(Redazione) - Un estratto dalla silloge " Storie Minime " di Maria Pina Ciancio (Fara editore, 2009) con nota di Lettura di Sergio Daniele Donati


Siamo davvero lieti di poter pubblicare un estratto della silloge di Maria Pina Ciancio "Storie Minime" (Faro ed., 2009) in cui si sente vibrare come in poca e rara poesia contemporanea un legame antico costituito di radici, terre - fertili ma anche ostili -, crepe ove il seme della consapevolezza può dar virgulto.
La poesia in questa silloge è densa di richiami ad un naturale che si manifesta forte  e sempre senza rinunciare alla sua funzione, secondaria ma tanto importante, d'essere portatore di simbolo. 
È un scrittura densa quella della Ciancio, ove l'assenza ha un ruolo fondamentale nella costituzione di un'identità poetica (paesi spopolati che la abitano, luci che franano in crepe nascoste, perdite, passaggi divergenti, mani che divengono incapaci del gesto per loro più naturale e restano impigliate in una scelta dura tra l'opposizione di un pugno e l'accoglienza del ramo).
Siamo dunque di fronte ad una natura che non è sufficiente a  stessa ma che si completa nel suo esser simbolo della descrizione di un umano incapace, forse, di definirsi, ma eterno nel suo anelito alla completezza.
La Cianci, a parere di chi scrive, è poeta del  che si costituisce dai suoi limiti, dai suoi inciampi, dai suoi argini e in essi trova la risposta ad una domanda mai posta direttamente - forse da temere - riguardante il proprio ruolo nella terra d'origine, la relazione con la crepatura delle radici e l'impossibilità di cogliere della luce altro che la sua evanescenza e nascondimento.
Per la Redazione de Le parole di Fedro
Il caporedattore  -  Sergio Daniele Donati
_______

Mi abitano i paesi spopolati
e il vento

la luce che scorre in un istante
e frana nella crepa dei calanchi
nella carne

___

Hanno memorie le strade
tracce di perdite e di incontri
di santi e mendicanti

Si ama così sotto la pioggia e il vento
i passaggi divergenti
la svolta nella nebbia

l’esserci da sempre
irrimediabilmente dentro


___

Abbiamo allineato lo sguardo
i passi, i vasi dei gerani
sul selciato ancora fresco
senza sapere che nel vaso di pietra
riverso alla finestra
sono cresciuti i cardi stanotte
con la testa capovolta nella crepa
___

È nella crepa grande
quella priva di intonaco e calce
che il cedimento talvolta arriva
come un presagio d’azzurro aperto al cielo

un fiato appena


___

Lo spaesamento, ecco cos’è:
un tempo in cui le mani non sanno più
se stringersi a pugno
o fermarsi
distendersi a ramo sul cuscino


NOTE BIOBIBLIOGRAFICHE
___

Maria Pina Ciancio di origine lucana è nata in Svizzera nel 1965. Trascorre la sua infanzia tra la Svizzera e il Sud dell’Italia e solo da qualche anno si è trasferita e vive nella zona dei Castelli Romani.
Viaggia fin da quand’era giovanissima alla scoperta dei luoghi interiori e dell’appartenenza, quelli solitamente trascurati dai grandi flussi turistici di massa, in un percorso di riappropriazione della propria identità e delle proprie radici.
Ha pubblicato testi che spaziano dalla poesia, alla narrativa, alla saggistica. Tra i suoi lavori più recenti ricordiamo “Il gatto e la falena” (Premio Parola di Donna, 2003), “La ragazza con la valigia” (Ed. LietoColle, 2008), “Storie minime e una poesia per Rocco Scotellaro” (Fara Editore 2009), “Assolo per mia madre” (Edizioni L’Arca Felice, 2014), “Tre fili d’attesa” (Associazione Culturale LucaniArt 2022).
Nel 2012 ha curato il volume antologico “Scrittori & Scritture – Viaggio dentro i paesaggi interiori di 26 scrittori italiani”.
Suoi scritti e interventi critici sono ospitati in cataloghi, antologie e riviste di settore. Recentemente è stata inserita nelle collettive: “Orchestra” (a cura di Guido Oldani) LietoColle 2010; “Il rumore delle parole – 28 poeti del Sud” (a cura di Giorgio Linguaglossa), Edizioni EdiLet 2015; “Sud – Viaggio nella poesia delle donne” (a cura di Bonifacio Vincenzi) Edizioni Macabor 2017; “Dizionario critico della Poesia italiana 1945-2020” a cura di Mario Fresa, Editrice Fiorentina 2021.
Con il libro “Storie Minime e una poesia per Rocco Scotellaro” nel 2015 ha vinto la X Edizione del Premio Letterario “Gaetano Cingari”; nel 2014 il Premio Internazionale della Migrazione – Attraverso L’Italia e il Premio Letterario Città di Cerchiara – Perla dello Jonio (con un testo tratto dalla raccolta); nel 2009 il Premio “Tremestieri Etneo” (Targa Antonio Corsaro).
Ha fatto parte di diverse giurie letterarie, è presente in numerosi cataloghi e riviste di settore.
È presidente dell’Associazione Culturale LucaniArt e su internet cura lo spazio web lucaniart.wordpress.com
Il suo sito personale è: https://cianciomariapina.wordpress.com/

stampa la pagina

Commenti