(Redazione) - Lettera aperta di Sergio Daniele Donati a Raffaela Fazio: su «Parlerò io - Il canto di Giobbe» di Raffaela Fazio Tratto da Midbar (Raffaelli ed., 2019)

 

E quel tuo imperativo iniziale, quel tuo ricordati, quel tuo ebraico זכור (traslitt. "zahor"), richiamo alla memoria, è canto antico, sai?
Ché l'uomo nasce nell'oblio e all'oblio aspira e la memoria è, appunto, monito, impegno e fatica: nulla di meno naturale:

Nous sommes nés
pour effacer les traces 
de la mémoire
sous la neige de l'oubli.
Juste une voix lointaine,
c'est ça le passé;
juste une lueur dans la nuit;
c'est ça
le parfum âcre
de notre avenir.

Io non so dirti il perchè di queste mia parole in francese, né la ragione delle lacrime che la lettura del tuo testo mi ha dato, ma so che tu ricordi e, senza saperlo, fai tue le memorie del deserto che mi ha formato. 
In quel מִדבָּר (traslitt. "midbar), fucina di ogni parola, di ogni elevazione e di ogni trasformazione, io mi spezzai le ossa per poter rinascere, servo felice della stessa parola. 

Fu in quel deserto di sogno che sentii il canto della Moabita farsi strada nei miei midolli, incapace allora di suono che non fosse una gutturale espressione di sopravvivenza.
E sì, ricordai allora il soffio della vita, il dono che speriamo eterno ma lento svapora in un רוּחַ (tralitt. "ruach"), in un vento tanto simile e tanto distante da quello che era prima di ogni parola sulla Creazione. 

E ora, mentre scrivo seguendo il flusso di idee lontane, so perchè piango e quale ricordo mi ha dato la tua scrittura, quale ritmo prenatale culla le tue parole e, forse, anche le mie; indegne del tuo passo.

Nel sogno c'era una bambina, occhi diafani quasi da elfo, mi guardava mentre camminavo col volto rigato da segni neri, lo sguardo a terra. 
E mi diceva solo una parola; la tua iniziale: ricordati. 
E io tacevo, come lentamente andrò a tacere ora, e taceva tutto, persino il sogno. 
E chiudevo gli occhi e nel sogno ricordavo...e da allora non ho più dimenticato.

Sergio D. Donati
 


________
IL TESTO

“Perché mi nascondi la tua faccia 
e mi consideri come un nemico?” (Gb 13,24).

“Io lo vedrò, io stesso, i miei occhi lo contempleranno e non un altro. 
Languisco dentro di me” (Gb 19,27).

«Parlerò io - IL CANTO DI GIOBBE»
di Raffaela Fazio
Tratto da Midbar (Raffaelli ed., 2019)

1.
Ricordati
che è un soffio questa vita.
Il mio occhio s’abbuia 
si perde.
       Il tuo 
mi cercherà solerte 
ma io non sarò più:
chi cade giace inerte 
       non germoglia
se lo tagli 
nulla ricresce.
Perché conti i miei passi
mi dai la caccia 
e ti nascondi?
       Perché trafiggi 
le mie reni? 
Sei tu che mi plasmasti! 

Se almeno
tu mi chiudessi nella morte 
fino a svuotarti d’ira
e poi mi richiamassi! 
       Risponderei.
E tu di nuovo 
       mi vorresti.

2.

Cos’è che crolla in me? 
Cosa rimane
se stendi uguali i giorni 
sul boia e l’innocente?
       Chi mente 
non vacilla. 
Prospera il più forte 
e il gregge dell’iniquo
non ha aborti.
       Perché taci? 
Dove il mio sbaglio?
L’uomo scandaglia il mare
fruga la terra
cerca nelle rocce l’oro. 
Ma non c’è spazio o tempo 
da cui estrarre
       l’ultimo responso. 
Non si acquista 
con onice o topazio. 
La mente non lo scova 
non l’ospita l’udito
la voce
gira su se stessa.

3.

       Ma è successo. 
Invece
di trovare una risposta
ti ho visto
coi miei occhi.

       Su me
               le tue pupille
sono le stelle e il buio 
che le tiene, la creta 
premuta dal sigillo
 la neve, l’alta pastura 
il parto della cerva
e i nervi
di ogni creatura indomita.
Sono il pianto 
       che conforta

       e anche la morte
che finisce
dove al tuo sguardo
il mio sguardo 
senza capire
si unisce.

________
LA VIDEO LETTURA DI RAFFAELA FAZIO

________
DICE LA POETA:
Nata ad Arezzo nel 1971, dove sono rimasta fino al conseguimento della maturità, ho trascorso dieci anni in vari paesi europei: Francia, Germania, Inghilterra, Svizzera e Belgio. Mi sono laureata in lingue e politiche europee all’Università di Grenoble, e specializzata presso la Scuola di Interpreti e Traduttori di Ginevra. Rientrata in Italia, mi sono stabilita a Roma, dove lavoro come traduttrice (le mie lingue: tedesco/ francese/ inglese). A Roma ho ottenuto un diploma in scienze religiose e un master in beni culturali, alla Pontificia Università Gregoriana.
Nel campo dell’iconografia, ho pubblicato, oltre ad alcuni articoli, due guide: "Face of Faith. A Short Guide to Early Christian Images" (2011) e "La corona che non appassisce. L’escatologia nella scultura funeraria dei primi cristiani" (Contatti, 2020). Sono autrice di vari libri di poesia. Tra gli ultimi: "L’arte di cadere" (Biblioteca dei Leoni, 2015) con prefazione di Paolo Ruffilli; "Ti slegherai le trecce" (Coazinzola Press, 2017) con postfazione di Francesco Dalessandro; "L'ultimo quarto del giorno" (La Vita Felice, 2018) con prefazione di Francesco Dalessandro; "Midbar" (Raffaelli Editore, 2019) con prefazione di Massimo Morasso; 'Tropaion" (Puntocapo Editrice, 2020) con prefazione di Gianfranco Lauretano; "A grandezza naturale. 2008-2018" (Arcipelago Itaca, 2020) con prefazione di Daniele Barbieri; "Meccanica dei solidi" (Puntoacapo Editrice, 2021) con prefazione di Giancarlo Pontiggia e postfazione di Paolo Ruffilli; "Un’ossatura per il volo" (Raffaelli Editore, 2021) con prefazione di Giovanna Rosadini e una nota di Salvatore Ritrovato; "Gli spostamenti del desiderio" (Moretti e Vitali, 2023) con prefazione di Alfredo Rienzi e presentazione di Giancarlo Pontiggia; "Totul e nou/ Tutto è nuovo" (Editura Cosmopoli, 2023), plaquette bilingue rumeno-italiano, con traduzione di Eliza Macadan. Mi sono occupata della traduzione di Rainer Maria Rilke, in "Silenzio e Tempesta, Poesie d’amore" (Marco Saya Edizioni, 2019, con postfazione di Massimo Morasso), di Edgar Allan Poe, in "Nevermore. Poesie di un Altrove" (Marco Saya Edizioni, 2021, con postfazione di Leonardo Guzzo) e di Renèe Vivien in "L’ardente agonia delle rose" (Marco Saya Edizioni, 2023, con postfazione di Marie-José Tramuta). Nel 2021 è uscito un mio libro di brevi racconti come vincitore del primo premio Narrapoetando 2021: "Next Stop. Racconti tra due fermate" (Fara Editore, 2021).

______
N.d.R.: una lettera aperta di Sergio Daniele Donati a a proposito della raccolta di Raffaela Fazio "Gli spostamenti del desiderio" (Moretti & VItali ed., 2023) è apparsa su Le parole di Fedro; la potrete leggere a questo link
________
SUGGERIMENTO MUSICALE



stampa la pagina

Commenti

  1. Belle entrambe le parole di Raffaella e di Sergio. Mi avete fatto venire alla mente la mia infanzia circondata di campi di grano, papaveri e fiordaliso. La sera c’erano anche le lucciole. Vedo anche loro grazie alle vostre parole.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie davvero di cuore per questo commovente commento.

      Elimina
  2. Tutto splendido come lo stupore che dentro si amplifica leggendo che solo i versi sanno creare.

    RispondiElimina

Posta un commento