Due poeti allo specchio (Gabriella Grasso e Sergio Daniele Donati - sul vento)


A buriedda (la brezza)

A un dio che respirava quieto
dietro le pareti delle case

alito che smuoveva piano
capelli e moscerini dalla fronte
nelle ore calde, a un tratto,
in strada o nel recinto
bacato della piazza

e che più volte ci ha cullato e ci ha gettato
dalla cuna

a un Dio che aveva tanti nomi
e altrettanti clamori per le vie

abbiamo dedicato
un nembo di pensiero senza voce
senza formule terse
con una forma di gemma
che sentivamo spuntare dentro il petto
e in qualche modo profumava l’aria


di Gabriella Grasso (dalla raccolta inedita Sciott)




Ruach (1)

                        A mio figlio Gabriel

Esiste un vento,
un vento divino;
plana lento sugli abissi
prima d'ogni parola.
Non cedo alla tentazione
di dargli nome.

Esiste un vento,
un soffio divino,
prima e sopra e
dentro ogni cosa.
Non cedo alla tentazione
di cercarlo nella notte.

Esiste un vento,
un aliseo divino,
che rende brace
l'ossidiana delle mie pupille,
quando mi guardi
(e io ti guardo) e
il tempo si ferma.

Mi copro pudico,
i volti, allora,
e si dispiega
alto
il nostro canto vitale.

di Sergio Daniele Donati
tratto dalla raccolta 
Il canto della Moabita (Ensemble ed., 2021)

(1) Trad.  dall'ebraico: vento

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Commenti

  1. Rispecchiarsi in un corpo giovane di figlio, bene, ma rimaniamo in ascolto del nostro corpo che invecchia, delle meraviglie della vetustà e degli scricchiolii di ciò che è antico. Lo sguardo interiore è più profondo, il carattere si forgia e diventiamo sempre meno omologati e sempre più strani, di quella stranezza che ci rende così unici. Bei componimenti. Barbara Rabita

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    1. Lo sguardo sugli altri rende dona senso a quello che portiamo su noi stessi, credo. Grazie davvero per questo magnifico commento

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