Al Maestro - Trittico

1
Ci scava gli occhi
- e ne risucchia la luce -
percorrere come talpa,
sottoterra,
gli umidi territori
della nostra falsa coscienza.
Abbiamo bisogno dell'abbaglio
- d'una intuizione puerile -
per dirci degni
della falsa imago 
che abbiamo 
della cecità d'Omero.
2
Del Ciclope ci meraviglia
l'ottuso passo,
l'incapacità di trovar senso
nel gioco che la Parola fa
con le intenzioni del Rapsodo.
La cecità del figlio
del dio del mare 
non è figlia
del gesto di Odisseo,
ma di una assenza originaria
- ci vogliono due occhi
per raccogliere 
sotto al limo della forma
la gemma preziosa
dell'ironia.
3
Eppure continuo ad arrendermi
al canto delle sirene 
e non mi lego a nessun albero,
Maestro,
dal giorno in cui la tua voce
è tornata al Silenzio
che l'ha generata. 

Tutte le foto sono
di Sergio Daniele Donati
e sono state scattate 
al Museo Archeologico di Atene
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