Stanze del «io non ho saputo»


Lascia al cielo
l'antica battaglia;
la radice d'un corpo d'uomo
è nel legame tra uno sguardo
- gettato all'orizzonte -
e il corretto appoggio
dei piedi a terra.
Lascia al cielo
l'antica battaglia,
posati sul punto più lontano
che il tuo sguardo possa contemplare,
e, prima del primo passo,
sospira.


Ogni sospiro è un tributo 
- sapessi quanto giova 
potersi dire «io non ho saputo» -
e lasciare ancora una volta
quella battaglia al cielo.
Sapessi quanto giova nel ritiro
potersi dire «io non ho capito»
e prima del primo passo
alzare il palmo a una presenza evanescente
- un saluto a ciò che mai torna -


Una mano che si alza
- anche se non percepita -
un battito di ciglia volontario
- anche se nei tempi dell'occhio -
spostano aria e creano spazio
alla penombra che crea 
mulinelli di riconoscenza
all'amore non riconosciuto.
Lascia quella battaglia al sole,
tu affidati a uno sguardo
capace d'orizzonte
a un palmo capace di rendere saluto
all'evanescenza;
sospira e cammina
con passo di bambino.

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