Estratto dalla silloge FRAGILE AL MONDO di Antonella Sica (Prospero Editore, maggio 2016)


Le Parole di Fedro è lieta di poter ospitare un estratto della raccolta poetica di Antonella Sica, poeta che è già apparsa su queste pagine, Fragile al mondo (Prospero ed., 2016).
La silloge, che si caratterizza per una scrittura precisa, delicata e raffinata e per la capacità di comunicare contenuti anche attraverso il corpo, sarà oggetto di una più approfondita nota di lettura  nei prossimi tempi. 
Intanto si consiglia a tutti la lettura di una poeta che, nel panorama contemporaneo, non si può ignorare. 
 Per la redazione il caporedattore
Sergio Daniele Donati

Dalla sezione INTROSPEZIONI


La misura del vuoto

Il vuoto si misura
nei quattro passi
della tua casa
nel senso rovesciato
dei calzini da lavare
nel piattino orfano
che conservi
nel materasso macchiato
che copri
nel cassetto delle cose
che non hanno un posto
dove ogni tanto
metti le dita cercando.
Inutilmente.

La donna uovo

La donna uovo
sul dondolo
senza gambe
senza braccia
quindi uovo
dondola nel giardino
cieca e sorda
atterrita dal battito
stesso del cuore.

Vento nel giardino d'inverno
che dondola il dondolo
che dondola l’uovo.

Cade dal dondolo
l'uovo
spinto dal vento d'inverno
nuda senza guscio
a fare l'uovo
rannicchiata sulla terra
incolta la donna
senza uovo.

Piove l'inverno ora
sulla donna uovo
la pioggia fredda lava
spezza gli occhi allo sguardo
come pane fresco
apre gli occhi.
La donna uovo.
Io

La saliva dell’altro

Dimmi,
mi guarderai negli occhi
e non ti piacerai più?
Oppure sarò io
a cercare i tuoi
senza riconoscermi?
Sarà l’accumulo di troppi segreti
per noi due soli
a rendere opaco lo specchio?
Ti vedrai vecchio?

Oppure avverrà che un giorno
ti fermerai
a guardare qualcosa di bello
e ti volterai per dirmelo
ma io
sarò troppo avanti
o troppo indietro
a guardare qualcosa di bello
e mi volterò per dirtelo
ma tu
sarai troppo avanti
o troppo indietro
e ci guarderemo da lontano
senza poter più parlare?

Non so davvero
come si diventa estranei
alla saliva dell’altro,
perché ogni volta
l’ho dimenticato



Dalla sezione PROIEZIONI

La commessa del pane
ha un fisico minuto da ragazza
capelli tinti di biondo raccolti
in una coda di cavallo un po’ svogliata
anelli, orecchini e ciondoli
ad esibire
rituali passaggi della vita

è gentile, veloce, meccanica
la sua presenza sottintesa
in quello spazio stretto
fra il bancone e le ceste.

Le rughe
sul suo volto
sono parole involontarie
di dolore, amore e rimpianto
che non tollero guardare
per pudore.
___

Condividiamo l'attesa
lei raccolta nell'ordine
dei suoi vestiti sobri
il seno dimenticato
nella camicia gialla
gli occhi nel fango
di un pensiero immobile.

È quando chiamata
si alza che vedo
la crepa del tormento
nelle unghie
rose fino alla carne
per sentire, forse,
per sentirsi.

___

Sono seduti vicini ma distanti
due fratellini sul marciapiede
ginocchia graffiate, rabbia negli occhi
mentre mamma e papà litigano
a bassa voce con ferocia
nel parcheggio.

Sono troppo grassi
nutriti da un amore intermittente
di merendine e gelati.

Guardo la bambina
la sua coda di cavallo malfatta
i capelli arruffati
attorcigliati all’elastico.

Penso a quando lo tirerà via,
l’elastico,
per farsi male.
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