(Redazione) - Suggestioni - 02 - Amore (Gaio Valerio Catullo e Pablo Neruda)

 

A cura di Emanuela Sica

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VIDEOLETTURA DI EMANUELA SICA


 
"Carme 51"
di Gaio Valerio Catullo

Assomiglia a un dio,
superiore, se è lecito, agli dei
colui che guarda e insistentemente ascolta che ridi dolcemente
te stando seduto di fronte
ciò a me misero
strappa tutti i sensi: infatti o Lesbia,
appena ti vedo non mi rimane un filo di voce;
ma la lingua si intorpidisce, una fiamma sottile
si diffonde sotto le membra,
le orecchie risuonano di un rimbombo particolare.
Gli occhi si appannano di notte.
L’ozio, o Catullo, ti è dannoso
a causa dell’ozio ti esalti e sfreni troppo;
l’ozio un tempo rovinò re e città prospere.


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"Qui ti amo" 
di Pablo Neruda


Qui ti amo
Negli oscuri pini si districa il vento.
Brilla la luna sulle acque erranti.
Trascorrono giorni uguali che s'inseguono.

La nebbia si scioglie in figure danzanti.
Un gabbiano d'argento si stacca dal tramonto.
A volte una vela. Alte, alte, stelle.

O la croce nera di una nave.
Solo.

A volte albeggio, ed è umida persino la mia anima.
Suona, risuona il mare lontano.
Questo è un porto.
Qui ti amo.

Qui ti amo e invano l'orizzonte ti nasconde.


Ti sto amando anche tra queste fredde cose.
A volte i miei baci vanno su quelle navi gravi,
che corrono per il mare verso dove non giungono.
Mi vedo già dimenticato come queste vecchie àncore.
I moli sono più tristi quando attracca la sera.

La mia vita s'affatica invano affamata.
Amo ciò che non ho. Tu sei così distante.
La mia noia combatte con i lenti crepuscoli.
Ma la notte giunge e incomincia a cantarmi.
La luna fa girare la sua pellicola di sogno.

Le stelle più grandi mi guardano con i tuoi occhi.
E poiché io ti amo, i pini nel vento
vogliono cantare il tuo nome con le loro foglie di filo metallico



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