Sparring partner

 


Dicono che sia nata prima la seconda gobba sul mio naso che i miei denti da latte.
Parloai, scribacchini, gente capace solo di vedere negli altri un volto; alla volta.
Io, certo, paro, colpisco e schivo e ogni tanto capita che aggiunga nuove gobbe al mio nasone.
E rido, rido rido; ormai il mondo non ha più strumenti per farmi triste.

Oh, sì, c'è stato un tempo (io lo ricordo) in cui il mio naso era dritto che sembrava la giusta ipotenusa per i cateti che congiungono labbro superiore e centro della fronte -  e centro della fronte e sopracciglia.

Si è rotto - il nasone - per una disattenzione, forse. Avrei dovuto colpire prima io.
Ma nel pubblico c'era lei, e non potevo vincere, che non è nelle mie corde ignoranti la stoffa del campione.
Io per gli altri non vinco. Perdo per loro.
Le prendo, resisto, mi rialzo e rido; per gli altri.
E poco importa se in pochi capiscono il messaggio.

Dicono, ridendo delle gobbe sul mio naso, che in fondo era scritto che non avrei mai vinto niente; che sono solo buono a raccogliere sputi di campioni nel secchio.
Già, ma come cado, mi rialzo e rido io, loro non sapranno mai farlo.
E le mie gobbe sul naso - quelle sì - sono uno sputo. 
Nemmeno il cielo sa cadere e rialzarsi come me. Nemmeno il cielo.
E, se nel pubblico c'è lei, io non colpisco: inciampo apposta, e incasso e cado e mi rialzo; e rido.

Dicono che sono ignorante come le gobbe sul mio naso. Un perdente.
Ma che ne sanno loro di una finzione costruita da prima dei denti da latte per compiacere il mondo?
Che ne sanno?



stampa la pagina

Commenti