(Redazione) - Figuracce retoriche - 14 - Climax e Anticlimax

 
A cura di Annalisa Mercurio
Niente a che vedere con il vostro climatizzatore, o forse sì. Immaginiamo una stanza fredda, accendiamo il climatizzatore: grado dopo grado la temperatura della stanza aumenterà fino a fare caldo, poi caldissimo. Ora spegniamo. Piano piano la temperatura da calda si farà tiepida, poi fredda infine, freddissima. Ecco un esempio pratico (ma poco letterario) di climax e anticlimax.
Chi segue ogni mese la rubrica sa che tutti i nomi delle figure retoriche derivano dal greco antico e queste non fanno eccezione: l’origine di climax infatti è κλῖμαξ, che significa scala. Tanto per confonderci le idee, questa figura retorica ha però anche altri nomi latini: gradatio gradino, ascensus salita (e fin qui non è che i latini abbiano avuto una gran fantasia, sempre di scale e ascensori si parla) e catena (da cui la definizione italiana concatenazione).
Dice un vecchio proverbio, “il climax è fatto a scale, c’è chi scende e c’è chi sale” e, una volta giunti in cima, prima o poi dovremo scendere prendendo la via dell’anticlimax. Già mi gira la testa, mi sembra di essere stata catapultata in una stampa di Escher, e la domanda sorge spontanea: ‘ndo vado? (L’espressione romanesca è solo per ripassare l’aferesi che trovate per esteso qui )

Relativity Maurits Cornelis Escher litografia 1953


CLIMAX

Il climax sarebbe un termine femminile, ma, chissà perché, in italiano le è stato affibbiato l’articolo maschile. Non sarò di certo io a sollevare una questione di genere, basta che non mettiate la schwa!
Ma andiamo a vedere come viene utilizzato in prosa e in poesia.
Questa figura retorica consiste nel mettere aggettivi, sostantivi, o intere parti di discorso, seguendo un ordine di intensità crescente.
Una escalation (aridaje con le scale, domani saranno dolori per i polpacci) di azioni fino a raggiungere un culmine finale. Risulta particolarmente efficace per potenziare l’espressività di un determinato concetto, aumentandone così il pathos.
Come primo esempio vi riporto un brano tratto da Io non ho paura di Niccolò Ammanniti:

Il calore entrava nelle pietre, sbriciolava la terra, bruciava le piante e uccideva le bestie, infuocava le case.”

Qui il calore inizia ad insinuarsi nelle pietre e aumenta immagine dopo immagine fino ad incendiare le case.
Il climax, in narrativa così come in poesia, aumenta il ritmo e lo rende incalzante; agisce sul lettore come una calamita tenendolo col fiato sospeso fino al culmine dell’ascesa.
Bice Mortara Garavelli lo definisce "amplificazione delle idee comunicate […] un’intensificazione graduale.”
Andiamo a leggere la prima strofa di Sono una creatura di Ungaretti:

Come questa pietra / del S. Michele / così fredda / così dura / così prosciugata / così refrattaria / così totalmente / disanimata

Anche in questa lirica gli aggettivi aumentano di intensità ed è per questo motivo un perfetto esempio di climax (oltre ad essere un ottimo esempio di anafora, data dalla ripetizione a inizio verso del termine così. Se volete fare un ripasso dell’anafora lo trovate qui).
Leopardi usa invece, l’espediente del climax per trasmettere al lettore il suo stato emotivo.

e qui per terra mi getto, e grido, e fremo…”
(G. LeopardiLa sera del dì di festa, v.23)

E, ne La caduta di Giovanni Parini, troviamo un altro esempio di climax nei seguenti versi:

Quando Orion dal cielo
declinando imperversa
pioggia e nevi e gelo
sopra la terra ottenebrata versa

Vediamo ora un altro aspetto di questa figura retorica: abbiamo detto che il climax spesso è un crescendo ottenuto col semplice susseguirsi di aggettivi o sostantivi, per esempio “pioviggine, gocce, goccioloni, infine scrosci d’acqua”: in questo caso e in casi analoghi, il climax è un tipo specifico di accumulazione ( lo trovate qui ).
La Garavelli nel suo Parlar figurato spiega anche che anticamente il climax veniva usato in maniera leggermente più complessa e che Quintiliano (35/40 d.C. - 96 d.C.,oratore romano e maestro di retorica, nonché il primo a essere stato stipendiato per questi servizi dal fiscus imperiale), nella sua celebre Institutio Oratoria, parlava sì di una progressione in scala, ma di una progressione lenta, che avviene soffermandosi su ogni gradino prima di passare al successivo: nella concezione più antica, quindi, il climax avviene tramite un’anadiplosi continuata (l'articolo sull'anadiplosi la trovate qui).
In breve, si passerà allo scalino successivo usando il termine o l’espressione finale della frase precedente:

Noi siamo usciti fore
del maggior corpo al ciel ch è pura luce:
luce intellettual, piena d’amore
amor di vero ben, pien di letizia;
letizia che trascende ogne dolzore.

(Dante Paradiso XXX, 38-42)

Come possiamo notare, non manca il crescendo del climax (un’ascesa tipica del Paradiso): la luce non è semplicemente luce; infatti, nel verso successivo diventa luce intellettuale, poi questa si riempie d'amore, ma non di un amore qualunque, bensì di un amore colmo di letizia, la quale infine trascende ogni dolore. Tutto questo discorso nel suo crescendo è stato costruito utilizzando però, come dicevamo, l’anadiplosi.
Vediamo un altro esempio:

Dubitiamo che i poeti etichettati per sublimi riescono a riuscir tali ogni volta, nell’intento e nel
prodotto: nel prodotto, vale a dire nel verso. Di versi ne buttan giù: buone intenzioni non gli
difettano. Di buone intenzioni, dice, è lastricata la via dell’inferno.

(Carlo Emilio Gadda  Il tempo e le opere)

ANTICLIMAX O CLIMAX DISCENDENTE

Come abbiamo detto, c’è chi scende e c’è chi sale e, in contrapposizione al climax abbiamo l’anticlimax (o climax discendente). Il termine anticlimax, infatti, significa letteralmente contro scala. Leggiamo ora un brano tratto dal Grande Gatsby di S. Fitzgerald, un’unione perfetta di climax e anticlimax:

Il mormorio fremette sull’estremo limite della coerenza, s’inabissò, montò con eccitazione, e quindi cessò del tutto.”

Qui, dopo aver salito la scala, con ‘cessò del tutto’ precipitiamo. Ecco il climax discendente che, in questo caso, più che una dolce discesa è una caduta con tonfo, mentre è decisamente più graduale la discesa intrapresa da Torquato Tasso in questo passo da Gerusalemme Liberata:

brama assaipoco spera e nulla chiede

Dunque è chiaro che l’anticlimax è l’esatto contrario del climax e consiste in una sequenza di termini o di frasi con intensità decrescente, in modo da raggiungere uno stato finale di quiete.
Come non citare il verso dell’Amleto di Shakespeare "To die, to sleep, perchance to dream"? (Morire, dormire, forse sognare).
Tuttavia, l’esempio di anticlimax che preferisco è nel sonetto Mientras por competir con tu cabello (finchè a competere coi tuoi capelli) di Góngora:

en tierra, en humo, en polvo, en sombra, en nada
(in terra, fumo, polvere, ombra, niente)

E dopo molte salite e discese è giunto il momento della mia figuraccia retorica, spero mi perdoniate, ma dopo tutte queste scale la mente mi si è onnubilata; nel caso in cui andiate a giudicare, vi chiedo clemenza.

Un’isola il rumore
dei nostri passi lenti
che andammo ad affrettare
e si fecero corsa
fino a far scapicollare
il nostro amore.

Ma non è finita qui! Ho pensato di allietarvi con un finale musicale.

CLIMAX IN MUSICA

Abbiamo già parlato in altre puntate del fatto che molte figure retoriche sono usate anche in musica. Il climax è una di quelle che più si adattano a salire sul pentagramma. Ho trovato moltissimi esempi, ve ne propongo alcuni. Ce n’è per tutti i gusti, dalla musica classica al rock.
Vi saluto augurandovi buon ascolto.
Personalmente credo che il Bolero di Ravel sia un perfetto esempio, col suo continuo crescendo, dal pianissimo iniziale al maestoso finale. Forse non tutti sanno che nacque come musica da balletto. 
Andò in scena per la prima volta all'Opéra national de Paris con la coreografia di Bronislava Nijinska danzato da Ida Rubinštejn   -  trovate il video qui
Nona di Beethoven, in cui possiamo viaggiare emotivamente tra fasi di climax e anticlimax.
Ecco qui il video.
Stairway to Heaven dei Led Zeppelin. Già nel titolo incontriamo il termine scala (stairway) che promette il climax che incontriamo nel fraseggio dell’assolo di chitarra (dal minuto 6.30). Ecco il link al video.
All I Want di Kodaline (qui il video): in questa ballata il climax è dato da un cambio di chiave il quale, combinato con un crescendo nella strumentazione, crea la tensione emotiva desiderata.
Vi aspetto il prossimo mese!
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