Sei inediti di Saverio Bafaro


Il fiore più bello
ha instillato
il più grande timore:
la sua fierezza
è un involucro tragico
la sua erezione
una violenta presenza.
Quali misteriose trame
cela il suo giovane sognare,
quali la sua magnificenza?
E nelle sue pupille
viste da vicino
quale figura si nasconde
vivendo in parallelo
un destino capovolto?
Con quale prodigio
e sotto quale condizione
si uniranno il fuori col dentro
in un essere più completo
che non muoia nel nascere
e che non nasca nel morire

___
Premendo mi dici di esserci
specchio conficcato nel fianco
così da dentro riesco a sentirti
corpo pieno di contenuti
e dispositivi di immagini
desiderose di esser viste
nelle ossa, nei muscoli, nelle cavità
in un sentire che tutto unisce
con la testa a completare il viaggio
e oltre non posso transitare
e niente più, oltre questo bastare

___
Separare e poi sovrapporre in parte
l’uomo e la donna che porto in me
rendendo grazie al loro esserci,
armonizzarne con voluta intensità
le fisionomie ai due lati dello specchio
con grandi esiti nell’opera maestra
per gli elementi del volto e della voce,
dei movimenti e del ritmo, inesausti
nel rincorrere e ottenere un incontro.
Provare infine un forte coraggio
‒ simile a un fabbro atto a fondere ‒
di accogliere e riplasmare insieme
con solidità, magnificenza e stupore
l’unità così emersa visibile e sovrana

___
Noi che ci abitiamo
in stanze contigue
e lasciamo socchiusa la porta
affinché ognuno transiti
nel sogno dell’altro
ci invitiamo in quell’arena
senza paura, in vortici e ritrovate apparizioni
di stelle fulgide come bisogni urgenti
la presenza dell’assenza e l’assenza della presenza
riviviamo insieme, allungandoci le mani

___
Camminiamo piano
un sentiero dritto lungo il Fiume
con le schiene rotte,
facciamo un pezzo
poi torniamo indietro...
Mi sveli appena
brandelli di passato
e io sorrido e dissanguo
allo stesso tempo.
Riguardo la foto
dove ci nascondiamo
dietro al paesaggio
e ricevo la visione del futuro
a cui Dio vietava l’accesso
per credere ancora nella Natura
nonostante questa terribile Paura


___
Ma esiste in me
una diversa smania
di congruità e lotta
alla finzione, agli stacchi
e ai plurimi nascondimenti,
una sete di un filo
continuo d’acqua:
cristallina fonte
deturpata nel mentre
vuoi ora ritornare
alla tua origine


NOTE BIOBIBLIOGRAFICHE

Saverio Bafaro nasce a Cosenza nel 1982. È psicologo, psicoterapeuta, poeta e critico letterario. Presso l’università «La Sapienza» diventa dottore in Psicologia dello Sviluppo, dell’Educazione e del Benessere, si specializza, poi, in psicoterapia Gestalt-analitica individuale e di gruppo. Ha pubblicato: Poesie alla madre (Rubbettino, 2007);  Eros corale (e-book sul sito www.larecherche.it, 2011); Poesie del terrore (La Vita Felice, 2014). Sue opere sono apparse all’interno di antologie come Quadernario  ̵̶  Calabria (LietoColle, 2017), di riviste letterarie e blog di poesia, e sono state tradotte nel Journal of Italian Translation (Bonaffini, 2021, vol. XVI, n. 2). Già redattore della rivista «Capoverso» per cui ha curato il numero monografico Omaggio a Pavese (Orizzonti Meridionali, 2019) ‒ fonda nel 2022 il semestrale cartaceo di poesia «Metaphorica» (Edizioni Efesto). Di recente ha curato la silloge postuma di Carlo Cipparrone Crocevia del futuro (L’arcolaio, 2021) e la traduzione di Stickeen. Storia di un cane di John Muir (La Vita Felice, 2022)

stampa la pagina

Commenti