Lettere a una persona speciale - 63 - Maggio 2024 - "Questioni ai cieli - Requiem"


Lo guardo tingersi di azzurro e, in un impulso d'invidia, a volte gli oppongo la nobile decadenza dei miei grigi, la lenta resa a uno scolorimento costante; una diluizione di ogni significato là, nella terra desolata dell'assenza di risposte. 
E sono stanco di riproporre al suo silenzio la stessa domanda, di sperare in un tuono che mi liberi dalle catene dell'attesa di un responso che mai avrà respiro. 

Per questo celo alle volte celesti, dietro una marea di parole sconnesse, la mia chiamata della delicatezza, anzi, la discesa delicata; il dono di una tacitazione -finalmente - sovrana.
Parli lui, il cielo, manifesti la sua voce a questo umano, mai troppo umano, che chiede incessantemente ascolto, e mi permetta di tacere, di dirmi vinto e andare lontano, nella terra dove - finalmente - anche la speranza di un nostro nuovo incontro avrà degna sepoltura.
Perchè, sai, a volte guardo il cielo e sento forte che, tra Priamo e Achille, io sono la salma da restituire alla terra e all'oblio nel decoro.

Tu tutto questo lo sai e taci, tingendo di bianco e azzurro la stella che mi batte in petto. 
La chiamano gabbia toracica, ma la vera gabbia è in ciò che sta fuori da un cuore malato e salterino e che ora declina e abdica al dovere del battito e lancia un sorriso beffardo, una bestemmia degna della peggiore osteria alla vita.
Tra la speranza e l'oblio, scelgo vino di bassa qualità e canti stonati e, se il cielo sa far di meglio, che canti lui il canto che avrei voluto uscisse dalla mia ugola.

Io non so contenere più il mio sogno...che irrori terre lontane e trovi altri cantori. 
Io non so cantarlo, né trattenerlo nella nebbia del silenzio. 
So, e tu sai, di aver sognato tanto, anche i sogni degli altri, e che ogni mio tentativo di trascrizione di quelle tracce è stata sinora un balbettio sdentato. 

Sogni il cielo il sogno che cerca di impormi. 
Io, come papà, puccio pane nel vino e lascio che coli sulle mie mani lacrime rosse e acidule di fallimento. 

Tuo, per sempre
Fedro



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