Tre poesie di Alberto Barina, tratte dalla sua raccolta C.I.P (Place Book Ed., 2024) - con nota di lettura di Sergio Daniele Donati

 


Siamo lieti di poter pubblicare in estratto tre poesie di Alberto Barina tratte dalla sua opera C.I.P.  (Place Book Ed., 2024).
Le tre poesie, ad avviso di chi qui vi scrive tra le più interessanti della raccolta stessa, evidenziano un profondo intreccio di diversi stili espressivi che vanno da un maggiore simbolismo, a linee marcatamente intimistiche a espressioni di un poetare di pensiero più evidente.
Siamo quindi di fronte ad una scrittura in cui il fil-rouge non è tanto costituito dal modus espressivo quanto dall'accostamento della scrittura stessa  quasi a complemento e completamento di un percorso di riflessione preciso. 
L'alternanza tra accapo serrati ed enjambements coraggiosi crea poi un ritmo alla lettura di sicura sorpresa e di difficile accomodamento, per il lettore, cosa che, per l'appunto porta come effetto naturale la ricerca del significato profondo di alcune scelte stilistiche interessantissime. 
Un raccolta, questa, da seguire quindi con interesse e la cui lettura si consiglia a tutti con piacere profondo e stima certa verso l'autore.

Per la Redazione de Le parole di Fedro
il caporedattore -  Sergio Daniele Donati
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I TRE TESTI ESTRATTI

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MAGRITTIANA

Hai saputo delle nuvole?

Sono precipitate tutte in un vaso.

Forse
volevano essere terra
o fiore,
stordire coi loro pistilli
l’acqueo pensiero, l’insetto.
Sottrarre il lampo
all’impollinazione notturna.

Poi,
sono tornate al loro posto
odalische, scolastiche
cercando Magritte,
imbevute
ad uno squarcio di finestra.
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CI SALVERÀ UN POETA

Lo spazio bianco
è una rotaia,
e come tutti
ci rotoli sopra un barattolo.
Più di un Rimbaud
ebbro di vita, meteora di parole
per l’ora del quarzo.

Ci salverà un poeta
perché la sua colpa rimane intatta.

Gridalo

in quest’anfora infernale,
nei passi stranieri
quando non ti riconoscerai e
di quel barattolo
fanne ora gioco libero, sollevata
cornucopia eterna.
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L’ABISSO DEL BENE

Una madre si tramuta in padre o 
fraterno amico;
nuota 
nell’indefinito, 
intimo spazio
del nostro sangue. 
Vive stanziale 
nell’abisso del bene.

Tessiamo
un apice di barriera corallina a 
proteggere i suoi anni.

Nessuna morte 
la offende,

nessun inconcepibile silenzio piega 
il peso dei pensieri.

Ma un giorno

si prende cura eterna 
di ogni nostro sogno.
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DICE DI SE STESSO L'AUTORE

Sono nato nel 1975. Dal 1992 scrivo poesie o qualcosa che ci possa assomigliare.
Ma cosa è davvero importante scrivere in una biografia artistica? E' più importante dire che ho anche vinto dei premi o che scrivo con la mano sinistra?
Non conosco Nicola Crocetti, Jovanotti e nemmeno chi siede alle scrivanie di Mondadori ed Einaudi, dunque pubblico libri su Amazon che sono considerati autopubblicazioni, per questo perfettamente evitabili, a prescindere, da molti, di lettura e analisi.
Non ho mai pensato né vissuto la poesia come un’incessante competizione, una gara da ingaggiare tra simili per certificare chi è il più meritevole tra due o più, o tra chi ad esempio ha pubblicato il libro più bello e degno rispetto ad un altro.
Purtroppo, mi rendo conto, che molti la pensano e la vivono in maniera diversa, a vari livelli, anche tra insospettabili addetti ai lavori.
Da queste persone prendo volentieri le distanze, preferisco non farmi trovare, preferisco che il mio nome risuoni semmai come un'eco lontana, come un punto invisibile, oggi più che mai.
Lo so, è una strana biografia questa ma, sono le poche cose vere che di me posso dirvi... e poi le biografie che diventano imbellettati e asettici elenchi di date e fatti, non mi sono mai piaciute, mi annoiano.

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