Giudeosufismo
Con lo sguardo-uncino
— con lo sguardo-amo —
ogni parola àncora
alla fallacia del Sé.
Ogni parola è ancòra
inutile, di per sé.
Quasi afono invece
e senza intenzione
nel regno della tacitazione
il mugugno di vento
del Senza nome.
Video-lettura di Sergio Carlacchiani
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Testo - inedito 2025 -
e foto di Sergio Daniele Donati
❤️
RispondiEliminaGrazie di cuore
EliminaBella, sapientemente costruita. Certo che su questa terra un Dio è talmente Senza nome che la sua assenza assorda (e detto da un ateo come me, assorda ancor di più :). Ma quando parliamo noi uomini lo facciamo con voci prese da convenienze o distorsioni ideologiche che tutto pare falsificabile. Se dietro i versi c'è anche un accenno politico, io ne taccio, perchè forse non saremmo sulla stessa lunghezza d'onda. Penso comunque sempre più spesso che qualsiasi real politik è destinata al fallimento. Fallimento per fallimento preferisco l'utopia, la nonviolenza, che è l'unica che potrebbe (con uno sforzo dis-umano di uscita dall'Io, dal Noi, dal Loro) salvarci. Un triste abbraccio.
RispondiEliminaGrazie, uno stupendo commento. È sempre l'uomo ad essere assente al "senza-nome", quasi mai il contrario
EliminaÈ stato un grande piacere e una responsabilità per me , enorme, affrontare un testo così ricco di emozioni, sapientemente curato e già risuonante. Grato a te, Sergio di avere accettato questo umile tentativo.
RispondiEliminaSiamo fallaci nel sé, indubbiamente. Sentirlo risuonare in questi versi asciutti e concreti lo smaschera senza pena, con leggerezza, quasi che una tragedia assuma la forma di un lenzuolo fino a coprirci, ma non a nasconderci. In quel vociare di maschere e sguardi l’essenza è un mugugno ignorato, un anelito sfuggente, una mistica tradita.
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