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(Redazione) - Specchi e labirinti - 26 - Invito alla lettura de “Il paese invisibile e il passo per inventarlo” di Roberto Marconi

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  A cura di Paola Deplano avevo fatto a posta a forare proprio per scoprire quell’essere che viveva del suo lavoro dentro a una grotta di fronte alle figlie dell’Addolorata. La mia verità non è del tutto giusta ero stato avventato con la bicicletta catene manubrio testa qualcosa comunque s’allentava e quindi la parola diveniva zitta di fronte a quel volto rubizzo tutt’uno con ogni meccanismo. Un mistero senza insegna. Tutti sapevano il mestiere il sopran- nome ma la sua storia è sepolta come uno di quei tanti vini impolverati dal niente come le tante cantine affrescate da altre mura come ogni esercizio quando è chiuso non ha età. E venni a sapere che con la madre vissero insieme anche all’ospizio e poi pure al cimitero e lei di cognome faceva Poeta Ci piace cominciare questo scritto con un’infanzia qualunque, nei primi anni Settanta del secolo scorso. Un’infanzia coi bambini che corrono in bicicletta, pronti ad emularsi in corse sfrenate e a cadere rovinosamente sulla sabbia o sul selc

Estratto dalla raccolta "Come fosse luce" (Macabor Edizioni, 2023) di Rita Pacilio

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  Un onore e un piacere profondo per Le parole di Fedro poter pubblicare un estratto della poeta Rita Pacilio , tratto dalla sua ultima raccolta "Come fosse luce" (Macabor Edizioni, 2023).  La raccolta, che contiene anche una mirabile prefazione dalla poeta Mara Venuto , traccia un percorso nella scrittura dell'autrice in cui si manifesta, ed è pleonastico dirlo, la piena maturità poetica dell'autrice. Sperando di farvi cosa gradita, con questo estratto vorremmo solo darvi un'idea del viaggio nella parola di Rita Pacilio , invitandovi peraltro ad approfondire con letture en più corpose di quanto un semplice estratto possa permettere, sia dell'opera  "Come fosse luce", sia dell'intera opera dell'autrice, che è molto interessante e corposa, come potrete intuire dalle note biobibliografiche in fondo al post. Per la redazione de Le parole di Fedro il caporedattore -  Sergio Daniele Donati _____ Vengono e vanno di bocca in bocca i baci sulla lapi

Due poeti allo specchio (Mirea Borgia e Sergio Daniele Donati)

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  in questo giorno e in tutte le ore del domani il pavimento freddo tirerà a lucido l'uomo soffocherà l'identità che scopre nella graffiatura scivolerà di olio cera sguardi e volti tersi e in questo giorno e in tutte le parole del domani dovrò turbare il sonno dei morti appesi alle pareti invano pestare merda nascosta nell'erba del vicino e ancora perdonare la mia rinnovata sobrietà Mirea Borgia - inedito 2023 Già sento le ore del domani piangere del passato  il canto lento,  e nelle parole del poi la supplica di ritorno di un dio silenzioso alla terra che calpestiamo; distratti. I morti non hanno sonno ma vivono nel sogno - il nostro - e ciò che pensiamo sia la loro voce è solo il nostro canto di morte.                              Fedro non esiste,               è svanito nella pozza,               assieme a Narciso.               Resta invece lo strazio di Eco,               disumano e palindromo.                              Chiama un nome che non torna               al

(Redazione) - a proposito di "Involontario narciso" di Ugo Mauthe (Il Convivio Editore, 2023) - estratto con nota di lettura di Sergio Daniele Donati

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  Sembrerà folle dirlo, ma esistono diversi modi di vivere la brevitas nel verso.  Un verso breve, per i più, è un verso capace di colpire come raggio laser, con poche parole il centro del lettore.  E questo é senza dubbio vero. Ma è altrettanto vero che uno degli elementi costitutivi dell'incisività di una certa poesia non sta tanto nel conto delle sillabe, ma nel suo essere portatrice di verità. Veritas e Brevitas , nella poesia di qualità vanno spesso a braccetto, e si dissolvono entrambe in quel punto finale (che sia scritto o meno nel testo qui pesa poco) che pare aggiungere un silenzioso Amén (e così sia, perché così è) al dire del poeta.  Nella raccolta " Involontario narciso " di Ugo Mauthe (Il Convivio Editore, 2023) questo versificare per statuizioni lapidarie è del tutto evidente.  Ma la sapienza creativa del poeta non ignora che è necessario un controcanto, perché la poesia, pur vera, non sia mai definitiva, perché la statuizione poetica non diventi statuto m

(Redazione) - Estratto da "Madrebianca" (Passigli Poesia ed.) di Rosalba de Filippis - con nota di lettura di Sergio Daniele Donati

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  Esiste una dimensione della parola che permette - sia a chi la scrive che a chi la legge - di rendere sempre ancorato al presente ciò che, al contrario, svanisce.  La parola è, tra le altre mille cose, il metro e lo strumento della tenuta in vita dell'esperienza e delle relazioni.  Un'assenza detta - o scritta - si riattualizza e rende nuovamente presente, e non solo nella dimensione del ricordo, ciò che appare mancare. Per questo, da sempre, ritengo che ogni scrittura dedicata sia un atto non solo di testimonianza ma di presa di coscienza etica importante.  Dedicare la propria scrittura a qualcuno  - o a qualcosa - significa, in altre parole, creare un ponte tra due mondi solo apparentemente distanti e disgiunti.  Tutto questo pare saperlo benissimo Rosalba de Filippis la quale nella sua raccolta "Madrebianca" (Passigli Poesia ed., 2022) rivolge il suo scritto alla madre, della quale la poeta, nel momento della sua sparizione, descrive, con tratti emozionanti e pro

Due poeti allo specchio (Gabriella Montanari e Sergio Daniele Donati)

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  La camera di via Mentana Il lettino con le sbarre: la mia cuccia-galera la gola con cui offendevo dio per coprire i coiti genitoriali: denti di abete e lingua di flanella, i miei piedi oltre, sospesi all’aria come pesci svuotati del mare. Soffrii a lungo di nervi. Stendere gli arti inferiori o crocifiggere un giunco il risultato era lo stesso: il pianto notturno degli incavi delle ginocchia. Un giorno li sgrido, li uccido e scappo. Ottimo, ma con quali soldi? I denti da latte già tutti ipotecati i borsellini già scandagliati il gelo fuori, un cactus dentro. Quarant’anni dopo, sul letto singolo in città o sul matrimoniale al mare allungo le gambe e i nervi tacciono. E loro muoiono in sogno dopo aver sudato e ansimato. Infarto? No, giustizia. Gabriella Montantari - inedito 2023 La cameretta di via Almerigo da Schio Era silenzio, un silenzio denso. Nella cameretta i giochi sparsi a terra la notte si animavano: si dondolavano come ebrei in preghiera  per recitare  nomi a  me sconosciuti.

Tre poesie inedite di Elena Mearini

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  -Conservavi la parola sotto il sale del silenzio Il tuo dire stava chiuso assieme alle conserve nella credenza -attendevo l’ora dei pasti per sentirti parlare- mentre tu spostavi la bottiglia dell’olio e prendevi il barattolo del sugo io speravo cadesse qualche sillaba dallo scaffale. ____ -Sgomberavi casa spostando i mobili con l’atletica guasta del muscoli stanchi riempivi sacchi di cose inutili -l’utile resta nel sangue- costruivi l’andata del passo che non torna buttato in avanti oltre ogni orizzonte spazzavi i pavimenti dicendo alla fine conta soltanto il peso della polvere che resta. ____ -Tu guardi a terra e ritrovi la madre nella foglia che protegge la formica dalla pioggia incontri il padre nel sasso che affianca la crescita della radice -qualcun altro guarda in cielo- e configura gli abbandoni unendo i punti tra le stelle. ____ NOTE BIOBIBLOGRAFICHE ____ Elena Mearini è autrice e docente di scrittura creativa, ha lavorato sui percorsi di scrittura autobiografica nelle carc

(Redazione) - Un tenace filo di lino - Qualche riflessione sparsa (e un dialogo un po' folle) su "Poesia ininterrotta" di Paul Éluard

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  Mi capita sempre più spesso di sentire l'esigenza di riprendere in mano gli autori della mia formazione, quasi dovessi lustrare di nuovo la loro lampada d'Aladino nella speranza che il loro genio voglia ancora una volta concedermi il dono dell'elevazione.  Forse dietro questa esigenza si nasconde un mio lento movimento di ritiro nelle origini o, forse, una tendenza a creare sinapsi tra un prima e il dopo, alla ricerca, forse un po' ossessiva, ma certamente tanto mia , di un legame di un tenace filo di lino,  che unisca ciò che io attribuisco agli anni della mia assunzione del ruolo di servitore della parola altrui a ciò che ritengo essere per me scrittura.  Ieri ho ripreso il magnifico testo di Paul Éluard " Poesia ininterrotta" (Einaudi ed. - titolo originale "Poésie ininterrompue", Gallimard 1946). E l'Opera, doppiamente mirabile per la presenza in introduzione e traduzione del grande Franco Fortini, ha ancora una volta manifestato il suo gen

(Redazione) - A proposito di "Civiltà di Sodoma" di Giansalvo Pio Fortunato (RPLibri ed., 2023) - Estratto dall'opera con nota di lettura di Sergio Daniele Donati

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Se c'è una cosa che si ammira in una giovane scrittura non è tanto saper paventare semi, esistenti o meno, di saggezza, quanto saper creare nel lettore sentimenti di stupore; stupore questo che è tanto più un dono quanto più il lettore poggia erroneamente la sua funzione sulle trappole della sicumera che, volenti o nolenti, l'esperienza a tutti noi dona.  Contenere e sovvertire il so già tutto del lettore  è la funzione della gioventù nella scrittura, sia essa di natura anagrafica che di esperienza di pubblicazione.  Ma questo è un dono comune, che tante giovani talentuose penne elargiscono agli occhiali presbiti che inforco ogni giorno più volte.  Giansalvo Pio Fortunato con la sua raccolta " Civiltà di Sodoma " (RPLibri ed., 2023) va ben oltre la già preziosa funzione di ringiovanire il lettore.  Il suo dono, che ha un odore lievemente antico, è quello di saper proiettare il lettore esperto in dimensioni in parte dimenticate e, allo stesso tempo, rinvigorenti.  In f

(Redazione) - A proposito de "Gli spostamenti del desiderio" di Raffaela Fazio (Moretti & VItali ed., 2023) - Una lettera aperta all'autrice di Sergio Daniele Donati

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Scrivere note di lettura, e ancor più recensioni, presuppone - almeno così dicono - una sorta di distacco dello scrivente dall'opera, un porsi prima, dopo o, comunque altrove, rispetto al testo.  Sarebbe questa una necessità, si dice, per poter arrivare a quel minus di capacità critica che permetta un dire sulla parola altrui.  Ma l'estensore di una nota é in primis un lettore e, come nel caso di specie, un pluririlettore dell'opera e alcuni tipi di lettura, credetemi, sembrano andare in direzione opposta e contraria a quella del distacco.  Per questo motivo ciò che dirò e scriverò a proposito di " Gli spostamenti del desiderio " di Raffaela Fazio (Moretti e VItali ed., 2023) non potrà che essere letto come una sorta di lettera aperta all'autrice , alla poeta che ha illuminato, con la sua scrittura, passaggi che riguardano anche, e forse soprattutto, il mio percorso nella e con la parola.  Opera estremamente dinamica quella di Raffaela Fazio , già dal suo tit