Un dire monco


Io non so più dire
della potenza del lampo,
del bruciore della ferita,
del clangore delle spade;
né so più parlare
di firmamenti e acque
o grandi luminari.
La mia parola è da tempo incatenata
a un rivolo sotterraneo
che m'abbassa lo sguardo 
alla ricerca della deflagrazione
del passo della formica,
delle ginocchia sbucciate d'un bimbo,
della fatica che la natura
tace a sé stessa
per perpetuare la propria esistenza.

Mi chiedi perché non parli mai d'amore
e non ascolti la mia voce balbuziente,
né guardi il palmo delle mie mani
sporche di terra.
Là risiede quella parola
di cinque lettere;
tra i calli d'una mano diventata
vecchia, ancora bambina.

Sergio Daniele Donati - inedito 2022
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