I guardiani del nulla

 

Ci si scontrava poi
con l'inutilità del gesto
quasi fosse un limite. 
Ma era nel pozzo 
dei senza apparente senso,
dal magma mugugnante
e senza forma
di questioni mal poste
— dal corpo al corpo —
che si forgiava 
l'etica del movimento.

Là, dove poesia 
e i clangori del silenzio
trovano la loro culla,
dove il premio era la fatica
ho visto uomini
— e non ero io —
commuoversi nel pianto 
per un'inaspettata armonia,
per un ciglio di bambino sulla guancia.

Erano uomini sporchi
la cui unica speranza 
era l'assenza di speranze;
uomini curvi, 
piegati sull'insegnamento 
della danza delle penombre.

Mormoravano in quelle grotte,
tra stalattiti di pensiero,
formule senza senso
e aramaiche benedizioni.

Che la terra torni alla terra
— dicevano nella balbuzie —
che il cielo torni a sognare i cieli.

Erano i guardiani di un nulla
fertile e gravido
del nulla che irrora
le iridi di chi prega 
e ne cambia il colore.

Video-lettura dell'autore 



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Testo - inedito 2025 -
di Sergio Daniele Donati



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