(Redazione) Specchi e labirinti - 06 - Su "Diario amoroso senza date" di Antonio Nazzaro ed Eleonora Buselli

 
A cura di Paola Deplano

Sono cresciuta in una casa piena di donne – di cui due fanciulle in età da marito – nei primi anni ’70 del secolo scorso, quindi non deve stupire il fatto che io abbia imparato a leggere, oltre che da Topolino, anche dai fotoromanzi che invadevano qualsiasi spazio e che tutti – maschi e femmine - leggevamo con piacere, accanto a Pirandello, Deledda, Asimov, al quotidiano “La Nazione” e al settimanale “Intimità”. Letture onnivore, quindi, senza nessuna preclusione di genere e di gusto. C’era tempo-luogo-bisogno di tutto e ciascun testo rispondeva a diverse esigenze e aveva un suo spazio ben preciso nell’arco della giornata e della settimana.
Tornando ai fotoromanzi, era stato facilissimo imparare a leggere da quelle scarne didascalie che corredavano foto del compianto Franco Gasparri che guardava languidamente negli occhi Claudia Rivelli. Erano storie semplici, ben aderenti al genere letterario della commedia: cominciavano con dei casotti pazzeschi e finivano sempre con un lieto fine. Lui e lei erano divisi da tutto o quasi: status sociale, inimicizie dei genitori, abissali lontananze, perfidi rivali, casi del destino, ma alla fine, proprio alla fine, di solito nelle ultime due pagine, tutto si appianava, tutto si risolveva, l’amore vinceva sempre, si sposavano e si era sicuri che poi sarebbero vissuti per sempre felici e contenti.


È forse a causa di questo imprinting infantile che Diario amoroso senza date. Fotoromanzo poetico, (di Antonio Nazzaro ed Eleonora Buselli, Edizioni Karpa Koi, 2021), mi ha catturata non solo per la bellezza dei versi, ma anche per l’originalità della veste grafica che li accompagna, perché questa silloge è realmente un fotoromanzo, pieno di foto dei protagonisti che sono state scattate, oltre che dalla stessa Buselli, anche da Elisa Vettori. I due innamorati stanno vivendo, nel senso letterale del termine, una storia “da fotoromanzo”. A cos’altro può somigliare, infatti, un discorso amoroso che coinvolge un uomo e una donna così diversi per età, esperienze, gioie, delusioni, con un oceano in mezzo – l’Atlantico – a dividerli, che poi si sono uniti, parafrasando De Amicis, andando dalle Ande alle Alpi e che ora vivono insieme un amore nuovo, carnale quanto basta, tenero quanto basta?





Galeotto fu il computer – e chi lo accese:

ritorno a scriverti
fuori la città è seduta a bersi una birra
scrivo come ti toccassi
lo scorrere delle dita sulla tastiera suona
versi a misurare la pelle la sfiorano
sono lievi brezze di primavera e
improvvise strette d’acquazzoni folli

torna la città a dare ritmo alla pioggia
tetti tamburi

il colpire la tastiera si fa sussurro
segue il ritmo della pioggia dei corpi
ogni vocale dolce si stende sulle tue
labbra
terra! terra!

sdrucciole scivolano sull’asfalto a
riflettere lampioni piegati a guardare noi
versi liquidi scivolano sul tuo seno
affogano nell’ombelico alcuni

ripida corsa continua
sussulti
tremore di lingue nuove
poco tempo per imparare

le dita sospese
su tutta te sospese
sulla tastiera
sospese e felici

divento pioggia
corro come un acquazzone impazzito
sulla tua pelle

lieve ticchettio delle prime gocce
crescere del ritmo a disegnare una finestra nuova
un portale al piacere intenso

correre come lampo dalle grondaie
e dai tetti a riempire tutta la città
dipinta tra i corpi delle lenzuola

Nazzaro, fine e generoso traduttore da e per lo spagnolo, grande divulgatore della letteratura italiana in Sud America e di quella ispanoamericana in Italia ha alle sue spalle molti e importanti maestri che occhieggiano appena, con lievità, tra una poesia e l’altra: per gli italiani, Pavese, Fenoglio, Campana, De Angelis; per gli statunitensi Ginsberg, Corso, Ferlinghetti, per i latinoamericani Mutis, Gelman, Sabines, Cortazar, Thénon, Montejo, Benedetti. Tali suggestioni s’incontrano e si amalgamano creando uno stile netto, semplice, sincero. I suoi testi sono a volte ballate, in cui l’incanto del lettore si rinnova di ripetizione in ripetizione; sono a volte brevi e sferzanti verità poetiche, quasi dei simil haiku; sono a volte dei discorsi comuni che però non scadono nella prosa, ma mantengono inalterata la musica della poesia. Questi cambiamenti di tono e di registro seguono l’onda della vita e ci si adattano, con naturalezza.
In questo romanzo-poema-fotoromanzo è proprio la naturalità dell’amore che si staglia su tutto e che tutto pervade, dalla nascita di un timido interesse all’instaurarsi di un rapporto forte e maturo. La struttura della silloge segue infatti le fasi temporali di questo legame attraverso cinque sezioni i cui titoli sono altrettanti tempi e modi verbali che ne seguono le tappe.
Ci pare quindi interessante ripercorrere questo cammino, invitando alla lettura di un piccolo assaggio di ciascuna sezione:

da modo indicativo, tempo futuro:

silenzi andini verdi
a imbrigliare le nuvole
passeggia il pomeriggio
sul sole
di quest’arsura d’altura
alla finestra fumando
un tempo di mezzo
un’amorosa distanza
di un poema
mai scritto

****
da modo congiuntivo, tempo presente:

baci indecenti
con le mani ancora
sporche della notte

*
bacio lento
di quelli che
non ci si dà
al ristorante

*

bacio sinuoso
di quelli
che scivolano
tra le gambe

*
baci marini
che coprono di spuma
da prendere
con le mani
e poi inseguire
nell’acqua

****
da modo indicativo, tempo presente:

sei tu la mia
campana
che chiama alla
preghiera
della carne

*
torno a te voltando lo sguardo
le lenzuola s’increspano
sull’ondoso sogno

guardarti come un’altra vita

piccoli sogni in bottigliette
d’essenze
profumi di noi da inventare

la meraviglia quotidiana

svegliarmi pieno di te accanto a te
distendo il braccio mille di
chilometri

il tempo sospeso dello sfiorarti

*
ti cerco
negli angoli della casa
della strada dell’armadio
e ti trovo come sempre
ridendo dolce di me
sul divano

****

da modo indicativo, tempo futuro anteriore

sfioro il tuo viso mentre dormi
lo faccio ogni notte per non perdere i
lineamenti
dalle dita che ti scrivono dipingono
vedono
mentre aspetto te all’angolo di una
strada sul mondo

accarezzo ogni tuo gesto cenno
quel cercare i pensieri e le parole con
gli occhi
i miei a seguirli
nel tentativo di aiutarti a trovare la
parola il pensiero

perché ho bisogno di ascoltarti
quanto di toccarti
sono qui e aspetto che si apra la porta
dello studio
e tu dica andiamo a dormire
prendendomi la mano

sorrido spengo il pc mi alzo
a un tuo gesto stiamo già volando

bacio alto in questo cielo di lenzuola
stese al sole
stese su di te

****
da modo imperativo, tempo futuro

ho lasciato sparse parole
sul cuscino
al risveglio
al vederti
si faranno poesia

___
NOTIZIE BIOGRAFICHE

Eleonora Buselli: diplomata nel 2006 all’Istituto d’Arte di Trento.
Assistente sociale, educatrice e arteterapeuta. Ha concluso la sua formazione presso la Scuola di specializzazione in Arteterapia ArTeA con una tesi su quelli che lei ha definito “origami parlanti”, dove l’antica arte del piegare la carta si veste d’immagini per raccontare e raccontarsi attraverso il linguaggio artistico.
Gestisce laboratori artistici con le tecniche: disegno, pittura, scultura, origami e collage. È cofondatrice insieme alla fotografa Elisa Vettori e alla grafica Erica Demattè della rivista monografica Wunderkammer, disponibile in versione sia cartacea sia digitale.
Ha realizzato l’immagine di copertina di diverse antologie poetiche in Italia e America Latina.
A Giugno 2021 sulla rivista FuoriAsse, Officina della cultura, nella collana dedicata all’arte visiva è uscito un articolo sul suo lavoro e in particolare sui suoi collage.
A dicembre 2021 si è tenuta la sua prima mostra personale “L’immagine eclettica”, con tutte opere riconducibili all’arte contemporanea – filo conduttore il tema dell’identità e del corpo con un’attenzione particolare alla figura femminile nell’immaginario collettivo
Giornalista, traduttore, poeta, video artista e mediatore culturale.

Antonio Nazzaro: fondatore e coordinatore del Centro Cultural Tina Modotti. Collabora con le riviste italiane Atelier, Fuori/Asse e Crackers e latinoamericane Poesía (Venezuela), Ærea (Cile), Ablucionistas (Messico) e Taller Igitur (Messico).
Fondatore e direttore della collana di poesia Latino Americana Territorio d'Incontro presso Edizioni Arcoiris (Italia), della collana di poesia italiana "Territorio de Encuentro" presso Uniediciones (Colombia) con il patrocinio dell’Istituto Italiano di Cultura di Bogotá; e della collana di poesia "Stanze" presso Edizioni Carpa Koi (Italia). Fondatore e direttore della rivista internazionale di poesia Caravansary presso Uniediciones (Colombia).

Ha pubblicato, bilingue italiano e spagnolo, i libri Odore a, Torino Caracas senza ritorno (Edizioni Arcoiris, Italia, 2013) e Appunti dal Venezuela. 2017: vivere nelle proteste (Edizioni Arcoiris, Italia, 2017) e le sillogi poetiche Amore migrante e l’ultima sigaretta (RiL Editores, Cile/Arcoiris, Italia, 2018) e Corpi Fumanti (Uniediciones, Colombia, 2019).
In India ha ricevuto nel Naji Naaman literary prizes 2019 un riconoscimento per la migliore opera sociale con il libro Appunti dal Venezuela. 2017: vivere nelle proteste. Ha tradotto diversi libri di poeti italiani e latinoamericani.




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