Ora che il disco è spento

Oblivion di Sergio Daniele Donati

Ora che il disco è spento
e la puntina salta in fondo
su argini inesorabili,
è un silenzio gracchiante
a raccontare la fine
della nostra storia.
Sembra porre la domanda
-che io rifiuto-
sulla parola che rifiutavi.

"Che nome prende mai 
l'amore quando evapora,
come sudore dai pori
di pelli inadeguate?"
Una domanda collosa,
di pece nera;
per questo ripeto nella mente
le note d'un Oblivion 
mai dimenticato.

Poi ricordo d'averti ricordata
l'altro giorno;
bimba e figlia innocente
d'un seme crudele,
e ricordo d'aver pensato
che la tua storia
è tanto simile alla mia
e che, se avessimo lasciato
al nostro incontro
le tinte pastello
di due occhi bambini,
ora non sarebbe 
un tango struggente
la colonna sonora 
dei miei pensieri.

Ci chiedevano aiuto 
quei due bimbi
e nessuna fisarmonica
potrà mai coprire
il loro sguardo incredulo,
il loro grido d'abbandono
mentre i nostri piedi adulti
calpestavano il loro castello 
di sabbia.





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