Tre inediti di Jonathan Rizzo


COLOMBELLA ROTTA

Non è l'amore a portare
al suicidio, ma l'odio.
L'odio
veleno di vele grondanti miele,
olio che esaspera ad astra
le papille gustative
straccia i tendini
specchi alle farfalle riflessive.
Osservavo ricadendo
nel cielo di gomma
la pioggia che scivola
nella moviola del quarto piano.
Nuvola morbida
sull'asfalto romano
spietato intervallo pubblicitario
dalla vita,
virgola ed apostrofo sparite.
Sparano alla colomba
da tutte le direzioni.
Rose dei venti
a bussola ed ago impazzite,
per essere sicuri
che non sopravviva
nello schianto
sul fondo
della pagina d'asfalto.

per Ilaria Palomba, nella settimana della sua vita




FIORI DI PANE E MATTONI

A Te che sei l’albero della vita.
Il ricordo grida profumo di pane,
mattoni in pasta nella casa di pace.
Tu che sei conto sulle dita
delle ore a girare,
sole nel cielo
nelle domeniche stanche,
tenero mare.
Per Te
che mi hai insegnato ad amare
sulla punta del cuore,
come il cassero nella tempesta gridare.
Questo nostro amore è
uno spettinarsi a vicenda,
navigazione oltre la stella polare.
Brucianti incensi in spioventi danze.
Dita campane d’orchestra
lette mappe intessute bussole
case di luce, giardini di rose.
Arcipelaghi alberi.
Passeggiamo fra i pini
offrendo fiori
a panettieri e muratori,
alle loro mani,
ai callosi palmi da lavoratori.
Lumi appesi tra rami
come corone d’intrecciate giunchiglie,
anelli in seconde nozze
per moglie vedova
di spada gravida,
nuovo sole a sorgere
sul mare impavida
mia dolce Venere d’amore avida.
L'anima infarinata
muove le dita sulla ruvida
terra nuda a giungerla viva
agli ingentiliti imbiancati seni,
miei pani miei mattoni miei respiri.

NELL’OSCURO CORPO PIETROSO 
DELLA GORGONA

La notte come ruffiana complice
nel silenzioso frastuono
ripetuto desiderio osservatore luminoso ossessivo cavernoso
tra il lunare fare l’amore col mare.

Tu lontana roccia del mio corpo
irraggiungibile a farsi porta
dalle mani maltata marea lattea.

Sei Lei, Gorgona pietrificante.

Frastornata donna nel segreto velo
tenda della notte.

Palmo dell’amante
Ogni linea fiume che rivela
fantasia della carne.
.

Avvolta
Luce nel buio
nottambula,
nascosta protetta
dagli anfratti
delle mie scoscese sponde.

Emergo tenebra
chiara
risplendente riflesso
nudo bianco corpo di luna.

Ti bacio muta
mentre
con le mani lavori rocche in valli,
grotte modelli per farne fiori e palme.

Sentieri tracci
nei sacri luoghi della mia carne
pietrosa
fame viva in fiamme.

Immagine lontana ad occhi smorti
desiderio di te
tra le mani
tocchi corti
ai sensi colmi.

Toccala
Puoi toccarla.
.

Intenso nel farlo.

La realtà corrompe la fantasia
e la consuma.

Appena toccata dissolta,
tornata donna di pietra
isola nell’ombra notturna.

Rimasto solo uomo di carne desiderosa
in attesa come l’isola
lontana, come l’isola pietrosa.

Donna Gorgona, compagna sponda.

Tutti e tre i testi sono stati elaborati
con la collaborazione
della poetessa Ilaria Giovinazzo

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NOTIZIE BIOBIBLIOGRAFICHE

JONATHAN RIZZO: Radici elbane - studi storici a Firenze - adozione letteraria a Parigi. Ha pubblicato 4 libri di poesia ed uno di narrativa, ospite in una decina di antologie e riviste per la poesia e la narrativa. Organizza eventi poetici da Bologna a Roma passando per la Toscana. 
Conduce un programma radiofonico ed uno sul web che parlano di poesia. 
Direttore Artistico del Gran Premio alla Poesia La Chute di Firenze. Rizzo
LE SUE PUBBLICAZIONI:
2016 "L'illusione parigina" edizioni Porto Seguro di Firenze;
2017 "Eternamente Errando Errando" edizioni LaSignoria di Firenze;
2018 "La giovinezza e altre rose sfiorite. Ritratto del poeta che fu" edizioni Ensemble di Roma;
2020 "Le scarpe del Flaneur" edizioni Ensemble di Roma;
2022 "Un caso pop per l'Ispettore Iannacci" edizioni PuntoAcapo di Alessandria.
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