(Redazione) - Estratto dalla silloge "Lascivi intendimenti" di Gian Luca Guillaume (Puntoacapo editore, 2022) con breve nota di lettura di Sergio Daniele Donati


Siamo lieti di poter ospitare su Le parole di Fedro un estratto della silloge di Gian Luca Guillaume (Puntoacapo editore, 2022) Lascivi intendimenti.
Il poeta ci conduce con questa recente raccolta attraverso dei percorsi, tutt'altro che consueti, alla scoperta di una nuova visione di quello che forse è il tema più antico: il rapporto tra i due diversi generi e il desiderio.
Non manca a Gian Luca Guillaume l'uso dell'ironia e della leggerezza dei versi, sia come strumento di evoluzione (direi quasi di acrobazia) linguistica, sia come elemento atto a portare al lettore a una sorridente riflessione. 
In questo, anche attraverso un abilissimo apparato metrico e retorico delle sua poesie, l'autore mostra una maestria che, appare del tutto evidente, si richiama a canoni classici di scrittura non sovente percorsi nella poesia contemporanea. 
Questo gioco permette al lettore di situarsi in medias res, quasi tra le parole, assumendo vuoi il ruolo di semplice e divertito spettatore, vuoi quello di colui che, attraverso una scrittura altra, si trova in contatto profondo con la propria stessa esperienza amorosa.
Consiglio davvero pertanto la lettura di questa silloge che diverte e, divertendo, fa molto riflettere sia sul tema che tratta sia sullo stato dell'arte della poesia contemporanea.

Per la Redazione de LE PAROLE DI FEDRO
il caporedattore Sergio Daniele Donati

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ESTRATTO
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Impromptu II

Amica, ti svelo un segreto
prima che la ruga faccia presto:
il piacere passa dagli svaghi
ch'essi siano vani o paghi.

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Passione

Amore, alla tua bocca si ponga mano
e le vesti arrendi delicatamente
ché non bastano solo le parti scoperte
per vedere ciò che donna nasconde:
la bellezza d'esser donna.

Dunque non stupirti della foga
nello strappare la gonna in voga
e d'un fiato mostrare le tue grazie;
tacere è bello quando Nudità parla.

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Giovani amanti

In albergo, altrove, i giovani amanti
s'amano con più mistero, più lascivia
e osservano dai vetri sgocciolanti
il villano, padron loro, raccogliere l'indivia.

Lei per al stanza va leggera e sbarazzina
Lui sdraiato malizioso guarda, non nuoce...
Che quiete la pioggerellina fina
e lei che canta felice la sua voce. 

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Convinzioni

Egli non se n'avvede, superbo di possedere,
che la sua consorte è stufa d'esser scontata:
«Quello che crede mio marito, di sapere
voglio ch'egli l'abbia sempre: felicemente adulterata»

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NOTE BIOBIBLIOGRAFICHE
Gian Luca Guillaume (classe 1984, Torino).
Autodidatta per natura e bibliofilo per passione, ha cominciato a cimentarsi nella scrittura in versi intorno ai ventun anni, pubblicando poesie in varie antologie, quotidiani, blog e riviste letterarie (La Repubblica, L’Altrove – Appunti di poesia, L’Osservatorio Letterario di Ferrara, Riscontri, Euterpe, Poesia Ultracontemporanea). Ha seguito corsi di correzione di bozze ed editing, valutazione testi, web writing, web journalism e scrittura editoriale presso la scuola FirstMaster. Collabora al blog L’alcova letteraria e al forum Costruttori di Mondi in veste di recensore e di editor di poesia. Ha tre pubblicazioni all’attivo: Lascivi intendimenti (Puntoacapo, 2022), Le burle del pastore (Nulla Die, 2021) e L’oscurità tra le foglie (Nulla Die, 2017).



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