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(Redazione) - Specchi e Labirinti - 12 - Girando intorno a Mario Praz (Terzo episodio)

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A cura di Paola Deplano L’ultima uscita della rubrica “Girando intorno a Mario Praz”- una sorta di “rubrica nella rubrica” - è dedicata all’incontro con un altro elzeviro del grande anglista, seguito da una breve recensione del suo saggio più importante, a partire dal quale si sono formate intere generazioni di studiosi . UN CASO IMPROBABILE Il Lessing lasciò scritto che il genio può solo occuparsi di avvenimenti che son radicati l’uno nell’altro, di concatenazioni di cause e d’effetti: ridurre questi a quelle, pesare questi contro quelle, escludere il caso dappertutto, far sì che ogni cosa avvenga in modo che non sarebbe potuta avvenire diversamente, questo egli sosteneva essere il compito del genio. Non dovevano trovarsi impossibilità in un dramma, e il poeta tragico aveva senz’altro da scartare quegli avvenimenti storici che apparissero incoerenti. Per questa stessa ragione, della improbabilità del complesso intreccio, Augusto Guglielmo Schlegel faceva riserve sull’ Edipo Re . La v

(Redazione) - Specchi e labirinti - 11 - Irina, Alessia e Livia: una storia vera

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  A cura di Paola Deplano Il moderno concetto di Principe Azzurro si potrebbe definire in pochi tratti paradigmatici ed essenziali: dev’essere un bell’uomo, dai modi fini ed eleganti, avere un discreto stipendio ed una buona posizione sociale, essere serio ed affidabile, uno senza vizi e dipendenze di sorta, in ottima salute e possibilmente sportivo. Uno come Mathias Schepp , insomma, l’ingegnere svizzero che Irina Lucidi sposa, dopo una breve frequentazione, perché aspetta un bambino, anzi due: le gemelle Alessia e Livia, che saranno rapite e uccise a sei anni dal padre, quale atroce vendetta contro la moglie che si è voluta separare. Tutto ciò – e anche altro – è narrato nel romanzo di Concita De Gregorio dal titolo Mi sa che fuori è primavera , edito da Feltrinelli nel giugno 2015. A pensarci bene, non si tratta di un romanzo ma, come avverte la controcopertina “è opera romanzesca che ha tratto ispirazione da fatti realmente accaduti”. Concita De Gregorio ha infatti messo la sua e

(Redazione) Specchi e labirinti - 10 - Tishà be Av e brandelli di Shoah

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  A cura di Paola Deplano Tishà be Av è un giorno di lacerazione e di lutto, un giorno in cui il dolore del singolo si fonde con quello di un popolo. Un dolore ciclico, ripetuto. Un dolore che si rinnova, con diverse motivazioni, sempre nella stessa data. Difficile non vedere, in questo, un messaggio della Vita. Cos’hanno in comune, infatti, la doppia distruzione del Tempio e quella di Gerusalemme, le cacciate da Spagna e Inghilterra e la deportazione a Treblinka? Oltre al fatto di essere accadute tutte a Tishà be Av e di aver portato dolore e sconcerto in un intero popolo, questi avvenimenti insegnano che ad ogni tentativo di annientamento corrisponde, in modo eguale e contrario, una forza che apre nuovamente le porte alla vita. La resilienza dell’erba che, dopo essere calpestata, ritorna al suo posto, lieve e verde, come prima. Quest’anno Tishà be Av è stato dal tramonto del 6 alle prime stelle del 7 agosto, non molto lontano da oggi. E pensando a perpetuare la memoria di chi non c’

(Redazione) Specchi e labirinti - 09 - Si scrive radure, si legge vulcano (su “Radure” di Maria Allo)

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A cura di Paola Deplano È pastosa, la poesia di Maria Allo, con un bel sapore agrodolce di arance siciliane – le famose lumìe di pirandelliana memoria. Pirandello si sente, nel mite interrogarsi e vagare di questa scrittura, che è siciliana e cittadina del mondo. Si sente anche Quasimodo, ma ancor di più si sentono i panici poeti greci e latini che hanno fondato non solo la civiltà di Trinacria ma anche la personalità di questa donna pronta a mettere su carta – e bene – la sua personale idea scrittura. Il potere delle radici si sente forte e chiaro in queste pagine, in questi paesaggi che sono inequivocabilmente quelli che lei vede dalla finestra e che osserva nel proprio mondo interiore. Tuttavia queste radici, quasi per sublime paradosso, volano alte, altrove, verso il lettore sconosciuto, e gli lasciano qualcosa da riconoscere come proprio, con semplicità. Rivolgersi a chi legge e restituirgli, con altre parole, qualcosa di suo è il primo dovere del poeta, sembra dirci Allo in una d

(Redazione) - Inediti di Lara Pagani (a cura e con note introduttive di Paola Deplano)

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Ecco la scrittura, la poesia di Lara Pagani: semplice, senza essere piatta; complessa, senza essere astrusa; originale, senza la ricerca dell’effetto a tutti i costi; femminile, senza perdere di vista ciò che accomuna gli esseri umani. (Paola Deplano) ______ Réglisse Al mondo esistono diverse maniere di mangiare le dolci rotelle nere, di quelle alla chimica liquirizia: c'è chi le addenta, chi le spezza, chi le allunga a non finire più. C'è poi chi le divora in fretta, per correre con la mano giù a cercare quella dopo (se è rimasta), e il piacere dell'istante se lo guasta frugando al fondo del sacchetto. Poi ci sei tu, che di tutto il resto del mondo non hai nulla: e mentre seduti fissiamo il vuoto la srotoli come un tappeto scuro sulla lingua, calmo e assorto. In attesa della fine imminente ti guardo e mi frulla contorto un solo pensiero per la testa: siamo entrambi strani, la tua perizia è non celarlo, pensarlo normale. Voce del verbo Fammi sirena prega

(Redazione) Specchi e labirinti - 08 - Girando intorno a Mario Praz (Mario Praz num. 2)

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  A cura di Paola Deplano L’uscita di questo mese della rubrica “Specchi e labirinti”- una sorta di “rubrica nella rubrica” - è dedicata all’incontro con un altro elzeviro di Mario Praz, seguito dalla recensione di un recente saggio sulla sua figura. La terza tappa di questo viaggio sarà pubblicata tra qualche mese. IL FLAGELLO DEI BIBLIOFILI di Mario Praz Se dicessi che il libraio era grasso, chi mi crederebbe? Gli uomini grassi, gli uomini dalla faccia lucida, dormono bene la notte e non vanno escogitando tranelli pel prossimo. Infatti costui era magro, adunco, e, dietro le lenti, socchiudeva quel genere d’occhi verdognoli in cui tutti son d’accordo nel riconoscere un indizio di crudeltà. In breve, fate conto che Cassio, invece di pugnalare Giulio Cesare, avesse messo su bottega di libri e cercato di soddisfare le sue brame lupesche nell’ambito del suo nuovo mestiere, e avrete il mio uomo. Fin quando Cassio – chiamiamolo così – si limitò ad espettare i clienti casuali, trovò ben scar

(Redazione) Specchi e labirinti - 07 - Nota di Lettura a "Il Mito Ritrovato. La poesia di Umberto Piersanti"

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  A cura di Paola Deplano Non so quanto questo sia stato intenzionale, ma la copertina disegnata da Marco Grioli per il saggio di Ezio Settembri di cui stiamo scrivendo sembra darci indizi in codice su l’oggetto di questo lavoro, vale a dire Umberto Piersanti , poeta non solo di alberi e vicende ma anche d’ostinato amore per i colori, specialmente dei toni del giallo e dell’arancio, (i colori dell’amato favagello, fiore-simbolo della sua poesia): IL FAVAGELLO è d’un giallo squillante, nessun fiore l’uguaglia anche se prendi l’anno intero copre a febbraio i greppi verdissima è la foglia umida sempre un poco e immacolata quando la neve cade che ritarda il favagello resta sotto intatto se sta sotto la neve tra giorni sani e viene una ragazza che lo coglie dinnanzi alla specchiera, in un bicchiere col gambo dentro l’acqua poi lo mette sale nel vetro l’uomo, sale le scale bussa alla porta e aspetta se lei apre (da I luoghi persi di Umberto Piersanti) Anche il titolo Il mito ritrovato. L

(Redazione) Specchi e labirinti - 06 - Su "Diario amoroso senza date" di Antonio Nazzaro ed Eleonora Buselli

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  A cura di Paola Deplano Sono cresciuta in una casa piena di donne – di cui due fanciulle in età da marito – nei primi anni ’70 del secolo scorso, quindi non deve stupire il fatto che io abbia imparato a leggere, oltre che da Topolino, anche dai fotoromanzi che invadevano qualsiasi spazio e che tutti – maschi e femmine - leggevamo con piacere, accanto a Pirandello, Deledda, Asimov, al quotidiano “La Nazione” e al settimanale “Intimità”. Letture onnivore, quindi, senza nessuna preclusione di genere e di gusto. C’era tempo-luogo-bisogno di tutto e ciascun testo rispondeva a diverse esigenze e aveva un suo spazio ben preciso nell’arco della giornata e della settimana. Tornando ai fotoromanzi, era stato facilissimo imparare a leggere da quelle scarne didascalie che corredavano foto del compianto Franco Gasparri che guardava languidamente negli occhi Claudia Rivelli. Erano storie semplici, ben aderenti al genere letterario della commedia: cominciavano con dei casotti pazzeschi e finivano s