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Una espiazione ispirata

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Foto di Sergio Daniele Donati "Volto di ragazzo" - Museo Archeologico di Atene Ispirata alla musica " Spiegel im Spiegel" -  di Arvo Part _______ L'ha toccata piano, l'ha sfiorata appena e si è immerso nel suo mondo tattile e muto con la delicatezza del petalo.      Un pianto, una lacrima di giada      perchè ciò che è andato non torna,      perchè ciò che è andato non torni. Morte stagioni,  sovrumani silenzi, – infiniti silenzi (1) – e voci di tenebra azzurra  (2) sono rimasti allora appesi al pennino di rame. Era quella l'ora  di un tintinnio lontano, di una cadenza ripetuta, quasi una formula magica, di un nome palindromo, antico e innominabile; per i più.      Non per me che sin da piccolo      ne ripetevo il suono,      quasi fosse la nenia      con cui addormentare     grezze, dense e  brune       angosce di sopravvivenza...

(Redazione) - Dissolvenze - 47 - Aggiustate di sale e di pepe

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  di Arianna Bonino Giostra di zucchero , opera di un pasticcere di Bruxelles, fotografia di Sasha Stone ( 1933) Ditemi pure quello che volete: sarò un'inguaribile flâneuse, una vagabonda dei bordi, dei margini, delle svolte casuali, degli inciampi e dei ritrovamenti altrettanto fortuiti, ma davvero niente può attrarre il mio gusto più di una cosa insolita, inapparente, schiva, dimenticata o perduta. Ma, soprattutto, passata. Per capirci meglio, sto parlando di quel silenzio che ammette di esser rotto unicamente dal calpestio infantile d’un pavimento sconnesso, percorso furtivamente violando il divieto e oltrepassando la soglia di un mondo proibito quale solo può essere un solaio popolato da cianfrusaglie e chincaglierie. Di quel pulviscolo che aleggia sulle lenzuola stese ad assonnare i mobili di una casa che si lascia dormiente, senza sapere quando si farà ritorno, sul fantasma d’un pianoforte dimenticato fino a che il tempo stesso non lo scordi. Se questo “ modus amandi” vale i...

L’urlo più lancinante di tutti - un racconto di Antonella Perrotta

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Sono nata piccola, sgusciata fuori tra le tue gambe nel tempo dell’urlo più lancinante di tutti. Non so dove lo prendesti l’ossigeno per quell’urlo, tu, così minuta. Lo raccontava mia nonna, tua madre, che non aveva mai sentito prima una partoriente lanciare un urlo come il tuo. Mi attaccasti al seno di mala voglia, (me lo diceva sempre nonna, tua madre). Poi iniziasti a piangere e il pianto mio si confondeva col tuo, ma non era lo stesso pianto, non credo: io ti cercavo e per questo piangevo; tu volevi che ti stessi lontana e per questo piangevi. Piangemmo entrambe per mesi finché io mi rassegnai e imparai a sorridere mentre tu continuavi a piangere. Avrò scoperto per caso la gioia di un sorriso e avrò pensato che era preferibile al piangere. Mentre tu, di piangere, non potevi più farne a meno. Fu per questo che ti rinchiusero in manicomio, ancora esistevano. Quando i manicomi furono chiusi, ti lasciarono andare. Tornasti a casa che avevo già otto anni, e neanche mi guardasti. Forse n...

(Redazione) - Fisiologia dei significati in poesia - 17 - Il poeta e la sua parola (parte terza - la tesi)

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  di Giansalvo Pio Fortunato Entrare nel far essere della poesia significa rintracciare un percorso capace di sciogliere tutte le ambiguità e di correlarsi ad una maggiore analiticità dell’atto poetico. Il far essere è ben diverso da quel complesso di ricostruzioni di carattere rigorosamente ermeneutico, che vorrebbero un mistero finissimo, gravitante attorno alla poesia, ed una visuale poco retrospettiva: incentrata, dunque, sulla semplice espressione poetica e su nient’altro. Certamente risulterà alquanto ovvio che un’analisi sui motivi “ontologici” della poesia si regoli strettamente sull’espressione poetica e su nient’altro. Eppure, è qui che si giunge al nocciolo della questione analitica e riflessiva. Il problema di buona parte della critica e, soprattutto, il problema di buona parte dell’analitica sulla poesia tende ad essere vigorosamente connotativa rispetto ad una sorta di assoluto dell’espressione poetica nei confronti del suo stesso autore. Ci si relaziona alla poesia...

Tre poeti allo specchio (Laura Valentina Da Re, Michele Carniel e Sergio Daniele Donati) - in "quattro tappe"

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PRIMA TAPPA ____ SERGIO DANIELE M'affaccio sempre alla stessa finestra ad accogliere vento e richiami e resto là e solleticare l'orizzonte con la linea azzurra d'un pensiero evanescente. Non è forse fuga opporsi a ogni movimento e far come la foglia nuova che oppone un verde tenue all'esuberanza dei fiori e al mugugno dei rami? ____ MICHELE Cos'avrà mai da guardare il dolore rinchiuso nello sguardo? Cosa spinge un livido ad esporsi? E che magari, nel silenzio, brama o balbetta speranze… Cosa? Io dico che proprio in quell’attimo s'insinuerà un riverbero, una congiura rivoluzionaria di respiri, un'acqua tremante che non teme la stanchezza delle labbra. Immagino sia semplice comportarsi da uomo e ridurre il potere dell’osservazione, accettare d’un fiato la sentenza rabbiosa della sera e non aspettare più una sofferenza generosa, o una pioggia gentile. ____ LAURA VALENTINA Torniamo a essere vecchi gli ulivi di un sabato atroce migrando nelle piene, succede sia l...

(Redazione) - Amerinda - 04 - La guerra? Non finisce mai (Poesia argentina e Malvinas: Un’antologia 1833 – 2022 - Parte Prima)

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  di Antonio Nazzaro A mo’ di prefazione : viviamo  tempi funesti dove la storia e la memoria sembrano non esistere. Molti difendono una guerra condannano un’altra. Pensano che morire da un lato sia differente che morire da un altro lato. Si parla di solidarietà ma non si condanna la violenza nella sua totalità, anzi, oramai viene accettata come elemento o strumento del fare politica, non importa se in uno stato democratico o dittatoriale. Siamo quasi al delirio di “ bombe buone e bombe cattive ”. La poesia argentina sulla storia e guerra delle Malvinas può e deve essere, in questo momento, una riflessione profonda sul presente. È da molto tempo che cerco di scrivere un articolo sulla poesia argentina e le Malvinas; inoltre ho tra le mani un bellissimo libro: Poesía argentina y Malvinas: Una antología (1833-2022) , Ediciones de la FaHCE, 2022. Ma non so perché, ogni volta che mi metto a scrivere, la prima frase che mi viene in mente è questa: la poesia più bella sulle Malvinas...

(Redazione) - Anfratti - 08 - Al centro del foglio

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  Di Alessandra Brisotto C’era una volta una parola, che per tutta l’infanzia se n’era stata zitta, coccolata e viziata com’era dai suoi genitori. A volte compariva un parente, ma non molto spesso, cosicché la parolina in questione era convinta di essere unica e rara. Il suo mondo era alquanto ridotto e felice, un’isola di serenità e di nulla. Tutto cambiò un giorno, quando una mano osò afferrarla e posarla al centro di un foglio bianco. Lei si ribellò, non volle essere toccata, tantomeno modificata da nessuno. Nonostante fosse ormai cresciuta e adulta, sola e smarrita la parola non seppe più cosa pensare, dato che le mancava ogni supporto, ogni appiglio o cenno di direzione. Ovunque si posasse il suo sguardo si stagliavano bianche praterie, candide pianure, desolazione a perdita d’occhio.  Per un certo tempo restò così, nuda e triste al centro di quella realtà solitaria che non le piaceva affatto. Annoiandosi a dismisura decise di crear...