(Redazione) - Nota di lettura su SENZA TEMA! Poesie coraggiosamente atematiche (AA.VV. a cura di Pietro Pàncamo - edizioni Simple 2022)


È uscita a luglio 2022, per i tipi di Edizioni Simple, a cura del poeta Pietro Pàncamo, la raccolta di poesie di Autori Vari, SENZA TEMA! Poesie coraggiosamente atematiche.
La raccolta, come il titolo stesso sembra voler indicare, si caratterizza per una apparente assenza di una tematica comune alle composizioni. 
E, richiamandosi sempre al titolo, questo appare essere un atto di coraggio, quantomeno nel suo richiamarsi ad un libertà non solo tematica ma anche stilistica e di linguaggio degli autori. 
In realtà, tuttavia, a ben vedere, alcune linee, seppur soffuse, paiono mettere in relazione le diverse scritture. 
E, facendo un esercizio caro alla ermeneutica ebraica, è sempre bene cercare di trovare la similitudine nella differenza e la differenza nel simile, facendo così comunicare il sim-bolo col dia-bolo, ciò che rende simile e dà merito al nostro comune esistere, con ciò che, separando, insegna il valore della diversità e della unicità di ciascun oggetto.
Le due forme di conoscenza, quella che separa e quella che unisce devono comunicare sempre tra loro, perché ne sorga in chi le esercita la saggezza. 

Così in TUTTO PASSA di Kikai leggiamo: 

Non c’è sostanza nella vita, tutto scompare… 
I luoghi restano? 
Santuari pietrificati, sembrano addormentati; 
respirano silenziosi e immobili, come animali mansueti, [che ci hanno amato. 
Forse ci aspettano, fedeli. 
Ma forse sono eternamente nulla, senza di noi. 
Nostalgia è un luogo che resta. 
Nella nostra testa…? 
Mentre noi passiamo 
e lasciamo ogni cosa, e noi stessi
[attraversando il tempo. 
Salutiamo per sempre 
la nostra immagine, i nostri occhi, 
[persi dentro lo specchio 
[nel lago della memoria 
[del tempo che fu. Approdando a questa terra nuova, senza più ricordi 
[né sogni.

Mentre in POCHE COSE SERVONO di Angela Lombardozzi si legge:

Poche cose servono 
Ripeto poche cose servono 
Il sottile allinearsi della mente 
Lo spirito ribelle che 
bolle 
tra i tendini e il tessuto connettivo 
E pace tra cuore e bocca 
Poche cose servono
Il canto delle parole
Una matita lo sguardo sul labbro
L’attesa calma dei tuoi respiri
sul vuoto.

Non è dato sapere a chi scrive se sia un accostamento voluto ma sicuramente nelle due composizioni aleggia un richiamo ad un approccio meditato, se non meditativo, alla scrittura e a un richiamo all'idea di uno scorrere delle cose, degli eventi umani, ed all'evanescenza dei valori. 
Richiamo che è fondativo, lo sappiamo, sia delle filosofie  estremo orientale e della poesia in ispecie giapponese che del nostrano poetare sapienziale. 
Il richiamo a un pensiero che affonda in un oriente immaginato, a una luce soffusa che, appunto orienta, è presente nella meravigliosa lirica senza titolo di Tommaso Meldolesi il cui testo sotto si riporta 

Trattiene il cielo,
immenso,
un respiro affannato,
nella notte ossidiana
senza luna
e corre il desiderio,
si spande ad altri mondi,
lontano,
dove spaziano i ricordi.

La composizione che sembra prendere il centro dell'intera raccolta, ci narra di una lunga meditazione ad occhi aperti sui mondi altri  e sui riflessi che questi hanno sui nostri ricordi. Un altrove che comunque possiamo sempre introiettare nel nostro interiore ad esso simile per natura. 
Il curatore della raccolta, Pietro Pàncamo, nella sua magnifica poesia FILOSOFIA ci regala una vero e proprio viaggio interiore. Ne riporto sotto il testo. 

Parole e frasi sono gli intercalari del silenzio
che smette, ogni tanto,
di pronunciare il vuoto. 

Allora qualche indizio di materia
deforma l’aria,
descrivendo le pause del nulla
prima che il silenzio
si richiuda. 
(Le mani s’infrangono
contro un gesto incompiuto)

Siamo qui di fronte a una poesia descrittiva del rapporto tra silenzio e parola in cui, se è vero che l'uno è la fonte dell'altra, è altrettanto vero che l'uno annulla ed elide l'altra, rendendo ogni gesto (di scrittura?) vano e/o evanescente. 
Questa traccia originale della scrittura dell'Autore affonda, a parer di chi vi scrive, in una tradizione allo steso tempo estremo che medio orientale che vuole la parola come frutto di un silenzio fecondo che allo stesso tempo ne limita le potenzialità esplosive (e distruttive).
In CI SALVERÀ IL DISUMANO  Fabio Sebastiani, poi, veniamo trasportati nel dolore del limite, comunicando con la precedente lirica del curatore per antitesi feconda, quasi a che la purezza possa risiedere solo in un nulla che si mette per gioco simmetrico in comunicazione col silenzio di Pietro Pàncamo . Ne riporto il testo qui sotto.  

Ci salverà il disumano?
Quello che serra le labbra
in punta di parola
sputa il puro nulla negli occhi
e fino in fondo:
fin dove può arrivare
a penetrare con il verbo della notte.

A noi rimarrà solo la facoltà
di richiamare i coltelli
con la nostra stessa voce
per la stessa croce. 

Leggere questa raccolta, e bisbigliarne a bassa voce le liriche, in altre parole significa evidenziare il legame tra scritture certo diverse tra loro, ed in parte lontane, e far emergere quei resistenti (quanto invisibili) fili di lino che uniscono ogni penna con tutte le altre esistenti ed ancora da esistere. Il titolo della raccolta, a parere di chi qui scrive, è una feconda e fertile provocazione che incita il lettore a cercare ciò che lo stesso titolo vorrebbe nascondere. Il  legame tra lemmi distanti ma uniti dal campo comune della riflessione evanescente e soffusa. 

NOTA BIOBIBLIOGRAFICA SUL CURATORE
Pietro Pàncamo è un editor professionista, nato nel 1972.
È autore del volumetto di versi «Manto di vita» (LietoColle) e figura nell’antologia «Poetando» (Aliberti), curata da Maurizio Costanzo.
Ha collaborato con “Il sabato del racconto”, rubrica settimanale dell’edizione parmense de «la Repubblica».
La radio nazionale della Svizzera italiana gli ha dedicato una puntata del programma «Poemondo», mentre sue liriche, novelle o recensioni sono apparse, nel tempo, su quotidiani e riviste come il «Corriere della Sera», «Il Fatto Quotidiano», «La Stampa», «Carmilla», «Cronache Letterarie», «Gradiva», «Il cucchiaio nell’orecchio», «Il Ridotto», «La poesia e lo spirito», «Nazione Indiana», «Poesia» (Crocetti editore), «Poetarum Silva», «Scriptamanent» (Rubbettino), «Vibrisse» e il blog «Poesia» della Rai.
È stato redattore della rivista filosofico-letteraria «La Mosca di Milano», caporedattore per la poesia dell’e-zine «Progetto Babele» e direttore editoriale sia del mensile online «Niederngasse Italian», sia del programma web-radiofonico «Poesia, l(’)abile traccia dell’universo».


PER LA REDAZIONE
IL CAPOREDATTORE
(SERGIO DANIELE DONATI)

stampa la pagina

Commenti

  1. La coerenza tematica, se obbligata, costringe e soffoca, bene che si indossimo le ali anche in tal senso

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Tanto la.relazione tra le scritture emerge per vie nascoste, credo

      Elimina

Posta un commento