Da "Midbar" (di Raffaela Fazio - Raffaelli Editore, 2019) - 11 - Moriah
MORIAH
“Abramo prese la legna dell’olocausto e la caricò su Isacco suo figlio, e tenne in mano il fuoco e il coltello, e camminavano tutti e due insieme” (Gn 22,6).
Due ombre.
Ciascuno la sua lotta.
Mi ama
il primo come fiamma
ma a volte è nero incendio
nello scontro
col mio soffio
e se non gli rispondo.
Mi teme
il secondo, si riduce
gli basta
il peso della legna sulle spalle
l’ubbidienza.
Al primo insegno il freddo
del coltello
la pausa, il mio mistero
all’altro
il bisogno dell’istinto
il sentimento vivo
nella legatura
più ribelle.
Io voglio ardore e freno
insieme
in ogni uomo
un passo
che tra i due oscilli
nel salire
e mentre torna a valle.
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Videolettura dell'autrice
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Nota dell'autrice
L'episodio incentrato sulla salita di Abramo e Isacco al monte Moriah, chiamato "il sacrificio di Isacco" nella tradizione cristiana e "la legatura di Isacco" (akedah) nella tradizione ebraica, è stato interpretato in svariati modi nel corso del tempo.
Tra le letture a mio parere più interessanti, oltre a quella simbolica che allude alla necessità di rinunciare a una "paternità" possessiva nel proprio desiderio di controllo, ne è stata fatta una mistico-spirituale basata sull'equilibrio delle Sefirot nell'Albero della Vita.
Le Sefirot sono le dieci qualità divine che, secondo la Kabalà ebraica, si manifestano nel mondo, ovvero i dieci canali attraverso i quali l'Eterno si rende accessibile all'uomo. Le Sefirot intermedie, quelle "emotive", sono le radici e gli archetipi dei sentimenti umani, a loro volta riflessi di tali emanazioni divine.
Nella mistica ebraica, ciascuno dei patriarchi simboleggia una di queste dinamiche.
Ad incarnare Chesed, l'amore incondizionato, la spinta al dono totale di sé, è Abramo, con la sua ospitalità e capacità di vedere il bene all'interno delle realtà più buie, ma anche con la sua tendenza appassionata a chiamare in causa Dio in difesa dell'uomo, e con il suo fervore indignato ogni qualvolta non ottiene una risposta.
Isacco, invece, disposto ad accettare la prova e il sacrificio, incarna Gevurah, la disciplina dell'amore, il contenimento, il ritrarsi dell'ego.
Il rischio della forza espansiva di Chesed, che non calcola le sue conseguenze, è quello di straripare (oltre la possibilità di accoglienza del ricevente) o di disperdersi. Il rischio di Gevurah, che soppesa e limita le pulsioni più accese, è l'accondiscendenza eccessiva e l'inibizione.
La storia della legatura di Isacco da parte di Abramo può essere dunque interpretata come un tentativo divino di equilibrare questi due poli del sentire umano, da un lato arginando l'irruenza con l'introduzione di un limite, di una pausa, di una sospensione dello sforzo di comprendere l'incomprensibile, dall'altro sollecitando la volontà umana a uscire dal torpore e dalla remissività, a "slegarsi", per partecipare alla vita con maggiore spontaneità e slancio creativo.
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[N.d.R] - Potrete trovare tutte le precedenti poesie tratte da "Midbar" di Raffaela Fazio, uscite su alla seguente pagina
Grazie. Molto interessante la duplice interpretazione possibile
RispondiEliminaUn ringraziamento a Lei da parte di tutti noi
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