Sulla raccolta di Maciej Durkiewicz "89 notifiche non lette" (Il Convivio Editore, 2019) - nota di lettura di Sergio Daniele Donati

 


Siamo lieti di poter pubblicare un estratto tratto dalla raccolta di Maciej Durkiewicz "89 notifiche non lette" (Il Convivio Editore, 2019), opera dai tratti trasformativi e dalla struttura del tutto particolare. 
Come suggerisce il titolo, ogni composizione della raccolta rappresenta una notifica, ovvero un atto di comunicazione che, per lo stesso autore dichiara essere non letto.
ed è evidente che ogni mancata lettura di un testo diviene di per sé stessa spazio aperto da esplorare in un futuro che, pare di poter dire, debba essere per forza di cose prossimo. 
L'impianto lessicale e sintattico delle poesie è certamente di fine fattura e riporta ad un'idea di poesia che si situa tra il descrittivo e il rielaborativo con richiami ad una ben definita produzione poetica del secolo scorso. 
Così ad esempio nella lirica dal titolo RIFLESSIONE NATALIZIA, il cui testo sotto si riporta.

sto come
a natale
sugli alberi
le palle

di mio
tenebroso
luce tua
rifletto.

Il richiamo ad un famosa poesia di Ungaretti è di palmare evidenza tuttavia qui la citazione assume connotazioni anche ironiche, benché terribilmente serie. 
Gli accapo strettissimi non fanno che aumentare l'effetto straniante per il lettore in attesa di una conclusione, per così dire, classica che, invece, sul finale vira verso un verbo per forza di cose ambivalente.
L'atto di riflettere una luce altra, sembra di poter dire, diviene, leggendo la composizione atto di riflessione, di ripensamento sulla luce e sul proprio essere passivi di fronte a fenomeni luminosi che ci trovano impreparati perchè immersi in una nostra natura tenebrosa
In APPUNTI DI SINTASSI poi l'autore ci porta ad altre riflessioni. Ne riporto qui sotto il testo.

avere più territorialità
nella sintassi dei tuoi periodi
ecco la mia fertile preghiera
mai esaudita ma fondamentale
di non stare, ahimè, in inciso
di annidarmi in seno al predicato
della tua bellissima principale

Questa composizione, che appare avere la struttura di un anelito, se non di una vera e propria preghiera, traccia l'esigenza, tanto umana quanto poetica, di saper abitare le strutture del linguaggio, le sintassi che danno fora ai nostri stessi pensieri. 
È desiderio di dimorare la altrui parola ciò che il poeta qui esprime, non senza note nostalgiche e fertili, in cui la presa di coscienza di un mancato esaudimento ha un ruolo centrale. 
Un desiderio, si diceva, che l'umano non sia un semplice inciso di una lingua altra, ma che sia in grado di abitare appieno la casa della lingua e di com-prenderne le strutture sintattiche. 
Anche qui sembra di poter dire che, nonostante le evidenti note melanconiche, non sia assente l'uso di una sottile e fine ironia, che lascia al lettore, un tenue lume di speranza...non è anche questa forse la funzione dell'ironia?

Nella poesia dal titolo INELUTTABILE il poeta descrive, invece, un tempo e uno spazio di vita che tutti noi abbiamo, prima o poi nella nostra vita, sperimentato.

due anonime anime
che per una frazione 
di un anonimo anno
di amarono unanimi

per un'anacronia
dolce e tutta mia
per una tempistica 
amara e tutta tua
è venuto il lutto
ineluttabilmente
crudele e tutto mio

Anche in questo caso appare di poter dire che sussista un certa ironia che amplifica il tema serio e, in fondo triste, della poesia. tale ironia viene costruita con assonanze e balzi tra sostantivi ed avverbi quasi omofoni (anonime/anime/unanimi, amarono/amara, lutto/ineluttabilmente) e con quel gioco tra mio/tuo/mio che rende la lettura a tratti volutamente confusiva.
Pare di poter dire che qui l'autore abbia fatto uso dell'elemento sacrale dell'ironia: saper mitigare la potenza di un messaggio doloroso, descrivendone i contorni "a latere" come gioco che non svia ma attenua lo strappo.
Un lutto, quello descritto dal poeta, tutto suo che trova solo parziale conforto nel gioco di parola, nello escamotage linguistico, perchè divenga un pianto tenue e sommesso e non uno scoppio di dolore represso.
Quanta delicatezza in questo, quanta sapienza nel saper usare l'elemento lenitivo della parola, nonostante una realtà che batte forte e copre di sale le ferite. 
Una raccolta da non perdere davvero che consiglio di leggere e rileggere più volte a tutti voi.


NOTIZIE BIOBIBLIOGRAFICHE SULL'AUTORE

Maciej Durkiewicz ha conseguito il Dottorato di ricerca in Linguistica Italiana presso l’università di Varsavia, dove insegna. I suoi interessi sono specializzati in potenzialità espressive, sintassi e testualità in italiano. Scrive il prefatore Giuseppe Manitta: “Tra slanci e visioni, letture e irradiazioni, ogni testo è una notifica, concluso in se stesso ma aperto ad una infinita possibilità. In questa propagazione la poesia d’amore, depositaria della grande tradizione, assume sfumature diverse, diventa frastagliata come tessere di un mosaico che si compone per creare lo stadio variopinto dell’essere". 
89 notifiche non lette, edito da Il Convivio Editore nel 2019, ha vinto il Premio letterario Pietro Carrera, premio che è il suo maggior successo letterario.


LA SINOSSI DELL'OPERA TRATTA DAL SITO DI CONVIVIO EDITORE

Tra slanci e visioni, letture e irradiazioni, ogni testo è una notifica, un messaggio, concluso in se stesso ma aperto ad una infinita possibilità. In questa propagazione la poesia d’amore, depositaria della grande tradizione, assume sfumature diverse, diventa frastagliata come tessere di un mosaico che si compone per creare lo stadio variopinto dell’essere. Eppure, se la poesia legge la realtà ed ha la capacità di cogliere i tempi in tutta la loro trasformazione, in quel preciso istante non può prescindere dall’affrontare una variazione anche nel modo di proporsi. In questa situazione vive l’opera di Maciej Durkiewicz, perché le “89 notifiche non lette” rimandano ad altrettante manifestazioni di dubbio e di sospensione ed individuano una certa inattuabilità espressiva del sentimento.
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