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Tre poeti allo specchio (Laura Valentina Da Re, Michele Carniel e Sergio Daniele Donati) - in "quattro tappe"

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PRIMA TAPPA ____ SERGIO DANIELE M'affaccio sempre alla stessa finestra ad accogliere vento e richiami e resto là e solleticare l'orizzonte con la linea azzurra d'un pensiero evanescente. Non è forse fuga opporsi a ogni movimento e far come la foglia nuova che oppone un verde tenue all'esuberanza dei fiori e al mugugno dei rami? ____ MICHELE Cos'avrà mai da guardare il dolore rinchiuso nello sguardo? Cosa spinge un livido ad esporsi? E che magari, nel silenzio, brama o balbetta speranze… Cosa? Io dico che proprio in quell’attimo s'insinuerà un riverbero, una congiura rivoluzionaria di respiri, un'acqua tremante che non teme la stanchezza delle labbra. Immagino sia semplice comportarsi da uomo e ridurre il potere dell’osservazione, accettare d’un fiato la sentenza rabbiosa della sera e non aspettare più una sofferenza generosa, o una pioggia gentile. ____ LAURA VALENTINA Torniamo a essere vecchi gli ulivi di un sabato atroce migrando nelle piene, succede sia l...

(Redazione) - Amerinda - 04 - La guerra? Non finisce mai (Poesia argentina e Malvinas: Un’antologia 1833 – 2022 - Parte Prima)

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  di Antonio Nazzaro A mo’ di prefazione : viviamo  tempi funesti dove la storia e la memoria sembrano non esistere. Molti difendono una guerra condannano un’altra. Pensano che morire da un lato sia differente che morire da un altro lato. Si parla di solidarietà ma non si condanna la violenza nella sua totalità, anzi, oramai viene accettata come elemento o strumento del fare politica, non importa se in uno stato democratico o dittatoriale. Siamo quasi al delirio di “ bombe buone e bombe cattive ”. La poesia argentina sulla storia e guerra delle Malvinas può e deve essere, in questo momento, una riflessione profonda sul presente. È da molto tempo che cerco di scrivere un articolo sulla poesia argentina e le Malvinas; inoltre ho tra le mani un bellissimo libro: Poesía argentina y Malvinas: Una antología (1833-2022) , Ediciones de la FaHCE, 2022. Ma non so perché, ogni volta che mi metto a scrivere, la prima frase che mi viene in mente è questa: la poesia più bella sulle Malvinas...

(Redazione) - Anfratti - 08 - Al centro del foglio

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  Di Alessandra Brisotto C’era una volta una parola, che per tutta l’infanzia se n’era stata zitta, coccolata e viziata com’era dai suoi genitori. A volte compariva un parente, ma non molto spesso, cosicché la parolina in questione era convinta di essere unica e rara. Il suo mondo era alquanto ridotto e felice, un’isola di serenità e di nulla. Tutto cambiò un giorno, quando una mano osò afferrarla e posarla al centro di un foglio bianco. Lei si ribellò, non volle essere toccata, tantomeno modificata da nessuno. Nonostante fosse ormai cresciuta e adulta, sola e smarrita la parola non seppe più cosa pensare, dato che le mancava ogni supporto, ogni appiglio o cenno di direzione. Ovunque si posasse il suo sguardo si stagliavano bianche praterie, candide pianure, desolazione a perdita d’occhio.  Per un certo tempo restò così, nuda e triste al centro di quella realtà solitaria che non le piaceva affatto. Annoiandosi a dismisura decise di crear...

Quattro Surrealism(i) e abbandoni sonori

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  Foto di Sergio Daniele Donati Poesie ispirate alla musica del disco  Abandoned Cities del grande Maestro Harold Budd ________ I Ci vuole un basso continuo che raschi nella cecità del silenzio per dare alla parola una speranza di morte II Tracce lisergiche di luce  nel suono in continua ed eterna dissoluzione III Non c'è prima, dopo  o durante il significato; esiste solo la memoria  del vagito di un suono,  non ancora tradotto IV Se al quattro togli un tempo resta una perfetta, orfana bellezza. Una Pietà Rondanini incapace di pianto

Il rito (canto e controcanto)

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La scrivo la notte per dar suono al diaspro del silenzio.      — la scrittura svapora;      tra  le crepe. La  scrivo la notte a memoria futura: una promessa, un impegno; chiamate e formule.       — Il tempo della memoria      è schiavo del vento Il cambiamento è Voce; lascia segni sul corpo e muta — tre volte almeno — il colore alle iridi.       — Che colore ha uno sguardo      non vedente?

Irrlicht (#2)

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  "Sinapsi" di Sergio Daniele Donati Se avessimo appoggiato per un attimo (1) il nostro sogno di rame su quella coperta di muschio e – chiusi gli occhi – avessimo ascoltato l'umido borbottio dell'ultima luce del giorno, se avessimo appreso allora,  un'altra volta, la lezione perenne dell'evanescenza, forse non rideresti ora  dell'umiltà del mio sguardo  perdente e perso e non alzeresti al cielo le tue inappellabili sentenze. Ho dovuto seppellire l'idea di esser padre perchè mio figlio avesse vita e sorriso e sguardo ironico sulle dislessie del mondo; e, se ho fallito e cerco rifugio in alfabeti antichi, tu concedimi la sospensione del giudizio. Sto chiamando forze che divorano a sostegno di un'anima persa. ______ 1 - Irrlicht dal tedesco trad. "fuoco fatuo"

Three unpublished poems by George Wallace - Tre poesie inedite di George Wallace (nota di lettura di/reading note by Sergio Daniele Donati)

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  ______ FIRST BIRD TO SING first bird to sing last bird to land I hear you through shuttered windows hear you with my shuttered heart I feel your wings against my breast your scissored wings my wicked sadness first bird to sing last bird to land this sad song of possibilities trembling a little like a flower petal lost to the garden bird without horoscope bird without history bird without hesitation to stay your wings I sing to you first bird to fly last bird to land I will follow you beyond the oleander through olive groves as far as the Arno where the black line of tall cypresses bids you go ______ ONE LIFETIME AT A TIME you will stop loving me the same way you learned to love me – wordless at first, then one word at a time, one phrase at a time, one sentence one paragraph one chapter one language, one lifetime at a time (one day, one day) you will stop loving me the same way you learned to love me – wordless at first, then one word at a time, one phrase at a time, one sentence ...

Kaddish della parola #2

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  Abbiamo costruito un mausoleo attorno al nòcciolo di parola, costretto all'implosione mattutina le intuizioni della notte — la parola copre la parola,  a evitare l'ansia  di doversi ricostruire;  nel silenzio.  Abbiamo escluso, costretto  in asfittiche particelle d'ambra, il germoglio di un pensiero neonato e ancora puro, e moltiplicato i vocabolari della disappartenenza e del vuoto — parole profughe, desertiche, profane e acuminate,  sotto la pianta dei piedi; incapaci di darci il volo  o di assicurarci la profondità  di un pensiero ancora nascente. Eppure là, nella devastazione del linguaggio, tra i mattoni di quella nuova Babele, stava una bambina ipovedente, il corpo proteso al canto dell'assenza — raccoglieva scheggie e ossidiane e le porgeva in dono  al vento distraente — e distratto — perché ne facesse polveri nere a fecondare le terre antiche  e speranze fragili; tele di ragno. Il disegno era chiaro — il Mandala dello zitt...

(Redazione) - L'urlo di Ermanno - A proposito dell'artista Ermanno Spera - nota critica di Melita Ruiz (Emanuela Maggini)

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Ermanno Spera: artista nasce a Roma, l’11 marzo 1967. Nel 1985 il consegue il diploma di Perito Elettronico. È artista, poeta e scrittore; i suoi testi esprimono messaggi evocativi e sentimenti che convivono nell’individuo e che hanno valenza universale. Dal 1999 ad oggi, è stato inserito con le sue opere, sia letterarie che artistiche in diverse antologie artistico-letterarie, nazionali e internazionali; ha partecipato a molteplici rassegne artistiche, mostre collettive e personali, in ambito nazionale. Negli anni ’90 faceva parte di un gruppo di artisti che erano soliti ritrovarsi nei pub del quartiere San Lorenzo di Roma. Nel corso di questi eventi, readings poetici e mostre personali, proponeva con la sua arte storie figurative con cavalli alati, uomini -tigre e centauri. L’urlo di Ermanno Ne è trascorso di tempo da quando Edward Munch realizzò il celebre urlo; un grido potente, angosciante nel quale l’umanità tutta ancora s’identifica. Dai primi del ‘900 ad oggi assistiamo agli st...