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Corrosioni

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"Solitudine" - foto di Sergio Daniele Donati È costante il richiamo alla tacitazione blu in chi ha percepito agitarsi corrosioni acide nella sacralità della parola. Il silenzio è l'unico rifugio dell'attraversato dal detto ed è lenta la via del ritorno per chi sa solo trascrivere sulla carta voci non sue. Ogni scrittura nasce  come atto di sottomissione e sopravvivenza vegetale. Non dice mai la foglia del dominio despota della linfa. Così il pennino, quando  cela alla voracità  del mondo  le verità di segni mai scritti e ancora irradicati . ______ Testo - inedito 2025 - di Sergio Daniele Donati 

Echi di Fedro - Terza fase - 02 - Susy Savarese e Maria Luigia Bianchi

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  Foto di pubblico dominio di  Patrick Tomasso  trovata sul sito  Unsplash Qualche volta accade Non chiedermi perché la luna ha scelto un cielo nero perché il mare brilla nell’oscurità perché lo scoglio si fa consumare dall’onda o perché i papaveri sfiorano con un tocco. Il tempo della fine non si conta. Un destino è la risposta di chi non sa perché ramingo si gira in tondo. La gazza è ladra ruba gli scarti. I frutti cadono dall’albero maturi per i vermi. Qualche volta accade un cuore battere nel tempo giusto il tuo sesso accogliere il sesso dell’altro come l’incastro delle ossa. Non chiedermi perché non so ma vivo in te. (Maria Luigia Bianchi) ____ L’ultima volta Passeggiando a braccetto col tempo - fedele compagno - per sentieri di stele taglienti sorseggio la baldoria di anni confusi e approdo a mesti pomeriggi deserti. Nulla so del viaggio, vagamente ne percepisco la meta. Appoggiata ad un amore straniero sopporto ogni ritardo, ogni caduta la sosta all’inferno se...

Echi di Fedro - Terza fase - 01 - Laura Valentina Da Re e Michele Carniel

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  Foto di pubblico dominio di  Patrick Tomasso  trovata sul sito  Unsplash _____ Un'ustione con le ali un corallo, l'orbita ci redime da saturno, farà sì che il tabernacolo del mare non affondi. L'autunno di sale poi ha il suo calice che arde non sappiamo cosa l'uomo voglia ancora da lui, allora è bene la distesa si prepari ai naufragi a fare culle per tutti i feriti della vita. (Laura Valentina Da Re) _____ Dio della rabbia, degli incontrollati, abbassa le pretese, siamo questi (o quelli): un'orgia di nebbie, naufragi, sanguinamenti, partoriti da cieli esplosi troppo poco. È qui che si diffondono le pause, è qui dove le paure hanno obbligo di residenza e i cani abbaiano contro le maree... quanti amori ho perso? Tu dov'eri? Mia madre ha detto che non torna, di affidarmi a te, al porto dove attracca l'odio e il mio cuore migrante si specchia in pozzanghere, in piogge inutili, in un sorriso sfiorato di poco. (Michele Carniel) _____ Ciò che è sta...

(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 43 - Piccoli spunti di riflessione sul dialogo in poesia e le sue "apocalissi"

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    di Sergio Daniele Donati In occasione dell'uscita - a partire da una domani - della terza serie di dialoghi poetici del laboratorio di Echi di Fedro (qui ogni link alle passate uscite e alle prossime), mi pare interessante dedicare questo mese la mia rubrica Lo spazio vuoto tra le lettere  a qualche mio piccolo spunto di riflessione sulla centralità del dialogo in poesia e le sue apocalissi . "Ogni parola, anche se solitaria e inascoltata, sorge come necessariamente dialogica nelle sue intenzioni" , si dice secondo un antico adagio,  ma la portata di tale detto deve essere a mio avviso ancora compiutamente esplorata.  Nel dire comune, infatti, dialogo è tutto ciò che comporta uno scambio di vedute su un argomento comune.  Due persone si dicono in dialogo quando  l'oggetto delle loro parole e pensieri  sfiora lo stesso argomento, o argomenti limitrofi e vicini.   Questo è sicuramente vero ma contiene in sé una limitazione di campo de...

(Redazione) - Nerio Vespertin: subappaltare il futuro - nota di lettura di Anna Rita Merico

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  Nerio Vespertin: subappaltare il futuro di   Anna Rita Merico Bella questa scrittura poetica che s’incunea nelle crepe del quotidiano rendendolo trasparente a sé stesso. Ne porta narrazione di battito e di vena pulsante capace di seguire dati e impulsi visivi impacchettati in lampi di sguardo. Sono lampi di sguardo posati su un volante, su di una sigaretta, su copertoni d’auto, su lampioni. E’ sguardo che tocca oggetti lasciandoli al loro posto. E’ realtà che tocca ma non è toccata. Qualcosa si è arreso alla realtà. Sono lampi accesi nel freddo di luce che trema, su un tempo sospeso, in un silenzioso urlo quotidiano impastato dall’immobile dell’infinita, snervante ripetizione. Parte IV Automatica automobilisti bloccati in un ingorgo-tangenziale di Bologna; primavera 2012. Speranza, si. Nel tritatutto dell’identico a sé, un filo torce idea di ciò che potrebbe, sarebbe, verrebbe, farebbe, sognerebbe, andrebbe. Tutto s’accuccia e si mostrano le brezze, i geli, gli alibi per ci...

(Redazione) - Dissolvenze - 42 - Quel che resta di Jo

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  di Arianna Bonino Josephine Verstille Nivison, detta Jo. Nasce in una domenica di marzo, a New York, nel 1883. Eldorado, pianista e professore di musica e la moglie Mary crescono Josephine seguendo una visione moderna e stimolandola alla lettura e all’arte. Jo prende anche lezioni di danza e sviluppa una sempre crescente sete di conoscenza. Legge appassionatamente, studia latino, storia, letteratura, filosofia, psicologia e si diploma all’istituto d’arte. Dopo il diploma, inizia a frequentare la New York School of Art. È qui che conosce Robert Henri, pittore ben noto per la sua visione antiaccademica e innovatrice e per la rivoluzionaria inclusione in pittura dei “temi urbani” trattati in modo non convenzionale, ben rappresentati dal Gruppo degli Otto che, sotto la sua guida, espone alle Macbeth Galleries di New York nel 1908. Di Josephine Henri realizza un ritratto dal titolo emblematico: “ The art student ”. Piccola, bruna, insolita , Jo. E con i pennelli, pronta a riprendere a...