Il "piccolo male"

 

Diedi a quella ferita un nome
- poi due, poi cento, poi mille -
e mi costruii un castello di piaghe 
che suppuravano paure
e richieste d'aiuto - negato. 
Dentro il bozzolo 
non percepivo seta,
ma una sete di volo 
che poi fu - certo -
ma su cieli stranieri.
Mi salvò una voce di cicala
e il ritmo di nenia ripetuta
di una Musa indifferente,
cui faceva da controcanto
il sacro mono-tono dell'assiolo.

Mi chiedi perché ci sia del nero
sotto le mie unghie spezzate
e ignori lo sguardo sbarrato 
d'un bimbo che ottenne salvezza
leccando le resine dense
del portone dell'Altrove.
_____
Foto e testo - inedito 2023 -
di Sergio Daniele Donati 


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Commenti

  1. Altrove scritto giustamente maiuscolo. Per salvarci è nostro preciso dovere essere ALTROVE!!!! Sempre, dovunque ci troviamo. Barbara Rabita

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  2. La paura… quanto frena paralizza frana…e si fa ‘coperta’ la domanda in atto…chissà, una voce di cicala una nenia… “ninna nanna oh…tutti i bambini in braccio alla mamma, ma la madre e il suo mito ancora no!…”
    Trasformazione e divenire avvenendo costanti… rilasciano all’umano la muta a terra e la cicala è già Altro… la muta, la sua traccia di superstizione l’involucro di corpo mortale.
    Ci s’imbatte sempre in Altro, in quell’altrove che è la scrittura della memoria…❤️

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    1. Un meraviglioso commento che emoziona, grazie davvero.

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