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Due inediti di Michela Zanarella

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  Luglio è iniziato Luglio è iniziato con un sole appena accennato preceduto da una luna capace di attraversare l'anima della notte in punta di cielo io nascevo per l'ennesima volta spingendo gli occhi nel tuo silenzio come se urgesse vivere e ritrovare la genesi tra tutte le cose prescelte dal destino l'amore come una corrispondenza di stelle riaffiora e confessa l'eternità Il sole fissa all'orizzonte Il sole fissa l’estate all’orizzonte come luce reciproca sottolineando sulle fronti il fuoco. Tutto è riarso l’aria non basta al respiro degli alberi diremo che ogni stagione ha il suo tempo ora che è quasi luglio mentre l’ombra brucia per le strade il cielo si perde tra le conchiglie cerca una nuvola, la offre alla luna nell’attesa del sogno tra le stelle. ____ NOTE BIOBIBLIOGRAFICHE Michela Zanarella è nata il 1° luglio 1980 a Cittadella (PD). Dal 2007 vive e lavora a Roma. Ha pubblicato diciotto libri. Negli Stati Uniti è uscita in edizione inglese la raccolta tra...

Tre poesie di Alfredo Rienzi tratte da "Sull'improvviso" (Arcipelago Itaca, 2021)

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Lieti e onorati di poter pubblicare tre poesie del grande poeta contemporaneo  Alfredo Rienzi tratte da "Sull'improvviso" (Arcipelago itaca, 2021) _____ Ci fu un problema di carne, e sangue che s’ostinava a volgere in acqua e da questa in aria (sostanza sorellastra del nulla) qualcuno, qualcosa, (vago, poco definito, appena più di un’ombra, premeva con blanda inerzia) voleva essere, ma si fermò. Non fu e nessuno ne seppe (a pagina 20 dell'opera sopra citata ) _____ ESTINZIONE   È oggi e qui tra noi l’Ordoviciano col suo corteo muto d’ammoniti le acque inferiori a ricoprire il mondo e tribù di dei incendiari a baloccarsi già con i lampi di tempeste gamma ed ogni altra specie d’ingiurie e cataclismi (a pagina 50 dell'opera sopra citata) _____ IL FUOCO E IL SUO CONTRARIO   V.  Ce lo siamo confessato le notti alterne delle estati Thomas – quando ci davamo convegno tra i detriti e la gloria – che anche noi, se avessimo saputo aspettare se solo avessimo av...

(Redazione) - Estratto dalla raccolta di Luana Minato "Memoria del Silenzio" (Giuliano Ladolfi editore, 2023) - con nota di lettura di Sergio Daniele Donati

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  Per chi naviga le acque della parola poetica è quasi impossibile evitare nel percorso l'incontro/scontro con l'apparente antagonista di ogni dire: il silenzio.Del silenzio in poesia è sempre stata descritta ogni declinazione, apparentemente sorvolando l'evidente paradosso di un dire sull'assenza di parola . Chi poi si addentra nello studio dei testi rivelati sa bene che forse di silenzio non si dovrebbe parlare, perché le connotazioni, i significati e i portati che alla parola Silenzio si possono dare sono molteplici e spesso tra loro contradditori.  Nei cinque libri della Torah ad esempio incontriamo decine di tipi di silenzio differenti che vanno dal totale annichilimento di ogni dire (un silenzio terrificante ad esempio è quello che colpisce Aronne alla vista dei figli inceneriti dalla collera divina), al silenzio creativo e nutriente di ogni parola ( silenzio come sorgente della parola stessa, rappresentato dalla prima lettera, la Alef, che è muta ed afona) , a...

Redazione - Estratto dalla raccolta di Giuseppe Ligresti "Perifrasi della caduta" (Il Convivio ed., 2023) - con Nota di lettura di Sergio Daniele Donati

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Se c'è un tema a me caro nelle sue declinazioni, sia poetiche che filosofiche, è quello della caduta . È un tema dai richiami letterari evidenti e, forse, ancor più profondi in campo etico/religioso antico.  Ciò che preme sottolineare nella constatazione " l'Uomo cade"  è infatti, da un lato, che quella affermazione presuppone una descrizione del posizionamento geografico dell'essere umano. Si cade sempre dall'alto verso il basso, non foss'altro perché anche la nostra corporeità è soggetta alle leggi fisiche della gravità. Parlar di caduta, quindi, significa necessariamente parlare di corpo. Ma l'alto ha anche in sé un simbolo inerente al portato spirituale ed etico, quindi, ogni caduta manifesta una perdita (di valori? del sé?). E ogni perdita, così almeno dice il testo veterotestamentario, crea uno spazio vuoto in noi che rende possibile la salita, sia essa declinata nel senso del nostro approcciarsi al nuovo, sia essa da intendere come r...

(Redazione) - Specchi e labirinti - 23 - Nel nome della Memoria, Piersanti riabilita Carducci

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di Paola Deplano «Memoria. È una parola che ti risuona dentro, che ti riempie, ma anche un po’ sconvolge. Pensieri, emozioni, riflessioni, tutto s’intreccia fino a rendere difficile un qualche discorso. Per me, poi, è la memoria che riesce a dare un senso alla vita, che fa sì che questa non si disperda in una miriade di frammenti senza storia. Non voglio perdermi in un’analisi complessa e incerta. Qui parlo della memoria attraverso le pagine di autori che sono stati fondamentali non solo e non tanto per la mia scrittura, quanto per la mia vita. Ed intreccio un dialogo continuo tra questi testi e i miei, tenendo sempre presente la grandezza ineguagliabile degli autori che mi hanno segnato. È in tale dialogo tanto serrato quanto sproporzionato che ho cercato di trovare il senso e il fil rouge di queste pagine.» Con queste parole della Premessa Umberto Piersanti presenta il suo ultimo libro dal titolo Memoria , uscito per Vallecchi nel marzo 2023. Lo fa, come si vede, con delle parole p...

Due poeti allo specchio (Laura Valentina Da Re e Sergio Daniele Donati)

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  Fare la muta del cuore dal primo capillare stremarsi nel mezzo beato che a poco sarà sera di meno la sera che tende ai coralli uniti sui piedi ti cullano i rami fasulli, qui sopra un sole diverso notturno olocausto. (Laura Valentina Da Re - 08 settembre 2023) La notte poso sempre un seme su una terra umida di speranza e densa di richiami uterini. Lo poso - dicevo -  senza interrarlo: ci pensi  il Maestro indaco a parlarmi di rinascita  o a sommergermi nei sei milioni di voci afone dei fumi della Storia. La notte poso un seme su una terra bruna di ricordo e attendo che il  Maestro indaco mi assolva e liberi la mia anima dalla catena della finzione,  oppure mi condanni alla sorte di un lombrico senziente e cieco incapace di accettare il così è stato d'una vita senza infanzia.  La notte poso sempre un seme e dichiaro la mia resa e soffoco la parola e l'urlo. Perché è mandorla la voce del Maestro indaco e la sua condanna mi riga il volto di lacrime di pe...

Cinque inediti a quattro mani - di Barbara Rabita e Antonio Laneve

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Genio e stritolatezza  Quanti sbattimenti sotto il sole di giugno tra vestiti svolazzanti di signore in calore e zanzare come anaconde. L'uomo in camicia bianca è galante, versa il vino a tutte, il vezzo di una fossetta lo rende interessante. Si può fumare all'aria aperta, la donna si fa vento col vestito, scopre le cosce, spera in un approccio veloce. Soffocano tutti più o meno per il rigido protocollo e il sudore che cola alle tempie evapora in un raglio d'asino! Barbara Rabita e Antonio Laneve Prenditi il mio sangue  Tu mi hai dato onore e bellezza nella fragilità, cosa potevano pensare gli altri quando giocavamo al ribasso con le nostre anime facendo i giullari in compagnia per essere accettati, benvoluti mentre cercavamo la nota acuta per frantumare le vostre menti di gesso, le occhiate di circostanza, i sorrisi di plastica, le minigonne e i tacchi del sabato sera. E le risate goffe dopo una battuta non richiesta, l'ennesima che lasciava col fiato stanco, gli occh...

Due poeti allo specchio (Lucianna Argentino e Sergio Daniele Donati) - Declinazioni del silenzio

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  E’ Orfeo che non si volta il silenzio sceso nel suo abisso lascia alla parola la libertà di seguirlo, ma se è lei a voltarsi indietro muoiono entrambi. E quando è lei a precederlo inciampa, cade, si rialza ma non è più la stessa - non risuona più. Lucianna Argentino - inedito 2023 I figli di Aronne I figli di Aronne furono inceneriti dalla volontà divina. Non voltò lo sguardo il padre. Tacque. Silenzio - lo si dice poco - è l'unica parola  da sposare alla morte. Sergio Daniele Donati - inedito 2023

(Redazione) - "Barca del frangibile" una poesia di Rishi Dastidar ( con Traduzione di Emanuela Chiriacò e nota al testo di Anna Rita Merico)

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  Barca del frangibile di Rishi Dastidar Traduzione di Emanuela Chiriacò Barca del frangibile, piena di libertini redenti e cuori libreschi Bozzello della fedeltà, pieno di ginocchia che si levano e cappelli che si piegano Bisbiglione della fantasia, pieno di memorie di corpi e corpi di memorie Barocco della fellonìa, pieno di curve di fuoco e peccati vacillanti Bizantino della fertilità, pieno di risvegli a terra e sospiri turchini Boato della fragilità, piena di universi sottili e ritmi spezzati Belluria della futilità, piena di tasti pausa e sale d'attesa Brioche della flessibilità, ricca di croste sollevate e strati spugnosi Briglia della fashionabilità , piena di tempo girevole e scintilli d’entropia Bulbo del formidabile, carico di luce elettrica mai spenta dal 1901 Bagliore rossastro della funzione, pieno di facili clic e malìa ferroviaria Buca eterna della fallibilità, piena di promesse resuscitate e logica delle onde Bricco della fattibilità, pieno di bugie domestiche ed ...

Nocturne - Notturna

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Foto di Noëlle Oszwald N'aie pas peur  si je ne dors pas.  Écoute avec moi.  La danse ambrée de l'ombre  recueille nos désirs  comme des coquillages  sur des plages blanches.  Et la chouette la nuit touche nos pensées florales.  Plus loin, quelqu'un rit  et qui sait s'il le fait en rêvant.  N'aie pas peur  si je ne dors pas.  J'écoute, enfin,  - hors de moi - un mot qui console. _______ Non temere se non dormo. Ascolta con me. La danza d'ambra dell'ombra raccoglie i nostri desideri  come conchiglie  su spiagge bianche. E la nottola di notte sfiora i nostri pensieri floreali. Più lontano qualcuno ride e chissà se lo fa mentre sogna. Non temere se non dormo. Ascolto, finalmente, - fuori da me - una parola di consolazione. ______ Testo e traduzione dal francese di Sergio Daniele Donati 12.9.23

Doppio sogno

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Foto di Noelle Oszvald Ali di falco tagliano ventri molli di paura. Nessuna alternativa vitale al volo; temo lo schianto.                Cola lungo la liana                un’apnea di cristallo;                tenue il silenzio.                Un lago troppo placido                narra senza sosta                di ribellioni soffocate. Il samurai crede  che il taglio dipenda soltanto dall'unione  tra mente e corpo. Muore ignorando l'anima dello strumento                Cola lungo la schiena                una risata di miele;               acr e il silenzio.     ...

Sei inediti di Carla Cenci

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  Dal fondo Comprare nel disperso dei mercati i larvali fraseggi, occhi ciechi al dono dell’albatro sui tetti, nell’illusione di essere veri. Come fanno le carcasse immortali a restringersi a un pozzo? verso il freddo io me lo chiedo, mentre ascolto voci sepolte, tese a un lume del cortile, e lo scavo confitto delle unghie dal fondo, per un piolo alla luna… Domande di viaggio Cosa c’è nel girasole illeso dal buio, nei laghi di terra legati a un treno e nel merlo, che finisce contro un vetro e cade e subito rinfoglia per durare, nella donna che si piega a un bambino, così magro a ravvolgerlo nel mare perché risalga forte e nuoti via… cosa preme il mio fondo incerto, il mio cuore sfollato, arso dal guardare e sperare lungo i fari delle coste che una lampada chiami per portarlo a una vita… Dell’inverno Il fiore dell'inverno non mi domanda molto, l'acqua poca in un palmo già finito ma al fiore dell'inverno io chiedo sempre il resto di una piena che attendo, infinita. L'erro...

Due poeti allo specchio (Maura Baldini e Sergio Daniele Donati)

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Dall’amplesso oscuro dei nostri nodi non nascerà mai la pace dei cuori ma il mostruoso giorno della luce, in cui ogni nostra strada brillerà del sangue che abbiamo versato. Ci divide un cargo di bugie – il vento straccia le vesti di dosso e tremiamo come bestie trafitte dai fari poco prima dell’impatto. Sopra, il cielo è un ossario di soli e ognuno compita la preghiera del tempo. Briciole cadono intanto: attendiamo d’imbottirci la gola. Ma il lusso di questa opulenza non annienta l’opificio degli orrori, gli oltraggi delle lingue sfrenate, il delirio di risibili assiomi, coltelli esibiti con parsimonia. Da fuori s’arguisce la cerimonia: è un montaggio di scene posticce. In piazza si sporge il solito mostro che non è mai chi si dice che sia, ma un proscenio di svenevoli vanità. Poi, al calare dei soli, il lavacro delle coscienze sana ogni viltà. Eppure il demone vero esiste: negli interstizi e fra la polvere, nelle narici e sotto le unghie. E noi, idoli della comodità, ap...