Se camminando a stento di Cristina Simoncini
Foto di Cristina Simoncini Foto e testo di Cristina Simoncini Si pubblica su gentile concessione dell'autrice (in vena di ironia) Temo che camminando a stento, infrenandomi sul margine del tempo, non sia stata per te né luna né stelle ma rèfolo di vento, Mi hai vista, sì? hai sentito lo spavento? Ma se tu mulinando sul mio silenzio avessi sbirciato per capire cosa c’era dentro, sai che risate, quel turbinìo di luci, quel mormorìo di fate, quella mattanza di ragioni sconfessate, io mi sarei affacciata alla finestra e ti avrei lanciato la mia intransigenza, tutta annodata, e tu salendo avresti calcolato ad occhio la gittata, e in un momento di puro intendimento forse avresti detto Guarda come dondolo, sono provvisorio! E io avrei risposto da lontano Lo senti come ride il mio destino? Sarei scesa sul retro e avrei dissotterrato il cuore dal giardino. E se d’improvviso tu avessi capito l’aspetto prodigioso della cosa e avessi aperto le braccia a un controsenso, io a scanso di tempo ci