Dialoghi poetici coi Maestri 26. - Dialogo a tre ( Yehudah Amichai, Erez Biton ed io)

Deserto del Negev
Durante un viaggio verso Arad, il grande poeta israeliano Yehudah Amichai e il superbo poeta non vedente Erez Biton si ritrovarono nelle colline del deserto del Negev.
Erez chiese a Yehudah di descrivergli il paesaggio del deserto.
Amichai prese allora la mano di Biton nella sua e tacque.
Nel 2010 Biton pubblicò una poesia in memoria di quell'istante di scambio silenzioso, cui rispose poi Yehuda Amichai col testo che sotto si riporta.

Ho immaginato spesso di assistere a quell'incontro; anzi penso di avervi davvero assistito.
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Erez Biton
Dire il deserto
(dedicato a Yehudah Amichai)

La tua mano taciturna
Ha abbozzato davanti a me
Oasi nel deserto
Verde su verde.
Come vasi comunicanti
Una mano tocca l’altra.
Sono passati attraverso i tuoi occhi
A me
La grandezza del dire
E la meraviglia
Del roveto ardente.

(Erez Biton-2010 trad Sarah Kaminski, Università di Torino)
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Yehudah Amichai
Una volta ho viaggiato
lungo il Mar Morto
con un poeta cieco.
Volevo descrivergli le immagini
ma tacqui.
Lui ha visto, lui ha compreso.
 
(Yehudah Amichai-2010 trad Sarah Kaminski, Università di Torino)

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Sergio Daniele Donati
Allievo devoto

Eppure c'ero;
nel dondolio delle vostre schiene,
vento caldo sui vostri volti rugosi,
io c'ero.
Mi spingeva al silenzio
la potenza del granello di sabbia,
lo sguardo di David,
la fronte del gigante
perforata da un refolo d'aria
e il pianto delle madri.
Ero lì, colpo d'ala di falco
su un cielo di fuoco,
e passo a spirale d'un popolo
destinato e recitare milioni di nomi
in eterno.
Mi posavo ovunque.
Tra le vostre ciglia,
dove si incaglia l'immagine
ma respira la Parola,
io c'ero
e mi facevo Talled sui vostri capi chini;
io, allievo devoto
della vostra balbuzie e cecità
c'ero.
Solo in un luogo non mi posavo.
Nella dimora del sacro,
nel tabernacolo delle vostre mani
intrecciate di silenzio
per scelta non c'ero,
perché non fosse detto
ancora una volta
che l'uomo si disseta
alle acque del fiume proibito.
Restavo lì, al vostro fianco,
senza invidia,
perché l'allievo devoto protegge.
Custodisce e protegge
ciò che a lui non è destinato.

(Sergio Daniele Donati - Inedito 2021)

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