Sibelius Violin Concerto - Maxim Vengerov, Daniel Barenboim È un vecchio. Porta la barba bianca e cammina per le vie del ghetto. Lo sguardo allucinato. E ferma i passanti, tenendoli per il braccio. Una stretta forte. "Dov'è?", chiede "Dov'è l'anima mia". Poi si china a terra e sbatte i pugni sulla terra. Secca. "Dov'è l'anima mia?”, ripete. La gente lo guarda, impietosita. La gente lo guarda. Impietrita. Il vecchio si alza, lo sguardo verso il cielo. “Dov'è l'anima mia”, urla. La gente non sa cosa fare, cosa dire. Guarda il vecchio con gli occhi velati di lacrime. “Dov'è l'anima mia?” Mordi, il violinista arriva da lontano. Strascicando i piedi. Coi suoi occhialini tondi e la barba incolta color di cioccolato. Il vecchio scuote la testa come a dire: “no, no, no”. E ripete piano, come se fosse una litania, una nenia, una preghiera: “Dove sei, anima mia?” E si dondola piangendo. “No, no, no, dove sei fuggita, anima mia”.