(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 18 - Su "Fenomenologia del Silenzio" di Anna Rita Merico (Musicaos editore, 2022)

A cura di Sergio Daniele Donati 

Fenomenologia del Silenzio (Musicaos editore - Poesia 36 , 2022) è la raccolta poetica di Anna Rita Merico che raccoglie sue composizioni dal 2004 al 2021.

Non sfugge a chi vi scrive che la coraggiosa e ossimorica scelta di voler de-scrivere il Silenzio attraverso la Parola abbia una sua storia, molto antica, ma non sfugge nemmeno quanto della parola Silenzio si abusi nella poesia contemporanea, depotenziandone così il più profondo significato. 

Non è questo il caso, giacché la poeta fa pochissimo uso del termine Silenzio nelle sue composizioni, dandogli tuttavia vita, quasi fosse un personaggio ectoplasmatico e sempre presente di un'opera teatrale d'antan.
Cercherò quindi, in questa breve nota, di farvi percepire la presenza del Silenzio nelle linee poetiche di Anna Rita Merico, ma non senza aver prima fatto cenno ad una lettura del silenzio che mi é molto cara. 

Quello della parola é sempre, che se ne sia coscienti o meno, un movimento che dal silenzio trova fonte e sorgente e al silenzio ritorna.

Di questo la poeta è, evidentemente, pienamente cosciente, come emerge dalle sue poesie, perché è sempre molto presente un silenzio iniziale che precede la lettura e uno finale che la segue. 
Silenzi diversi che vi invito a cercare di percepire leggendo il breve estratto dell'opera che troverete in fondo.
Vi prego tuttavia di non cader nel formalismo e di non obiettare che ciò è vero di ogni scrittura, perché così non è, se guardiamo le cose in profondità.

Esistono purtroppo nel panorama poetico attuale composizioni che, pur parlando di silenzio, si concludono con un'enorme cacofonia di suoni e significati; poesie nelle quali, pur citato come oggetto, il silenzio è del tutto assente

Anna Rita Merico al contrario il Silenzio lo fa vivere nelle sue poesie, proprio perché ne parla poco e permette di far emergere il rapporto positivamente simbiotico - naturalmente simbiotico - che il Silenzio ha con la Parola.

L'abilità della poeta è nel dare a questo intento di descrivere una fenomenologia un motore che, in apparenza, muove nella totale assenza di costanza di ritmi. 
Poesie di pochi versi brevi, anche di una parola sola, sono seguiti da brani molto lunghi in cui il verso si estende verso confini lontani; per non parlare delle poesie composte da un verso solo che si inseriscono a pienissimo titolo in una tradizione ermetica ben precisa. 
È parso a chi vi scrive, leggendo a fondo ogni sillaba della raccolta, che l'autrice volesse con questo descrivere un cammino quasi iniziatico, poiché alla parola  -  e al silenzio -  non ci si può approcciare se prima non si è stati capaci di spezzare il ritmo rassicurante di un poetare sempre univoco e costante. 

Per arrivare a percepire il rapporto tra Silenzio e Parola, sembra dirci la poeta, bisogna essere capaci di non attendersi nulla, nemmeno a livello ritmico. 
E solo un poetare che prende i suoi spazi e tempi (quasi vent'anni di composizioni) può descrivere quel percorso. 
Siamo dunque di fronte ad un'opera molto profonda e piena che ci onora, in quanto lettori, del compito più importante per chi si nutre di poesia: esser messi alla prova, dimostrarsi capaci di abbandonare aspettative per mettersi all'ascolto profondo di una voce che sembra arrivare da molto lontano e che, avendo molto viaggiato, non può che metterci in viaggio a nostra volta. 
Lascio qui qualche estratto dell'opera, stavolta con un piccolo rammarico, che trasformo per voi in raccomandazione sentita.
Non accontentatevi di ciò che qui riporto, perché questa - e dico anche finalmente nel panorama attuale - è una vera opera completa. 

È un corpus che non può essere letto a brandelli. Va letto intero e a fondo e più volte perché possa aprire nelle vostre menti un varco che vi farà dire diversi da come eravate prima di leggerla.

Per la Redazione de LE PAROLE DI FEDRO
il caporedattore Sergio Daniele DONATI

BREVE ESTRATTO DALL'OPERA

Rimestando le parole per dire il mondo
mi avvoltolo in fonde budelle di terra
budella abitate da ancestrali fossili
che
indicano le passate Nature
dilaniando il racconto del tempo.
____
Osservo ciò che è seme
____
Dammi 
quella parola 
lascia che 
possa intesserla
farne mantello
mantello che copra
queste spalle
bruciate 
dal sole del rischio
____
La scrittura
quella che sveste i corpi
lasciandoli all'interno
della nudità svestita
che è l'essenza del pensiero.
____

ARGINE INTERNO

Sparisco 
nell'argine interno
dove due bocche di pensieri
mi nutrono

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