Dialoghi poetici coi Maestri 23. - Patrízia Cavalli

Patrizia Cavalli - Foto di repertorio
Addosso al viso mi cadono le notti 
e anche i giorni mi cadono sul viso.
Io li vedo come si accavallano
formando geografie disordinate:
il loro peso non è sempre uguale,
a volte cadono dall’alto e fanno buche,
altre volte si appoggiano soltanto
lasciando un ricordo un po’ in penombra.
Geometra perito io li misuro
li conto e li divido
in anni e stagioni, in mesi e settimane.
Ma veramente aspetto
in segretezza di distrarmi
nella confusione perdere i calcoli,
uscire di prigione
ricevere la grazia di una nuova faccia.

Patrizia Cavalli - tratto da Poesie (1974-1992), Einaudi, Torino, 1992
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Mi capita a volte di contare i passi
verso una meta 
che perde a ogni istante
contorni, cadenze e tempi.

L'errore non è nel calcolo,
o nel tentativo di misurare 
uno spazio infinito.
Cerchiamo d'altronde ordine da sempre
e tracciamo linee immaginarie 
nel cielo
per orientarci la notte
e far approdare 
le nostre navi in porti di sogno.

È questo l'Uomo,
un esploratore dell'immaginario
incapace di stasi.

Ho imparato però col tempo, Patrizia,
- ho dovuto farlo -
a camminare all'indietro,
guardando in avanti,
per confondere il calcolo
con aritmetiche non convenzionali
e fare cadere una a una
le mie maschere idolatre.

Sergio Daniele Donati - Inedito 2021


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