Tu sai di cosa parlo

Tu sai di cosa parlo
quando il mio dire 
inclina al silenzio
nell'ora che altri hanno detto
intenerire il cuore.
E sai cosa taccio
quando il mio sguardo 
si perde lontano
dietro orizzonti densi
e naufraga inciampando,
profugo, come il passo d'un Enea
eradicato e senza padre 
sulla schiena.
E sai che sono schiavo
d'una parola tiranna 
che vorrei soffocare 
con le voci primaverili
dei bambini nei parchi.
Sai e taci le ragioni profonde
del mio zittimento.
E canta in quell'ora il merlo
il canto che prepara 
ancora una volta 
la lezione monotonica
e mistica dell'assiolo.
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