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Tre poesie di Alberto Barina, tratte dalla sua raccolta C.I.P (Place Book Ed., 2024) - con nota di lettura di Sergio Daniele Donati

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  Siamo lieti di poter pubblicare in estratto tre poesie di Alberto Barina tratte dalla sua opera C.I.P.  (Place Book Ed., 2024). Le tre poesie, ad avviso di chi qui vi scrive tra le più interessanti della raccolta stessa, evidenziano un profondo intreccio di diversi stili espressivi che vanno da un maggiore simbolismo, a linee marcatamente intimistiche a espressioni di un poetare di pensiero più evidente. Siamo quindi di fronte ad una scrittura in cui il fil-rouge  non è tanto costituito dal modus espressivo  quanto dall'accostamento della scrittura stessa  quasi a complemento e completamento  di un percorso di riflessione preciso.  L'alternanza tra accapo serrati ed enjambements coraggiosi  crea poi un ritmo alla lettura di sicura sorpresa e di difficile accomodamento, per il lettore, cosa che, per l'appunto porta come effetto naturale la ricerca del significato profondo di alcune scelte stilistiche interessantissime.  Un raccolt...

(Redazione) - Metricamente (Prontuario di sopravvivenza metrica) - 02 - Sulla conoscenza metrica basilare… compatibile (o quasi) con i pomeriggi al mare

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  A cura di Ester Guglielmino II. Sulla conoscenza metrica basilare… compatibile (o quasi) con i pomeriggi al mare. Sì, lo so, l’estate non è certo la stagione migliore per affrontare argomenti “metricamente scottanti”, tanto più che la calura agostana sembra piuttosto invitare al ritmo facile e lesto della sempreverde macarena. Eppure, la cadenza bimensile di Metricamente mi sorprende, di fatto, nel pieno delle ferie con tanto di panama di paglia e occhiali da sole, determinata - nonostante tutto - a intraprendere fughe “prontuarie” che - si spera - risultino chiare, rapide e leggere. Così - rimandando a contesti ben più freschi le incursioni tra sonetti, ballate, canzoni e le occasionali parentesi sui sistemi quantitativi greco/latini - affronteremo oggi alcune questioni metriche basilari, partendo da ciò che è così semplice da poter essere dato quasi per scontato, se non fossimo nell’ambito di un prontuario - appunto - e col ventilatore acceso che sventola a picco sul capo. Abbi...

(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 46 - Tacitazioni (in prosa poetica)

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  di Sergio Daniele Donati Accade – e lo fa senza grandi annunci – che l'estate arrivi  e la mente e il cuore si volgano all'idea di un meritato riposo. E in questa necessità di sospensione senza ritorno,  di stasi e dilatazione dei tempi, viviamo un po' tutti,  chi con piacere profondo, chi con ansia e sofferenza.  Eppure, nemmeno allora, la voce bambina tace. Saltella – intuizione appena accennata, inchiostro ancora da mettere nel pennino.  Saltella e bisbiglia – richiamo per uccelli, mano tesa verso il vuoto. Io resto qua, ad ascoltare il canto malinconico di un abbandono annunciato,  dietro le coltri umide di un pensiero troppo antico per trovare parola e ascolto. Resto qua consapevole che, quando la tacitazione viene dall'alto, non resta che coprirsi i volti  con un manto di lino, lacero e sacro. Perché il sacro che non ha nome ha la forma dello strappo della definizione del sé per differenza, di una "Tzade"   (1) tatuata sul braccio. "...

Vocebianca

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  dal Museo Archeologico di Atene - Testa di ragazzo foto di Sergio Daniele Donati Una  vocebianca sottopelle nel silenzio atavico  e famelico della casa.  Il muro a secco trasudava esperienze  attorno alla mia brama  di pergamene. E, se ora taccio,  è perchè il segreto non sia secreto dalle ghiandole  di una condivisione impossibile. Gli arti inferiori scricchiolavano i loro legni al vento e l'iride si infiammava per quella scritta: (1) Ora mi chiedi perchè io non parli e cerchi di estrarre dai miei silenzi un senso al tuo bisogno di parola. Ma io ho sognato quel sogno e,  se ora parlassi, sarebbe la lingua incomprensibile delle pietre a raccontarti di un uomo che muore. _____ (1) -   Uno dei primi versetti della Genesi (trad.:  e un vento divino planava sui volti delle acque ) _______ Testo - inedito 2025 -  di Sergio Daniele Donati

(Redazione) - Dissolvenze - 45 - Eadem mutata resurgo

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  di Arianna Bonino Jan Peter Tripp, Schneeball ,  2017 (acrilico su carta) -  lo trovate  qui Eadem mutata resurgo È quello che ti dice la conchiglia quando l’orecchio accosti alla spirale un’eco misteriosa che risale di chissà quale lettera in bottiglia. Bambina ben nascosta dalla chiglia di quella barca bianca più del sale nell’ora del vociar delle cicale sentivo quel messaggio in dormiveglia. Chi l’ha affidato al fondo dell’opale non si sa bene cosa dir ci voglia: la voce vien dal buio più abissale. Mai giunge la parola sulla soglia perduta tra le curve del frattale custode di quell’elica di biglia. Malizia di cartiglia: tu credi d’aver colto il suo labiale ma è già diverso, anche se è sempre uguale. (Arianna Bonino)

(Redazione) - Passaggio in Grecia (Το πέρασμα στην Ελλάδα) - 08 - Poesie di Kiki Dimoulà

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      Di Maria Consiglia Alvino   Kiki Dimoulà (Atene, 6 giugno 1931 – Atene, 22 febbraio 2020), nata Vassiliki Radou, è stata una delle voci più importanti della poesia greca contemporanea. Lavora per tutta la vita come impiegata della Banca Nazionale Greca. Esordisce nel 1952 con la collezione «Poesie» e pubblica successivamente «Buio» (1956), «In contumacia» (1958), «Sulle orme» (1963), «Il poco del mondo» (1971), «Il mio ultimo corpo» (1981), «Addio mai» (1988, Premio nazionale di poesia greca) e «Per un attimo insieme» (1998). Con la raccolta «L’adolescenza dell’oblio» (1994, pubblicata in italiano da Crocetti nel 2007) vince il Premio dell’Accademia di Atene. Più volte candidata al Nobel, è stata tradotta in numerose lingue. In Italia, oltre al già citato volume di Crocetti, è disponibile il volume Addio mai. Poesie 1956 – 2016, a cura di Paola Maria Minicucci e Francesca Zaccone, edito da Donzelli nel 2025, che ne raccoglie l’intera produzione.Sorta dalle cen...

(Redazione) - Fisiologia dei significati in poesia - 15 - Il poeta e la sua parola (parte prima)

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  di Giansalvo Pio Fortunato   Il poeta è poeta solo in virtù della sua parola: un’espressione d’apertura, questa, che lascia alquanto sconcerti sia deontologicamente parlando, sia generalmente parlando. Eppure, dalla durezza di questa espressione ne nasce il mondo scivoloso che deriva dall’essere in poesia e da un’analitica senza compromessi sulla e per la poesia. In fondo, la parola poetica (il supposto Verbum nelle affermazioni più ritualistiche ed assolutiste del fare poesia) rende il mistico il corpo limitato della parola e lo fa di un misticismo assolutamente de-miracolato, assolutamente affrontabile in ogni ragionevole dubbio. Quando si affronta un miracolo, infatti, per chi crede l’assegnazione di un causalismo di fede, che per i non credenti è esercizio di superstizione, rende estremamente appagata la ricerca di una motivazione o, quantomeno, di un’analitica pervasiva. In fondo, ciò che dovrebbe essere posto come oggetto d’indagine diventa mezzo che ratifica e ...