(Redazione) - Breve nota di lettura su alcune poesie di Emanuela Mannino


La poesia di Emanuela Mannino è poesia della trasformazione (anelata a volte, raggiunta altre) attraverso la via della delicatezza. Il dire della poetessa non è mai acerbo, né tantomeno duro, nemmeno nella descrizione di moti di paura e pianto, quasi ad indicarci sempre all'interno dei movimenti dell'anima un percorso, una via possibile.
I versi di Emanuela Mannino sono spesso brevi ma sempre legati, senza salti, con concatenazioni linguistiche e di significato sempre ricche per chi sa abbandonarsi prima al suono della parola che alla ricerca del significato veicolato. 
Siamo di fronte a una brevità che disvela l'altro, il non detto, come solo la poesia densa di qualità sa fare. 
Nelle poesie tratte dalla silloge "Eppure" (CONTROLUNA ED., 2022), che qui si propongono assieme a tre inediti di Emanuela Mannino, è evidente la capacità simbolica e di uso di elementi naturali per descrivere il sè profondo (in Paura ad esempio troviamo acque, sabbie, piogge che chiamano la primavera dalla paura; in Quando la neve un semplice stelo ci dovrà ricordare sotto la coltre di neve e d'oblio che ricoprirà la terra che su di lei il cielo stesso aveva dei sogni).
Poesia delicata, dicevo, quasi soffiata, e trasformativa, con pochi, anzi assenti - per fortuna - concessioni al tranello egotico di gran parte della poesia moderna, quella della Mannino è un canto alto, benché non artificioso e privo di inutili lirismi, un richiamo puro e (lo ripeto ancora) delicato alla più profonda delle capacità umane spirituali: quella di saper trasformare.  

Per la redazione de
Le parole di Fedro
Sergio Daniele Donati

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POESIE TRATTE DA“EPPURE”CONTROLUNA, 2022
(Estratto)

Paura

Più forte,
mia paura
parlami
voglio spegnere la notte
con il mio pianto,
mostrami la via
del sentiero infranto.
Mostrami l'acqua
che attraversa il deserto
mostrami la pioggia
che s'insabbia nel petto.
Sento la cima primavera
fiorire dal silenzio.

Quando la neve

Domani
quando la neve
avrà coperto ogni parola
resterà soltanto
uno stelo di stelle
a ricordarci
che anche il cielo
aveva dei sogni
sulla terra.

Giunco

L'aria brucia
di tutte le tue fughe.
Divampa la mia sorpresa
resto
sospesa
in balìa del vento
come un giunco d'estate
tramortito
sulla palude degli addii.

Che fa la gente?

Che fa la gente
a quest'ora della notte?
C'è un silenzio di gesso,
il sonno con il cuscino
a deglutire le ombre
del giorno mai concluso.
Rumore d'alba
nei sogni
che slacciano
dolore.

Sostare silenzio

Restare
in silenzio
insieme al caos distratto delle cose,
tra i sentimenti spenti
d’un angolo di posacenere.
Svanire
tra profumi e sudori
all'ombra di un gelsomino,
più forte.

TRE POESIE INEDITE
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Il corpo fa la strada
la strada agita la notte.
Viscere di mare
ai lati dell'ombra.
Non sapere quanta luce
dagli oracoli del monte,
non sapere quanto monte
dalla vetta dei respiri.
Ed io volgo la via
ed il mare alla via
e la notte al monte.
Poi mi siedo
alta di cielo
stretta radice
di minuscoli echi.
Presagi
di Luce.
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Bastoni di cielo cupo
ai semafori dei ciechi,
palpiti di palmo aperto
uno sguardo-una moneta
nei secondi imploranti.
Gas
solo gas
esalare di speranze
sulla corsa
dell'asfalto indifferente.
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Il portone è chiuso.
Anche la pioggia, chiusa.
La soglia serba le orme del fato,
le ombre su per le scale
a casa, all'ombra di tutto.
Un tavolo
una tazza colma di nuvole.
Seduti, al cospetto d’una lampada
quando dentro è troppo buio.
Questa luce-questa immensa bugia.
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NOTE BIOBIBLIOGRAFICHE

Emanuela Mannino è nata a Palermo nel 1976. Docente di scuola Primaria, ha pubblicato la prima
silloge Sole ribelle. Versi di bellezza e di resistenza (Ensemble, 2020) e un racconto nell’antologia Congiunti (Ensemble, 2020). Ha pubblicato un micro-romanzo nel collettivo Tina: Storie della Grande Estinzione (Aguaplano, 2020)
Una sua poesia, A piedi nudi, fa parte del disco Old Folk for new poets (New Model Label, 2021)
Ha pubblicato la silloge Eppure (Controluna, 2022). Sue poesie sono pubblicate su riviste e blog letterari.

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