacro solo parzialmente, come refolo, scampolo, traccia sottesa mai completa e nascosta. 
Mi viene in mente la poesia di Yehuda Amichai Dio è coricato

Dio è coricato supino sotto il mondo
Sempre impegnato in riparazioni, sempre qualcosa si guasta
Avrei voluto vederlo per intero ma vedo
Solo la suola delle sue scarpe e piango

Due lodi dell'incompletezza, due canti al desiderio di unione dal limite, percettivo o cognitivo che sia, così tanto umano e così tanto struggente. 
Un azzurro ridotto ad arrotino che canta assieme alle suole delle scarpe di un dio riparatore e per questo mai in totale ascolto della nostra prece di vederne il volto. 
In Cannizzo cede l'occhio di dio, in Amichai cade in un pianto l'uomo assieme ai suoi limiti di comprensione
Che gioia leggerli assieme! Sì, due pianti che donano gioia al lettore, in un paradosso emozionale che smuove. 

E vi lascio con un'ultima poesia di Enzo Cannizzo che mi ha tacitato e, per questo solo - per non sommergerla in parole inutili - lascerò senza mio commento.
Che sia un silenzio commosso per la danza dei simboli che questo testo porta il mio commento.

18

ombre affilate
si defilano dalle carni

fiato di formiche in fuga
dai denti guasti
di una scatola di latta

un pinguino azzimato
guida in corteo
lemuri in marsina
e radici aeree

il futuro tira calci a un pallone
lungo la linea
tremula dell’orizzonte

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Note
(1)I testi riportati sono tratti dalla raccolta apparsa nel 2020 per Algra Editore, nella Collana Plumelia, con la prefazione di Maria AttanasioIl cielo pende dai lampioni, prima silloge del poeta. 
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Note biobibliografiche

Enzo Cannizzo è nato a Catania nel 1970, città nella quale vive dagli anni dell’Università.
Cresciuto a Grammichele, dove la Piana di Catania incontra gli Iblei, mantiene con i luoghi della prima giovinezza un ininterrotto legame. Già restauratore di carte antiche e poi libraio, dal 2010 è impegnato nella gestione del wine bar Città Vecchia all’interno del quale organizza reading di poesia e rassegne culturali animate da figure di rilievo, o ancora emergenti, del panorama artistico e letterario.
Sue poesie sono apparse nel 2014 in un quaderno collettivo edito da Neon. Nel Settembre 2020 è uscito per Algra Editore, nella Collana Plumelia, con la prefazione di Maria Attanasio, Il cielo pende dai lampioni, sua prima raccolta di versi. 
Alcune liriche presenti nella silloge sono state volte in Castigliano e pubblicate in tiratura limitata fuori commercio dal poeta e Italianista dell’Università di Siviglia Miguel ‘Angel Cuevas
Altri frammenti sono stati tradotti, negli Stati Uniti, dall’italianista dell’Università di Stanford Ana Ilievska, e fanno parte del volume Contemporary Sicilian Poetry: A Multilingual Anthology da lei curata insieme a Pietro Russo. Nel 2021 Il cielo pende dai lampioni ha ricevuto la menzione d’onore per l’opera edita al trentacinquesimo Premio Montano.
Nel luglio 2023 è uscita per Algra Editore, nella collana Ginestra dell’Etna, diretta da Maurizio Cucchi, una sua nuova silloge, segnalata al trentaseiesimo Premio Montano, con prefazione di Miguel ‘Angel Cuevas, dal titolo Avanza un’ora di luce. La silloge è risultata vincitrice, in ottobre, al contest “La poesia che canta – sesta edizione”, organizzato dalla rivista “Circolare Poesia”.
La sua raccolta di racconti inediti Zagare, segreti e un juke-box disperato, finalista alla trentasettesima edizione del Premio Montano per la sezione “Prosa inedita” è in uscita, col titolo Zagare e segreti, per l’Editore Ensemble.


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